Sanità. Corruzione, sprechi milionari, clientele e infiltrazioni criminali

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Sanità. Negli ultimi cinque anni episodi di corruzione in una struttura sanitaria su tre. Procede a rilento l’attuazione dei Piani anticorruzione e il malaffare dilaga soprattutto negli appalti e nelle assunzioni di personale. Il quadro preoccupante della corruzione in sanità nei dati del primo rapporto “Curiamo la corruzione”

Un’azienda sanitaria su tre è malata di corruzione. Infatti, il 37,2% delle strutture sanitarie negli ultimi cinque anni ha fatto registrare almeno un episodio di corruzione, che in circa un terzo dei casi non è stato affrontato in maniera appropriata. La mala amministrazione in campo sanitario, tra sprechi ingiustificati e inefficienze del sistema, nell’ultimo anno ha prodotto 806 milioni di euro di danno economico, pari al 14% del danno erariale complessivo. Almeno 6 miliardi di euro, invece, è il valore di corruzione e frodi, sottratto alle cure dei pazienti. Secondo le stime di Transparency International Italia, CensisISPE-Sanità e Rissc, inoltre, gli sprechi nelle spese non direttamente collegate all’efficacia delle cure ammontano a 1 miliardo di euro l’anno, denaro che, se risparmiato, potrebbe essere investito in servizi alla salute. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto “Curiamo la corruzione. Percezione, Rischi e Sprechi in Sanità”, presentato il 6 aprile al Tempio di Adriano a Roma in occasione della 1ª Giornata Nazionale contro la Corruzione in Sanità.

Curiamo la corruzione”, finanziato dalla Siemens Integrity Initiative, contenente le indicazioni formulate dal tavolo di lavoro pubblico-privato, ha preso in esame 248 strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Delle strutture analizzate, soggette alla legge 190/2012 (Legge anticorruzione), fanno parte aziende sanitarie, ospedaliere, ospedaliere universitarie, IRCCS e ospedali classificati, messe sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori che da un lato hanno rilevato l’incidenza delle infiltrazioni corruttive, dall’altro hanno suggerito una serie di misure per prevenire e contrastare gli sprechi ingiustificati. Il rapporto si articola su tre filoni di indagine: percezione della corruzione in sanità; analisi dei rischi di corruzione; analisi economica degli sprechi in sanità. I numeri contenuti nel documento delineano un quadro allarmante del comparto. La sanità produce un giro d’affari che vale più di 110 miliardi di euro l’anno, una cifra ragguardevole che ne fa “uno dei settori più appetibili per i disonesti”.

I dati emersi dall’indagine rivelano che la corruzione è percepita dall’87,2% degli intervistati (su un totale di 151 dirigenti di strutture sanitarie) come un problema grave e addirittura per il 98,7% è uno dei maggiori problemi del Paese. Gli italiani intervistati sono dello stesso avviso: il 54% è convinto che la sanità nel nostro Paese sia corrotta, ben 2 milioni hanno ammesso di aver pagato “bustarelle” per ricevere favori in ambito sanitario e 10 milioni hanno effettuato visite mediche specialistiche “in nero”.

Per quanto attiene agli sprechi e alle inefficienze il mancato risparmio ammonterebbe a 1 miliardo di euro e fino al 30% della spesa per pulizia, lavanderia e mensa potrebbe essere reso più efficiente per destinare risorse all’assistenza sanitaria. Nonostante dal 2009 al 2013 si sia verificata diminuzione dello spreco ingiustificato in media del 4,4% annuo, l’entità dello stesso è rimasta pressoché costante in proporzione alla spesa complessiva. Un campanello d’allarme, come evidenziato dal rapporto, perché “gli interventi di contenimento finanziario (l’effetto combinato delle manovre di taglio alla spesa e i tentativi messi in campo per razionalizzarla e renderla efficiente, nel rispetto dei vincoli macroeconomici dettati dalla UE), hanno avuto l’effetto di ottenere dei risparmi, ma non hanno saputo intervenire sulle disfunzioni gestionali dalle quali originano le inefficienze”.  Gli ambiti a maggior rischio di corruzione sono gli acquisti di beni e servizi (82,7%) e la realizzazione di opere (66,0%); seguiti dall’assunzione di personale (31,3%), considerato però la prima risorsa (51,8%) su cui investire in formazione e sensibilizzazione per contrastare le pratiche corruttive.

