Amarcord: Marcelo Otero, i gol uruguaiani del Vicenza

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Si dice che la riapertura delle frontiere in Italia nel 1980 abbia causato l’arrivo dei peggiori bidoni della storia del calcio, soprattutto se si pensa alle tante leggendarie meteore piombate in serie A nei primi anni ottanta. Ma ciò è vero solo in parte, perché dall’estero sono giunti anche fuoriclasse e ottimi giocatori che ancora oggi le tifoserie ricordano con affetto. Uno di essi si chiama Marcelo Otero.

Marcelo Otero nasce a Montevideo il 14 aprile 1971, è un buon centravanti, duttile tatticamente, preciso e puntuale in allenamento, in grado di ricoprire sia il ruolo di punta centrale che di supporto al centrattacco. Quando nell’estate del 1995 lo acquista il Vicenza neo promosso in serie A, Otero non è un fesso qualunque, non è la scommessa proveniente dal Sudamerica e che non si sa che credenziali abbia; Otero ha vinto 3 campionati in Uruguay con la prestigiosa maglia del Penarol ed è già un punto fermo della nazionale che magari non sarà più quella che ha vinto i Mondiali nel ’30 e nel ’50, ma ha comunque strappato proprio in quell’estate del 1995 la Coppa America al Brasile, battuto ai rigori, e dove il nuovo acquisto vicentino si è rivelato decisivo con 3 reti, di cui una ai quarti di finale contro la Bolivia e una in semifinale contro la Colombia. Il curriculum è di tutto rispetto e la sensazione è che il Vicenza abbia centrato un discreto colpo sul mercato, assicurandosi le prestazioni di un attaccante che potrà aiutare i veneti a centrare la salvezza.

Il tecnico del Vicenza è un giovane rampante, si chiama Francesco Guidolin ed è un allenatore che bada al sodo, ma non per questo disdegna il bel calcio, ha anzi le sue idee ed è convinto che con l’organizzazione ed un atteggiamento mai rinunciatario, anche una neo promossa con un organico appena ritoccato rispetto a quello della promozione, possa recitare un bel ruolo in serie A. I nuovi uruguaiani dei biancorossi sono due, perché oltre ad Otero arriva anche il difensore-mediano Gustavo Mendez che in Italia vestirà anche la maglia del Torino. Per ammirare il primo centro in maglia vicentina del nuovo attaccante bisogna aspettare poco, anzi, pochissimo: primo turno di Coppa Italia, 30 agosto 1995, Otero fa centro nel 4-2 della squadra di Guidolin contro il Padova. La prima rete in serie A, invece, l’uruguaiano la mette a segno alla quarta giornata, il 24 settembre, sempre al Menti e sempre contro il Padova; seguiranno il gol a Udine la settimana sucessiva e la doppietta al Bari subito dopo. Alla fine del girone d’andata, Otero avrà messo a segno 6 reti ed il Vicenza sarà stato già insignito di squadra rivelazione del campionato, capae di fermare il Milan capolista sul pari e battere per 2-1 la Juventus campione d’Italia in carica.

Nel girone di ritorno i veneti, salvi ormai da un pezzo, sfioreranno addirittura la qualificazione in Coppa Uefa, mancata per un soffio e a causa di un paio di pareggi balordi come l’1-1 in casa della già retrocessa Cremonese. Otero chiuderà il campionato con 12 reti, equamente distribuite fra andata e ritorno, nonché fra grandi e piccole squadre, dal momento che la punta sudamericana farà gol indistintamente ad Inter, Juventus e Napoli, così come a Bari e Cagliari. Il Vicenza lo trattiene anche in vista della stagione 96-97 e fa bene perché il campionato dei biancorossi inizia col botto, ovvero con il successo per 4-2 in casa della Fiorentina che pochi giorni prima aveva conquistato la Supercoppa di Lega battendo il Milan a San Siro. Non è un successo né casuale e né tantomeno fortunoso, ma soprattutto è interamente firmato da Marcelo Otero, autore di tutte e 4 le reti dei veneti. Un avvio clamoroso per l’uruguaiano che va in gol ancora contro la Juve ad ottobre nel 2-1 che il Vicenza rifila ai bianconeri, battuti per il secondo anno di fila al Menti. Chi si aspettava, però, un Otero devastante in zona gol (fantallenatori compresi) deve ricredersi perché Guidolin sposta l’attaccante sulla fascia per permettere al centravanti Roberto Murgita di presidiare l’area di rigore.

Otero svolge diligentemente e professionalmente il compito, ma viene inevitabilmente penalizzato sotto porta: a fine stagione i gol saranno 13, uno in più dell’anno precedente, qualcuno in meno rispetto a chi si attendeva un goleador di razza dopo il poker iniziale. L’attaccante segnerà comunque gol importanti come la doppietta al Bologna del 5 gennaio 1997 ma, soprattutto, contribuirà all’incredibile vittoria del Vicenza in Coppa Italia, trofeo conquistato dagli uomini di Guidolin dopo aver battuto il Napoli nella doppia finale del maggio ’97. Otero si infortuna nella sfida d’andata e non partecipa al trionfo del Menti al ritorno, ma si godrà comunque l’apoteosi di una coppa inaspettata e la dolce attesa di giocare l’anno successivo la Coppa delle Coppe. Stagione 97-98: il 31 agosto il Vicenza debutta in campionato nel posticipo di Genova contro la Sampdoria perdendo 2-1 in una partita in cui Otero rimedia un brutto infortunio che lo lascia ai box per più di due mesi. Poco male, però, perché al suo ritorno l’attaccante si fa subito sentire: gol al Bologna in campionato il 9 novembre, poi più nulla per tutto il girone d’andata.

