Amarcord: Edoardo Artistico, fra gol ed espulsioni, una carriera da record

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Si può vivere una carriera da record anche senza essere un super campione ed anche senza calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo. E’ quanto accaduto a Edoardo Artistico, nome abbastanza noto agli appassionati del calcio anni novanta, un attaccante che non ha vinto trofei di rilievo ma che ha comunque fatto parlare di sé.

Originario di Napoli, ma romano di nascita, cresciuto nel famoso quartiere Trastevere, Edoardo Artistico è attaccante promettente nel settore giovanile della Lazio dove entra sin da giovanissimo. Classe 1969, 1 metro e 80 di altezza, bravissimo in elevazione, un po’ meno per la tecnica individuale (che rimarrà sempre il suo tallone d’Achille), molto intelligente tatticamente. Artistico è il classico esempio di come a volte nel calcio le doti tecniche ed il talento possano essere sostituite da senso del sacrificio ed arguzia tattica: non è il centravanti alla Van Basten, bello da vedere, elegante, completo, eppure la palla dentro la butta ugualmente, perché sa dove posizionarsi, sa come aggirare i difensori, sa come ritrovarsi a tu per tu col portiere avversario. A meno di 18 anni va a giocare ai Castelli Romani, per la precisione a Genzano nel Cynthia dove segna 4 gol in 10 partite e fa già denotare qualche lato ribelle del carattere, non disdegnando alle volte fallacci di reazione e coinvolgimenti in piccole baruffe in campo.

Nel 1987 lo acquista il Vicenza che lo gira in prestito alla Primavera della Roma, poi il passaggio al Frosinone e al Perugia (sempre in serie C). Proprio in Umbria, nel 1990, Artistico vive il primo momento di gloria della carriera quando è protagonista della partita fra una selezione di calciatori che giocano in Umbria con le maglie di Perugia, Ternana e Gubbio, e la nazionale del Brasile; vincono gli umbri per 1-0 e il gol decisivo lo segna proprio lui, beccandosi pure qualche titoletto sui giornali. Tornato al Vicenza, sempre in C1, Artistico segna una ventina di gol in due stagioni fra il 1990 ed il 1992, ed appare pronto per il salto in serie B che avviene nel campionato 1992-93 quando lo acquista il Monza. In Lombardia, il centravanti romano si integra benissimo con Anselmo Robbiati formando una coppia strana ma redditizia: Artistico alto, grosso e grezzo tecnicamente, Robbiati piccolino, magro ma talentuosissimo. Il risultato è ottimo, Artistico segna 8 reti ed il Monza si salva senza particolari patemi.

Peggio andrà l’anno dopo quando i brianzoli chiuderanno ultimi retrocedendo in C1 ed Artistico segnerà appena 4 gol, restando comunque in serie B per la stagione 1994-95 quando verrà acquistato dal Pescara dove rimarrà pochi mesi prima di essere ceduto all’Ancona. Proprio nelle Marche, dopo un’annata di transizione, l’attaccante romano vivrà il momento più alto della carriera. E’ un campionato particolarissimo quello 95-96 dei dorici che scoprono la vena realizzativa di Artistico, l’unico però a farsi valere in una stagione storta; il centravanti segna a raffica, ma la squadra non lo accompagna e a fine torneo il confronto è impietoso: alle 20 reti della punta, infatti, ecco la retrocessione dell’Ancona al penultimo posto della classifica. Ma ormai il nome di Artistico è sulla bocca di tutti, almeno in serie B, e poco importa se le doti tecniche non sono enormi e se alcuni lati del carattere non convincono molto. Il Perugia, neopromosso in serie A, fa sul serio e lo acquista per farlo esordire in serie A e così Artistico torna in Umbria a poco meno di dieci anni dalla precedente esperienza in biancorosso.

Ma le cose, stavolta, non girano particolarmente bene: il tecnico perugino Galeone si accorge ben presto che per il suo 4-3-3 quell’attaccante non va bene perché fa poco movimento, è statico, non contribuisce alla manovra ariosa richiesta dall’allenatore che gli preferisce Marco Negri. Artistico ammuffisce in panchina, in tre mesi gioca appena 3 partite, eppure riesce a trovare il suo primo gol in serie A nel 3-1 che il Perugia rifila al Verona il 24 novembre 1996, peraltro proprio nel giorno dell’esordio dell’attaccante in massima serie. Ma gli spazi si chiudono e così a dicembre Artistico fa le valigie e torna in serie B dove lo accoglie la Salernitana, squadra ambiziosa che riesce però solamente ad ottenere la salvezza, neanche tanto serenamente. Ma è il preludio alla vera svolta dei campani e, indirettamente, pure di Edoardo Artistico. L’arrivo in panchina di Delio Rossi è propedeutico per la Salernitana che costruisce uno squadrone equilibrato in tutti i reparti, con gioco offensivo e una coppia perfettamente assortita in avanti con Artistico a duellare coi difensori avversari aprendo spazi per il vero fuoriclasse dei granata, Marco Di Vaio.