Le informazioni sui rischi contenute all’interno dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione (PTPC) – pur fortemente disomogenee per tipo di amministrazione, collocazione geografica e dimensione organizzative – indicano che il 40,3% degli enti non ha pubblicato né i rischi di corruzione né le misure di prevenzione, il 33% ha svolto un’analisi parziale e solo il 25,8% ha adempiuto agli obblighi di legge. I dati confermano l’insufficienza delle contromisure finora adottate. Le lacune pesano, e non solo in campo organizzativo. La digitalizzazione della sanità, ad esempio, è un traguardo ancora lontano: solo il 6% degli italiani prenota visite online e meno di un terzo dei medici italiani utilizza le reti digitali per lo scambio dei dati dei pazienti con altri operatori sanitari. In Danimarca, il Paese più virtuoso, la quota sale al 91,8%.

A pochi mesi dall’entrata in vigore della Riforma della Pubblica Amministrazione, voluta dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, (Legge 124/2015), proprio mentre venivano approvati i primi 11 decreti attuativi, la CGIA di Mestre aveva posto l’accento sul generale malfunzionamento della PA italiana che, stando ai dati elaborati dall’associazione, arrecherebbe danni peggiori di quelli derivanti dall’evasione fiscale. Le strutture sanitarie sono ‘osservate speciali’, talvolta protagoniste di casi di corruzione, talaltra fautrici di buone pratiche. Il progetto “Curiamo la sanità” prevede la collaborazione delle stesse strutture sanitarie, come nella sperimentazione di misure anticorruzione nelle strutture pilota di Bari, Melegnano, Siracusa e Trento, per verificare sul campo l’efficacia dell’accesso alle informazioni, migliorare la qualità e la condivisione di dati e informazioni, tutelare chi fa segnalazioni di illeciti e rendere più efficaci i piani anticorruzione.

Nella seconda fase della ricerca, prevista nel corso del 2016-2017, verranno analizzati i PTPC aggiornati ed il loro miglioramento rispetto alla situazione odierna, con l’intendo di monitorare la situazione nel tempo. Nel rapporto viene ribadito che “al di là dei giudizi critici dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sugli attuali piani, infatti, le cronache giudiziarie di questi giorni ci dimostrano che la malattia della corruzione è ancora presente e debilita l’organismo del sistema sanitario”. Come ha dichiarato anche il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, intervenendo alla presentazione del Rapporto di Transparency Italia, Censis e Ispe-Sanità, la sanità è “il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma”. Cantone aveva già lanciato l’allarme durante l’audizione presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato il 3 marzo scorso, pressoché in concomitanza con la diffusione del rapporto “I due volti della sanità” di Cittadinanzattiva, incentrato principalmente sulle condizioni di spreco correlate alla violazione dei diritti dei cittadini, confermando la peculiare pervasività dell’infiltrazione della criminalità organizzata nelle strutture sanitarie del Mezzogiorno. Altre criticità citate dal numero uno dell’Anticorruzione, che intende intensificare la collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), riguardano le liste d’attesa, le infiltrazioni mafiose nelle farmacie e gli affari illeciti nelle attività funerarie.

La corruzione è un fenomeno pervasivo, difficile da estirpare. La strada da percorrere è lunga e quanto è emerso dal rapporto ne è un’ulteriore conferma. L’obiettivo della ricerca, dichiarato fin dalla prefazione, che dovrebbe essere sostenuto da tutta la società civile, è “diffondere una vera e propria cultura dell’etica e dell’integrità, unica soluzione a lungo termine per il problema della corruzione”. E come ha dichiarato Cantone, “la corruzione non si vince solo con gli arresti, ma con una rivoluzione culturale”.

Fonte immagine: http://anticorruzione.eu/2016/04/ancora-su-sanita-e-corruzione/

(Elena Angiargiu)

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