L’annata del Vicenza prosegue con alti e bassi: fuori subito dalla Coppa Italia per mano del Pescara, invischiato nella lotta per non retrocedere in campionato, ma sontuoso in Europa dove elimina senza fatica Legia Varsavia e Shakhtar Donetsk. A marzo, i veneti affrontano gli olandesi del Roda Kerkrade, spazzati via da una doppia goleada: 4-1 in Olanda con primo centro europeo di Otero, 5-0 al Menti. La corsa del Vicenza, com’è noto, si interromperà proprio sul più bello, in semifinale contro il Chelsea, ma il cammino sarà ricordato come uno dei più emozionanti per una squadra italiana nelle coppe. In campionato, invece, la via per la salvezza è più impervia del previsto, la formazione di Guidolin fatica a reggere il doppio impegno settimanale e spesso è poco lucida la domenica, arrivando a perdere partite sulla carta abbordabili come quelle contro le due ultime della classe Napoli e Lecce, praticamente già retrocesse a metà stagione. I biancorossi riescono comunque a salvarsi con una giornata d’anticipo, Otero chiude il torneo con 2 gol appena, chiuso da Pasquale Luiso, il centravanti a cui ormai si affida stabilmente Guidolin.

Nell’estate del 1998, il tecnico lascia Vicenza per approdare all’Udinese e in biancorosso arriva Franco Colomba. Sin da subito, però, si capisce che il Vicenza degli ultimi anni non c’è più, la squadra fatica, non gioca il calcio libero ed arioso delle stagioni precedenti e chiude il girone d’andata in penultima posizione e con solo tre vittorie all’attivo. Di positivo c’è il ritorno di Otero fra i titolari e come elemento di spicco dell’attacco biancorosso: l’uruguaiano, infatti, firma 2 dei 3 successi vicentini nella prima parte di campionato, l’1-0 al Bari e il 2-1 al Cagliari in cui la punta sudamericana sigla una doppietta. Il Vicenza tenta la rimonta nel girone di ritorno quando in panchina Reja sostituisce l’esonerato Colomba: Otero fa quel che può, segna nel 3-0 dei veneti col Perugia, fa doppietta a Bologna nella sconfitta per 4-2, decide lo scontro salvezza con la Sampdoria del 3 aprile 1999 e si ripete anche nel 2-0 all’Empoli della settimana successiva. Il 25 aprile, al Menti arriva il Milan che è in lotta con la Lazio per vincere lo scudetto; i rossoneri faticano, il Vicenza è disperato ma battagliero, Otero ha un’occasione clamorosa dopo il gol milanista di Bierhoff, ma una sua doppia conclusione viene ribattuta da Abbiati. Poi il Milan segna in contropiede il 2-0, fotografando alla perfezione la disgraziata annata dei veneti.

Eppure, Otero ci crede fino in fondo: una sua doppietta permette al Vicenza di vincere il derby a Venezia, ma le successive sconfitte contro Udinese, Salernitana e Roma fanno ammainare la bandiera biancorossa. Il Vicenza torna in serie B dopo 4 anni, una Coppa Italia vinta ed una finale di Coppa delle Coppe sfiorata. Otero chiude la stagione 98-99 con 10 reti all’attivo che, però, non bastano alla sua squadra per raggiungere la salvezza. In estate, l’uruguaiano decide di lasciare l’Italia ed andare in Spagna al Siviglia dove vive due annate travagliate in cui riesce a realizzare appena 2 reti, quindi nell’estate del 2001 sceglie di tornare in Sudamerica, prima in Argentina dove gioca (poco e senza fare gol) nel Colòn di Santa Fe nella stagione 2001-2002, infine torna a Montevideo indossando la maglia del Centro Atletico Fenix con cui chiude la carriera nel 2003 disputando una decina di partite, condite da 3 gol. Nel 2000, Otero aveva giocato anche la sua ultima gara con la nazionale, esperienza conclusa con 10 reti in 26 presenze e la conquista della Coppa America nel 1995.

Marcelo Otero è ancora oggi un beniamino della tifoseria vicentina: 4 stagioni in Veneto con 98 presenze e 37 gol nell’epopea più gloriosa del club, il successo in Coppa Italia e l’avventura in Coppa delle Coppe. Nella mente dei tifosi, la quaterna a Firenze dell’8 settembre 1996 e la serietà di un sudamericano atipico, riservato, timido, concreto ma senza la classica vocazione rissosa dei focosi uruguaiani. L’aspetto da bravo ragazzo, i capelli a caschetto, la pelle bianca, di latino aveva poco, ma possedeva fiuto del gol e senso del sacrificio. Uno degli attaccanti di fascia media più apprezzati della sua epoca, uno che nella serie A di oggi farebbe faville.

di Marco Milan

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