L’arte un servizio essenziale, ma anche lì non mancano scioperi

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romaUn’altra bufera investe la capitale, questa volta teatro dello scontro è il Colosseo, rimasto chiuso venerdì per tre ore, insieme ad altri siti archeologici della Capitale, per un’assemblea sindacale indetta dai lavoratori per il mancato pagamento dei salari accessori.
L’evento, già verificatosi a luglio nell’area archeologica di Pompei, quando milioni di turisti inconsapevoli sono rimasti in fila per ore davanti ai cancelli sbarrati sotto il sole cocente, ha profondamente irritato il ministro Dario Franceschini , il quale ha affermato « è inaccettabile lo spettacolo dei turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo, proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell’azione di governo, mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi e proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l’attenzione del mondo sull’Italia ».
Pronta risposta anche da parte del premier Renzi che su social network assicura «Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’Italia» e prende la palla al balzo per emanare un decreto che inserisce anche i Beni Culturali nell’alveo de “servizi pubblici essenziali”. Il Colosseo quindi come le Ferrovie dello Stato, le scuole e gli ospedali, dunque per riunirsi in un’assemblea sindacale o proclamare un’agitazione sindacale, i dipendenti dei siti archeologici dovranno ottenere l’approvazione da parte del Garante degli scioperi, la speciale Commissione di garanzia istituita dalla legge 146 del 1990.
Il decreto ha provocato molte reazioni in primo luogo da parte della leader della Cgil Susanna Camusso che ha affermato «Stiamo diventando uno strano paese, ogni volta che c’è un’assemblea sindacale si dice che non si può fare, che è diventata una cosa che non è possibile, capisco che si debba fare attenzione ai periodi di particolare presenza turistica, ma allora si dica chiaramente che i lavoratori non possono più avere strumenti di democrazia». Dura anche la replica del coordinatore Cgil per il Mibact Claudio Meloni che ha dichiarato« in singolare coincidenza con l’assemblea sindacale in alcuni siti, è arrivato lo sblocco dei fondi per pagare i salari accessori di tutti lavoratori del Mibact per il 2014 e per il 2015. Evidentemente la mobilitazione è servita, a prescindere da quanto accaduto al Colosseo» e ha aggiunto «Lo sblocco dei fondi per i salari accessori non spegne però la mobilitazione perché la vertenza nazionale riguarda anche la richiesta di un piano occupazionale straordinario e sulle riforme che stanno generando caos organizzativo. Resta forte la possibilità dello sciopero che, se la situazione non si sblocca, potrebbe essere a ottobre».
Sembra quindi che lo sciopero sia il principale strumento di lotta sindacale per la risoluzione di trattative, nello scorso 2014 la Commissione di Garanzia ha riportato ben 2084 azioni di sciopero nell’ambito dei servizi pubblici essenziali.
In particolare i settori che risultano maggiormente pervasi da una conflittualità permanente sono quelli dell’igiene ambientale, delle pulizie e del trasporto pubblico locale. In quest’ultimo comparto ci sono state nel 2014 ben 331 proclamazioni di sciopero. Ciò dimostra che nonostante gli interventi dell’Autorità, la situazione è sempre più vicina al collasso e i doverosi piani di risanamento annunciati da alcune principali aziende di trasporto pubblico sono destinati a non bastare da sole, se non supportate da ulteriori interventi pubblici volti alla ripresa della negoziazione. Aumenti significati della conflittualità si registrano anche nel settore del trasporto aereo, a causa della crisi che ha portato alla ristrutturazione delle principali compagnie nazionali, con 182 proclamazioni di sciopero e nel settore del trasporto ferroviario.
Questo scenario di sostanziale cronicizzazione dei problemi di alcuni settori dei servizi pubblici essenziali ci fa purtroppo presagire che nonostante i decreti, purtroppo, la questione è ben lontana dall’essere archiviata.

(di Ilaria De Maria)

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