Gli Amarcord vanno in pensione, un grazie lungo 10 anni

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Sono trascorsi 10 anni dalla stesura del primo Amarcord, un’idea nata quasi per caso, partita come una prova e rimasta come rubrica fissa di ogni lunedì per ben due lustri. Tutto ha un inizio, così come tutto ha una fine ed anche l’appuntamento con i ricordi del passato va in pensione dopo 10 anni di onorata carriera e tante storie ricordate e a volte scoperte.

Chiudete gli occhi e pensate a come eravate 10 anni fa. Noi abbiamo fatto altrettanto, rendendoci conto che di tempo ne è passato, di storie ne sono state raccontate e che ognuno di noi è cambiato, invecchiato e maturato, accompagnato da quei ricordi che ogni settimana erano lì con noi e con voi. Abbiamo alternato storie di squadra e storie di singoli, un collettivo ed un personaggio, storie di campo, eventi drammatici, aneddoti divertenti, grandi imprese, fallimenti epocali, serie A, serie minori, campionati esteri e nazionali, perfino capitoli polverosi, quasi preistorici, come lo scudetto del Casale o i racconti ante guerra. Abbiamo avvicendato ricordi personali con storie scoperte per caso, scavando nella nostra memoria e tornando bambini, oppure spulciando internet o vecchi almanacchi ingialliti.

Per raccontare la tragica storia di Michele Rogliani, ad esempio, ci siamo chiusi in biblioteca per un pomeriggio intero, poi abbiamo passato la notte in rete, cercando di conoscere ogni dettaglio di una vicenda maledetta, uscendone devastati e delusi per non aver trovato neanche una foto di quello sfortunato ragazzo. Lo scopo di questa rubrica è sempre stato quello di ricordare eventi poco analizzati o dimenticati, sperando che il lettore pensasse di volta in volta “Accidenti, questa non la ricordavo proprio!“. Non ci siamo mai dati un limite o un termine, non ci siamo mai chiesti se prima o poi sarebbe finita, né ci immaginavamo il quando. Eppure, quella fatidica data è arrivata. Perché adesso? Perché è arrivato il momento, perché non ci vogliamo trascinare in quel frangente in cui scopriamo di non avere più motivazioni, chiudiamo quando ci sarebbe ancora da dire e da dare, chiudiamo in forma.

E se il celebre film Radiofreccia parla di un’emittente che chiude un giorno prima di compiere 18 anni, la rubrica Amarcord sceglie di far calare il sipario 10 anni dopo la prima puntata. 10 anni sono tanti, 10 anni di idee e di racconti che a noi mancheranno e, ammettiamolo, speriamo mancheranno un po’ anche a voi. Senza i lettori nessun libro o articolo avrebbe senso di esistere, sappiamo che avete sempre letto con interesse, aspettando il lunedì mattina per scoprire l’argomento trattato; e allora vi ringraziamo con stima ed affetto, così come chi ci ha permesso di avere uno spazio fisso per oltre 500 settimane. Sarà strano lunedì prossimo non vederci più qui, ma sappiamo e sentiamo che il momento è arrivato e che, alla lunga, proseguire vorrebbe dire rimestare in materie già sviscerate.

Gli amarcord vanno in pensione, ma ricordatevi che, a differenza nostra, questi pezzi rimarranno immortali, come i film, i libri e le canzoni. Nessuno vieterà a noi e a voi di rileggerli ogni qual volta ne avremo e ne avrete voglia. Si chiude un’epoca e siamo contenti di esserne stati gli indiretti protagonisti.

Grazie a tutti.

di Marco Milan

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4 thoughts on “Gli Amarcord vanno in pensione, un grazie lungo 10 anni

  1. Vi ho scoperto in ritardo, mentre ero in quarantena un anno fa, e leggevo di quella partita pazza di Jugoslavia (ciò che ne rimaneva) e Slovenia 3 a 3. Da lì in poi sono andato indietro a rivedere le vostre storie interessantissime, che mi hanno portato indietro nel tempo nel calcio della mia adolescenza e infanzia.
    Complimenti ancora per il lavoro loscrivo con un po’ di malinconia sapendo che la rubrica non ci sarà più.

    Arrivederci

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