Amarcord: Luca Saudati, il principino di Empoli

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Non è stato il primo e non sarà l’ultimo ad esprimersi a grandi livelli solamente in una piazza. Luca Saudati ha legato ad Empoli e all’Empoli i migliori anni e i migliori momenti della sua carriera, nata come quella di un predestinato e finita con qualche rimpianto.

Luca Saudati nasce a Milano il 18 gennaio 1978 e calcisticamente cresce nelle giovanili del Milan diventando in breve tempo il pupillo degli allenatori ed uno dei talenti più osservati nel panorama nazionale. Saudati è alto ma bravo tecnicamente, bravo di testa, sicuro nel tiro, un centravanti che se ben preparato tatticamente ha tutte le qualità per sfondare nel grande calcio, tant’è che al Milan tutti lo coccolano e stanno ben attenti che non si perda per strada. Nell’estate del 1996, il tecnico rossonero Oscar Tabarez lo tiene particolarmente in considerazione, gli fa giocare le amichevoli pre campionato e lo fa esordire in Coppa Italia; Saudati assaggia il calcio vero, impara quanto siano dure le entrate dei difensori rispetto a quelli della Primavera, capisce come una frazione di secondo a quei livelli possa fare la differenza. Il campionato del Milan, nel frattempo, inizia male e prosegue peggio, a inizio dicembre Tabarez viene esonerato e al suo posto Berlusconi e Galliani richiamano Arrigo Sacchi, anche se i risultati saranno ancora peggiori di prima. Il 26 gennaio 1997, tuttavia, Saudati esordisce in serie A nella sconfitta dei rossoneri a Verona subentrando al francese Dugarry a dieci minuti dal 90′.

E’ il sogno che si avvera per un ragazzo di neanche vent’anni, cresciuto a pane e Milan, coi poster dei campioni milanisti appesi in camera. Passano pochi giorni e il Milan cede Saudati in prestito al Lugano in Svizzera: 4 presenze e un gol, poi il ritorno a Milanello e l’inizio di un lungo peregrinare in prestito in giro per la Lombardia. Monza, Lecco e soprattutto Como dove nella stagione 1998-99 mette a segno 11 reti che portano i lariani a sfiorare la finale playoff di serie C1. All’inizio della stagione 1999-2000, dopo aver fatto la preparazione estiva a Como, Saudati viene scelto da Silvio Baldini, allenatore dell’Empoli, per giocare in serie B; il suo arrivo in Toscana passa un po’ in sordina, soprattutto perché gli azzurri ridimensionano parecchio le proprie ambizioni dopo la retrocessione dalla serie A e non arriveranno mai a giocarsi la promozione. Sarà, però, l’anno della svolta per Saudati e lo sbocciare di un amore profondo con la città di Empoli e coi suoi tifosi. Nonostante la squadra non sia, come detto, in grado di lottare per la serie A, Saudati esplode come attaccante, segna 18 gol, sembra avere addosso l’argento vivo, va in rete in ogni modo, diventa anche il rigorista della squadra, esaltato da un modulo tattico che lo trasforma in un bomber di razza.

Gli occhi dell’Italia si fiondano su questo ragazzo schivo, capelli nerissimi, capacità di buttarla dentro non indifferente. Il Milan fiuta l’affare, lo fa rientrare a Milano, gli fa giocare due gare di Coppa Italia ad agosto contro il Torino e poi lo cede in comproprietà al Perugia dove potrà confrontarsi da titolare con la serie A. Gli umbri, dopo due salvezze consecutive, sono visti da tutti come spacciati: l’allenatore arriva dalla serie C, è un esordiente totale, si chiama Serse Cosmi e ha portato l’Arezzo ai playoff per la serie B nell’ultimo campionato; il nuovo tecnico ha accettato la politica della proprietà che ha ceduto i migliori giocatori rimpiazzandoli con altri debuttanti, fra cui il terzino Grosso ed il regista Liverani che arrivano come Cosmi dalla serie C. Il calcio è bello perché si diverte a smentire i pronostici e così il Perugia disputa un campionato ottimo e raggiunge la salvezza con discreto anticipo, inoltre Saudati si ambienta benissimo, gioca bene, forma una coppia ben assortita con il greco Vryzas e segna anche 7 reti, la prima il 4 novembre 2000 a Firenze nel successo dei biancorossi per 4-3 sulla Fiorentina, la più importante il 23 dicembre contro il suo Milan a San Siro, un gol che si rivela determinante per il 2-1 finale e che vale al Perugia la prima storica vittoria in casa dei rossoneri.