Il risultato è strabiliante: la Salernitana domina l’intero campionato e torna in serie A dopo 50 anni, Di Vaio è capocannoniere del torneo con 21 gol, ma anche Artistico non è da meno con 12. Sembra tutto scontato per una conferma di quella macchina da guerra anche in serie A, invece a Salerno hanno altri piani: Di Vaio resta, Artistico viene messo sul mercato e ad aggiudicarselo è il Torino che vuole tornare in serie A dopo due anni. La piazza è importante, ma la serie A faceva gola al centravanti che, tuttavia, accetta il trasferimento in Piemonte dove recita, più o meno, lo stesso ruolo dell’anno prima: lavoro sporco per il centravanti goleador che stavolta si chiama Marco Ferrante; idem con patate, verrebbe da dire, perché anche il Torino è promosso, anche Ferrante è capocannoniere della B (27 reti) ed Artistico fornisce il suo buon contributo alla causa con 8 gol. Stavolta, però, c’è anche il seguito perché il Torino porta in serie A anche la punta romana che può così confrontarsi nuovamente con la massima serie, anche se le perplessità sul suo carattere aumentano: Artistico si fa espellere con frequenza, protesta, a volte entra duro sugli avversari, come a Reggio Emilia quando prima segna il gol del pareggio e poi rimedia il cartellino rosso per una mossa di karate.

A Torino, l’attaccante vive in un motel a tre stelle, lui dice per comodità dato che è sulla strada per Orbassano dove si allena la squadra, in realtà perché è a due passi dallo svincolo per Aosta e in poco meno di un’ora si arriva al Casinò dove Artistico gioca come a calcio, una passione, quella per il gioco d’azzardo, che lo accompagnerà ancora a lungo. Il 12 settembre 1999, alla seconda giornata, il Torino ospita al Delle Alpi il Venezia: veneti in gol nel primo tempo con Valtolina, pareggio dei granata con Ferrante a metà ripresa, poi ecco che entra in scena Artistico che all’88’ sigla il gol vittoria dei piemontesi, il primo successo del Torino in serie A dopo oltre tre anni. Il 21 novembre i granata sono impegnati in casa del Verona: al Bentegodi c’è neve, il campo è semi ghiacciato; dopo 20 minuti si fa male Ivic, attaccante jugoslavo che mai riuscirà ad integrarsi negli schemi di Emiliano Mondonico, ed entra Artistico. Passano due minuti e il centravanti segna il gol che varrà il successo del Torino. Ne passano altri cinque ed arriva la solita espulsione, stavolta per un fallaccio da dietro. Un mese dopo, l’attaccante romano subisce la rottura del tendine d’Achille che lo lascerà ai box per un anno.

Nel frattempo il Torino è tornato in serie B ed ha iniziato malissimo anche la stagione 2000-01 finendo addirittura a rischio retrocessione in C. La società esonera allora Simoni e chiama Giancarlo Camolese che fa rinascere i granata, autori di una scalata che li porterà al primo posto della classifica e alla vittoria finale del campionato. Artistico torna in tempo per segnare 6 reti (tutte decisive) che contribuiscono alla promozione della squadra. Tuttavia, a fine stagione, il Torino non gli rinnova il contratto e la punta (che nel periodo di inattività ha aperto un pub nella sua Trastevere) si trasferisce al Crotone, sempre in serie B, dove segna 5 reti in 14 partite prima di passare al Napoli a gennaio (ancora fra i cadetti) per fare il bomber di scorta, ma con poca fortuna perché di gol ne arriva uno solo e i partenopei mancano la promozione in serie A dopo un serrato duello con la Reggina. La carriera di Edoardo Artistico prosegue in serie C1 al Crotone dove vive un’annata particolare (2002-03) con ben 16 reti messe a segno, ma la contestazione dei tifosi per il mancato raggiungimento dei playoff che lo esorta a cambiare aria. Passa alla Pistoiese, sempre in serie C, dove segna 17 reti in poco più di un anno, quindi termina la carriera nel 2006 dopo aver giocato con poca fortuna a Verona e Latina.

Edoardo Artistico non è stato un bomber eccezionale, forse non lo sarebbe stato neppure con un carattere più docile, eppure qualche rammarico potrebbe averlo perché la fama di testa calda che lo ha accompagnato non lo ha di certo aiutato. Ha accumulato record, però, alcuni negativi (il primato di cartellini rossi, ad esempio) ed altri invidiabili come l’esser riuscito ad andare in gol in tutte le categorie nelle quali ha giocato, dalla serie A alla D. Il destino nel cognome, forse, ma Artistico è stato così, prendere o lasciare.

di Marco Milan

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