Amarcord: Samuel Ipoua, il bidone del Torino che giocò i mondiali

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Nelle trasmissioni televisive e sui più noti giornali, spesso e volentieri si sono aperti dibattiti e polemiche circa la mancata convocazione in nazionale di calciatori che, secondo l’opinione comune, avrebbero meritato la chiamata del commissario tecnico, il quale, al contrario, ha preferito altri. Al semi sconosciuto Samuel Ipoua, invece, è accaduto l’esatto opposto.

Samuel Ipoua è un attaccante camerunense, nato a Douala il 1 marzo 1973, seconda punta rapida e sgusciante, alle volte utilizzabile anche come centravanti. Il meglio di sé lo mostra in Francia quando con la maglia del Nizza segna 18 gol in 72 partite fra il 1992 ed il 1996, attirandosi anche l’interesse di diversi club europei che notano in questo giovane camerunense un possibile attaccante da svezzare, magari da prendere a pochi soldi e trasformare in potenziale rivendita milionaria. Nell’estate del 1996 lo acquista l’Inter assieme ad un’altra decina di giovani promesse nate in Africa ma già passate per l’Europa e che i nerazzurri girano in prestito, valutano e poi, eventualmente, riportano alla base. La felicità di Ipoua è naturalmente enorme, anche se il calciatore sa benissimo che la maglia interista la indosserà al massimo per fare qualche foto, perché Roy Hodgson in rosa ha già attaccanti del calibro di Marco Branca, Maurizio Ganz, Ivan Zamorano, Nwankwo Kanu e Youri Djorkaeff. L’Inter cerca immediatamente una sistemazione per il camerunense che viene prestato al Torino, appena retrocesso in serie B e con la ferma intenzione di esser subito promosso.

L’allenatore dei granata è Mauro Sandreani, reduce dal ciclo di Padova, chiuso con la retrocessione in serie B dopo la promozione in A nel 1994 ed una prima esaltante salvezza nella massima serie l’anno successivo. Desideroso di riscatto lui, desideroso di riscatto il Torino, il connubio fra i granata ed il tecnico romano sembra perfetto per festeggiare il ritorno in serie A nel giugno del 1997. Non sarà così. Ipoua sbarca in Piemonte fra lo scetticismo generale e in un ambiente ancora furioso per la cocente retrocessione, in più la società non vive un momento particolarmente fulgido e non può permettersi spese folli; assieme ad Ipoua, in attacco arriva lo sloveno Matjaz Florijancic, preso a parametro zero dalla Cremonese, altra retrocessa dalla serie A. Sarà proprio l’ex grigiorosso l’affare migliore del Torino 96-97, una squadra che non riuscirà mai veramente ad ingranare in un campionato duro come la serie B che vede i granata favoriti solamente dal nome e dal blasone ma che, a conti fatti, usciranno ben presto dalla lotta per la promozione. Ipoua non convince particolarmente Sandreani, né dal punto di vista tecnico e né tattico, il camerunense sembra un pesce fuor d’acqua, si muove male e spesso sbaglia controlli e conclusioni. E’ reduce, peraltro, da un intervento al menisco, effettuato privatamente, senza che Inter e Torino ne fossero informate, comportamento che nessuno dei due club gradisce.

Tuttavia, l’8 settembre 1996 esordisce con la maglia torinista nell’1-0 conquistato al Delle Alpi contro il Cesena, prima giornata di campionato. Nel pre partita aveva dichiarato: “Sapevo di non avere spazio all’Inter, ma qui giocherò e cercherò di guadagnarmi anche la conferma per l’anno prossimo“. Parole battagliere, dunque, che vanno a sommarsi a quelle pronunciate al suo arrivo a Torino a fine luglio e nelle quali, seppur con le debite proporzioni, si era auto paragonato a Weah per movenze in area di rigore. Per sua fortuna, forse il centravanti liberiano non ha mai avuto modo di venire a conoscenza di tali dichiarazioni. Il campionato del Torino, intanto, prosegue con qualche alto e molti bassi, la classifica inizia a preoccupare e ben presto la tifoseria capisce che tornare in serie A sarà più complicato del previsto. Ipoua continua a non convincere, il 13 ottobre viene anche espulso nella gara contro la Salernitana. I compagni di squadra lo spronano, Sandreani è più cauto, dopo qualche settimana in conferenza stampa gli chiedano come mai il camerunense abbia difficoltà in campo e venga schierato sempre meno; l’allenatore risponde: “Si deve ambientare ancora, il suo turno arriverà ma è necessario che continui a lottare“. Parole forse di circostanza, forse il tecnico lo ha già scaricato, fatto sta che nel mercato di riparazione a Torino arriva Marco Ferrante che scriverà la storia granata segnando 123 fra campionato e Coppa Italia.

L’esperienza italiana di Samuel Ipoua dura poco, pochissimo, perché dopo appena 9 presenze senza lasciare alcuna traccia tangibile, l’attaccante africano viene ceduto al Rapid Vienna, anche se il campionato del Torino sarà negativo anche dopo la sua partenza, col nono posto finale e l’obiettivo promozione completamente fallito. Il pubblico è inferocito, prende di mira una società incapace di allestire un organico competitivo e Ipoua è nel mirino della critica come simbolo di una campagna acquisti estiva disastrosa e votata al risparmio. La punta africana, nel frattempo, non brilla neanche in Austria ma, abbastanza incredibilmente, a maggio del 1998 riceve la convocazione per i Mondiali francesi con la sua nazionale. Per i tifosi del Torino, già abbattuti da un’altra promozione mancata e persa ai calci di rigore nello spareggio contro il Perugia, è la mazzata finale: un calciatore considerato un brocco totale che in maglia granata non ha combinato nulla, è andato a giocare a Vienna e non ha fatto faville neanche lì, si ritrova a giocare alla Coppa del Mondo! L’11 giugno 1998, Ipoua gioca perfino da titolare nell’1-1 del Camerun contro l’Austria, rimediando un cartellino giallo e venendo sostituito nel secondo tempo. Schierato dal primo minuto anche il 17 giugno contro l’Italia (vittoriosa poi per 3-0), l’ex torinista non sarà mai pericoloso e rimarrà in panchina per tutti e 90 minuti nell’ultimo incontro col Cile che sancisce l’eliminazione del Camerun dal torneo.

Ipoua giocherà ancora fino al 2004, in Francia col Tolosa, in Germania con Magonza, Monaco 1860 ed Ahlen, in Belgio con il Sint-Truiden ed in Lussemburgo con il Wiltz 71 senza, peraltro, mai incantare e segnando pochissimo. Una carriera inferiore alle attese, un’esperienza italiana pessima, ricordata ancora oggi dalla tifoseria italiana come una delle peggiori. 9 presenze e nessun gol a Torino, lo stesso rendimento avuto da Ipoua con la maglia del Camerun, un caso, ovviamente, ma che rende la vicenda ancora più grottesca. Samuel Ipoua, scaricato dai club ma titolare ai Mondiali.

di Marco Milan

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