Saudati è una delle rivelazioni del campionato 2000-01, in estate viene riscattato dal Milan che lo cede a titolo definitivo all’Atalanta, una piazza che a quel punto sembra l’ideale per sbocciare definitivamente. Ma il rapporto con Bergamo è più complicato del previsto, l’attaccante milanese fatica ad ambientarsi, non è tipo da dare particolare confidenza ai tifosi fuori dal campo, è riservato, educato ma molto professionale, il pubblico bergamasco scambia tali caratteristiche per spocchia, probabilmente le parti non si capiscono bene, anni dopo lo stesso calciatore dirà che i suoi compagni lisciavano i tifosi per evitare contestazioni e a lui questo non piaceva. Fatto sta che la stagione è deludente, l’ex milanista gioca 20 partite senza segnare mai e nell’estate del 2002 l’Atalanta lo gira all’Empoli (neo promosso in serie A) in prestito. In un contesto che conosce già e in una città che lo ama, il centravanti può ritrovare serenità e, soprattutto, lucidità sotto porta. E l’annata parte benissimo: Saudati segna alla prima giornata nel 2-0 che gli empolesi ottengono a Como, poi si ripete anche nel vittorioso 3-1 di Perugia (curiosamente va in gol contro due delle sue ex squadre) e segna pure 3 gol in 5 partite in Coppa Italia contro Livorno, Cagliari e Torino. E’ un avvio sfavillante, ma proprio sul più bello arriva la mazzata, terribile: il 3 novembre 2002 durante Empoli-Lazio, Saudati si scontra violentemente col portiere laziale Peruzzi e riporta la frattura di tibia e perone. Stagione compromessa e poi, dopo l’intervento chirurgico, definitivamente chiusa.

Le operazioni diventano due perché qualcosa non va al suo posto, Saudati lavora sodo per tornare, si era guadagnato l’occasione di segnare ancora in serie A e non vuole farsela portare via da uno sfortunato incidente. Torna all’Atalanta, nel frattempo caduta in serie B, e contribuisce in tono minore alla promozione segnando 4 reti; rimarrà a Bergamo per l’inizio della stagione 2004-05 senza mai segnare, poi a gennaio tornerà per la terza volta ad Empoli, stavolta in serie B: 3 gol e la promozione in A, poi nella stagione 2005-06 il ritorno a Bergamo in B e il prestito a Lecce in A senza segnare, infine nell’estate del 2006 la pace ritrovata, ovvero un nuovo sbarco ad Empoli, quello probabilmente più amato. I toscani, allenati da Luigi Cagni, vivono un’annata da sogno, praticamente perfetta sotto ogni punto di vista: gioco offensivo, meccanisimi sincronizzati, spogliatoio unito, giocatori giusti al posto giusto. La salvezza è una formalità e sembra già raggiunta a metà stagione, Saudati segna come un matto, sembra quello della stagione 99-2000, ad Empoli ha trovato la dimensione ideale, ama tutto della città e della squadra. Ad un certo punto, inoltre, gli azzurri capiscono di poter raggiungere addirittura la Coppa Uefa e spingono al massimo, tanto cosa può succedere? Mal che vada ci avranno provato.

L’occasione è probabilmente irripetibile per i toscani che accelerano a più non posso, mentre Saudati continua a fare gol, a fine campionato saranno 14 con due doppiette contro Messina ed Ascoli, e la qualificazione Uefa raggiunta dall’Empoli. E’ il picco della carriera per il centravanti milanese, ambito da diverse società italiane (Sampdoria e Parma in particolare), ma fermamente convinto di rimanere ad Empoli dove ha trovato la sua oasi e dove tutti gli vogliono bene e lo fanno sentire un principe. La stagione 2007-08 sarà però durissima per i toscani e per Saudati, autore di appena 4 gol (fra cui un altro decisivo a San Siro contro il Milan il 21 ottobre 2007) ed inerme di fronte alla retrocessione di una squadra irriconoscibile rispetto all’anno prima. Da qui in avanti, l’attaccante milanese combinerà poco o nulla, debilitato anche da una pubalgia cronica che lo tormenta e da un notevole calo di motivazioni e carica mentale. Nelle sue ultime due stagioni ad Empoli segna 5 reti complessive ed è lontano parente dell’attaccante ammirato nelle annate precedenti, nel 2009-2010 resta svincolato e si allena con la Pistoiese senza però essere tesserato dagli arancioni. L’anno dopo gioca da ottobre a febbraio in C1 con la maglia dello Spezia: 8 apparizioni e 2 reti, le ultime della carriera, chiusa con oltre tre mesi di anticipo sul contratto con i liguri.

Quella di Luca Saudati è stata una storia particolare, un talento che si è espresso solo a sprazzi, un calciatore bravo e mai sopra le righe, un ragazzo forse non sempre capito a livello caratteriale e che ad Empoli ha trovato l’ambiente ideale, la dimensione perfetta per dar sfogo alle sue capacità. Senza nulla togliere alle altre esperienze, anche il volto di Saudati era diverso con la maglia azzurra, segno che anche nel calcio l’amore a volte può più del resto, anche del denaro.

di Marco Milan

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