Amarcord: Diego Aguirre e la Fiorentina, storia di un amore estivo

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Spesso le estati del calcio hanno generato illusioni e pronostici che poi in inverno sono state puntualmente smentite. Presunti fenomeni che si rivelano flop totali, squadre candidate a recitare ruoli da protagonisti ma finite presto nell’anonimato. A Firenze, però, c’è stato di più, c’è stato un amore estivo, nel vero senso del termine, quelle infatuazioni nate sotto l’ombrellone e finite con la riapertura delle scuole. E’ la storia tra la Fiorentina e il centravanti Diego Aguirre.

Nell’estate del 1988 la Fiorentina prepara la nuova stagione nel tentativo di riscattare l’opaco ottavo posto del campionato appena terminato. In panchina c’è sempre lo svedese Sven Goran Eriksson che nell’annata precedente aveva stupito inizialmente, tanto che i viola avevano vinto a San Siro contro il Milan di Arrigo Sacchi futuro campione d’Italia, salvo poi calare alla distanza. Per la stagione 88-89, la Fiorentina vuol fare di più e raggiungere la Coppa Uefa, appoggiandosi al suo fuoriclasse Roberto Baggio ed affiancandogli promesse sul punto di sbocciare come Stefano Borgonovo, ma anche calciatori esperti che possano influire in campo ma soprattutto nello spogliatoio, motivo per cui viene tesserato l’ex attaccante romanista Roberto Pruzzo, avanti con l’età ma che potrebbe diventare la guida del gruppo di Eriksson. C’è poi da sostituire Ramon Diaz, passato a fine luglio all’Inter in sostituzione dell’algerino Madjer che non supera le visite mediche. I fasti dei primi anni ottanta sono un lontano ricordo a Firenze, ma la sensazione generale è che la nuova Fiorentina di Eriksson possa, grazie al bel gioco e al talento in attacco, ritagliarsi un bel ruolo in serie A.

Dall’altra parte del pianeta, intanto, il Penarol ha vinto la Coppa Libertadores contro l’America del Calì grazie ad una rete nei tempi supplementari di un giovane attaccante di nome Diego Aguirre. L’uruguaiano ha 23 anni, classe 1965, alto poco meno di un metro e 80 ma con istinto del gol e fiuto del killer in area di rigore. Non è chiaro chi a Firenze si innamori di lui e probabilmente poco importa, di certo c’è che Aguirre diventa uno degli obiettivi per rinforzare l’attacco dei gigliati, la nota esotica che vada ad unirsi agli italiani Baggio, Borgonovo e Pruzzo per formare una prima linea di alto livello e giocarsi le carte per entrare in Europa. Senza internet e con pochi filmati a disposizione, i tifosi della Fiorentina si lasciano incantare dai sogni, dai passaparola, dalle leggende ingigantite da chi desidera recitare anche solo per un attimo su un palcoscenico ed avere l’attenzione di tutti. Il più scettico dei fiorentini, peraltro, sembra proprio l’allenatore: Eriksson non si oppone all’arrivo dell’uruguaiano, ma gli bastano un paio di occhiate per capire che i fuoriclasse albergano altrove.

I dirigenti sono convinti che Aguirre possa essere, fatte le debite proporzioni, l’erede di Diaz e alla fine trovano un accordo con il tecnico: l’attaccante sudamericano viene tesserato in prova ed avrà tutto il tempo per ambientarsi, imparare la lingua e mettersi in mostra, tanto più che il campionato 88-89 inizierà solamente ad ottobre a causa delle Olimpiadi di Seul. Eriksson si convince, eppure a lui quell’attaccante dà poca fiducia, già dai primi allenamenti e dalle prime partitelle sembra un pesce fuor d’acqua e l’esperienza suggerisce all’allenatore svedese che non si tratta solamente di mancanza di amalgama coi compagni. Tuttavia, ad agosto incomincia la Coppa Italia, quale miglior occasione per vedere all’opera il nuovo acquisto? 24 agosto 1988, sul neutro di Pistoia la Fiorentina ospita l’Avellino ed Aguirre è in campo dal primo minuto; i viola vincono 1-0, gol di Roberto Baggio nei primi minuti. Per l’uruguaiano una prestazione incolore, nonostante il pubblico sia tutto per lui e lo inciti in continuazione. Rimarrà sorprendente l’affetto della tifoseria viola nei confronti del centravanti nelle poche settimane di permanenza in Italia.

Il 28 agosto la Fiorentina perde 4-2 a Pisa, stavolta Aguirre entra a gara in corso ma continua a non incidere. Il 31 agosto, però, ecco la svolta: sempre a Pistoia, stavolta contro la Virescit Bergamo, l’uruguaiano gioca dal primo minuto e i tifosi lo acclamano a gran voce, quasi più di Baggio che pure è la stella della squadra e sigla anche il gol del vantaggio contro i bergamaschi. Ma, evidentemente, l’infatuazione estiva per Aguirre va oltre il talento, oltre la logica e raggiunge l’apice al minuto 54 quando la punta sudamericana segna di testa su azione di calcio d’angolo; applausi scroscianti e l’impressione che quel gol possa sbloccare l’attaccante. Fiorentina-Virescit Bergamo termina 3-0 (ancora di Baggio il terzo gol), molti pensano che per Aguirre quello possa esser stato il primo di tanti gol, probabilmente nessuno si aspetta che rimarrà il primo ed unico centro in Toscana. Il 3 settembre, infatti, il centravanti farà un’ultima apparizione sul campo dell’Ancona (gara terminata col successo viola grazie ancora ad un gol di Baggio), chiarendo definitivamente le idee ad Eriksson.

L’allenatore prende la sua decisione e la comunica alla società: “Di Aguirre non mi fido – dichiara seccamente lo svedese – io ho bisogno di giocatori che diano maggiori certezze, come Borgonovo che vuole riprendersi la maglia del Milan ed ha motivazioni da vendere, o come Pruzzo che è stato scaricato malamente dalla Roma e ha desiderio di riscatto“. La dirigenza della Fiorentina non può far altro che assecondare il proprio tecnico e in tempo record trova la soluzione per rescindere il contratto con Aguirre che finirà, così, per lasciare l’Italia senza aver mai debuttato in serie A, ma con appena 3 presenze ed un gol in Coppa Italia. Mai scelta, comunque, si rivelerà più azzeccata perché Borgonovo assieme a Baggio formerà una delle migliori coppie gol del campionato e Pruzzo, a secco in campionato, deciderà lo spareggio di Perugia proprio contro la sua ex Roma e che spalancherà alla Fiorentina le porte della Coppa Uefa. Per buona pace di Aguirre e di quella parte di pubblico che aveva sognato in estate con lui.

Meteore, bidoni, chiamateli pure come volete, ma di certo Diego Aguirre batte ogni flop del pre campionato col suo poco invidiabile record di essere stato tagliato dall’organico viola in appena un mese, giorno più giorno meno. La sua carriera, peraltro, chiusa nel 1999, non ha fornito spunti per eventuali rimorsi a Firenze: ha giocato in Grecia (Olympiakos), nella serie B spagnola a Marbella, poi è tornato in Sud America, prima in Brasile, poi in Uruguay, in Cile e infine in El Salvador, senza mai lasciare particolarmente il segno. Di lui in Italia resta un gol in Coppa Italia e un’estate di illusioni, come ogni amore d’agosto che si rispetti.

di Marco Milan

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