Amarcord. Carlo Cornacchia e la tripletta più veloce della storia per un difensore

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Cornacchia
Cornacchia

Nell’epoca di Cristiano Ronaldo e Messi, gente in grado di segnare 40-50 gol ogni campionato, parlare di Carlo Cornacchia sembra fuori luogo, e invece la sua storia è tanto singolare quanto interessante, oltre ad aver stabilito un record nella serie A che difficilmente sarà battuto.

Carlo Cornacchia, pugliese classe 1965, alla vigilia della stagione 1991-92 passa dal Cagliari all’Atalanta dopo due stagioni in Sardegna in cui ha conquistato prima la promozione in serie A e poi una salvezza rocambolesca dopo che i rossoblu a metà campionato erano ultimi e staccati. Cornacchia è uno di quei difensori che spesso sono definiti ruvidi, non è in possesso di una tecnica eccezionale e quando c’è da dare qualche randellata o da spazzare il pallone in mezzo ai tifosi, non si tira di certo indietro. Il campionato 91-92 dell’Atalanta vive di alti e bassi, ma tutto sommato la salvezza non viene mai messa in discussione, anzi viene raggiunta con largo anticipo e alla vigilia della giornata numero 28, l’undicesima di ritorno, il 12 aprile del 1992, si appresta ad ospitare il Foggia, altra formazione relativamente tranquilla; gli atalantini provengono dalla pesante sconfitta di Firenze (0-3), i pugliesi dal successo casalingo contro la quasi condannata Cremonese (2-0). Fa abbastanza caldo a Bergamo e dalla curva nerazzurra tira aria di contestazione perchè la squadra di Bruno Giorgi dopo aver raggiunto virtualmente la salvezza ha tirato un po’ i remi in barca senza neanche accennare ad un assalto alla zona Uefa; lo speaker annuncia l’acquisto del difensore uruguaiano Paolo Montero (che negli anni successivi diventerà perno della Juventus ed ospite fisso dei taccuini degli arbitri) per il prossimo campionato, ma i tifosi continuano a fischiare. Di contro c’è il neopromosso Foggia di Zeman, una formazione data ad inizio torneo da tutti per spacciata e che sta invece strabiliando l’Italia con prestazioni un po’ folli ma redditizie: tanti gol fatti, tantissimi subiti ed un gioco a dir poco spettacolare, specie considerando che si tratta di una piccola squadra e con nomi poco altisonanti in rosa. L’Atalanta va in vantaggio nel primo tempo grazie ad una sbilenca autorete del foggiano Consagra, poi subisce l’1-1 dei pugliesi, firmato da Baiano. Nella ripresa la partita impazzisce letteralmente: il Foggia va sul 4-1 grazie all’autorete di Minaudo, ad un eurogol del russo Shalimov e ad una cavalcata solitaria di Rambaudi che di lì ad un paio di mesi passerà proprio all’Atalanta; il pubblico fischia ed ulula a più non posso, la contestazione si inferocisce ancora di più, ma i tifosi bergamaschi non hanno fatto i conti con Carlo Cornacchia, quel rude stopper che non è neanche titolare fisso della squadra e che in quella partita sta affondando come tutto il battaglione atalantino. Tanto per cominciare, il Foggia resta in dieci uomini per l’espulsione del terzino rumeno Petrescu, poi sale in cattedra clamorosamente proprio Cornacchia che diventa il protagonista della partita ed iscrive il suo nome nel libro dei record: prima sfrutta una punizione dalla sinistra, spizza la palla di testa e manda in porta il 2-4 non dimenticandosi pure di mandare qualche insulto alla panchina e al suo allenatore, reo di farlo giocare poco; poi svetta ancora di testa e riapre la partita: 3-4; infine, ancora di testa, stavolta sottomisura ed in precarie condizioni di equilibrio, va a siglare il 4-4, il tutto in un quarto d’ora. Un difensore che segna una tripletta e per di più in un quarto d’ora, sembra follia e invece è realtà, anche perchè non si era mai visto prima. Cornacchia, maglia numero 4 sulle spalle, corre all’impazzata per il campo, poi si sdraia a terra a godersi quell’irripetibile momento in una carriera da gregario. La partita termina 4-4, il pubblico alla fine applaude, Cornacchia viene portato in trionfo nonostante si tratti di una partita innocua e nonostante alla fine sia venuto fuori un pareggio che nulla aggiunge o toglie alla classifica di due squadre ormai proiettate al campionato che verrà.

Carlo Cornacchia nell’estate del 1992 passerà al Napoli dove rimarrà per due stagioni, quindi chiuderà la carriera giocando con le maglie dell’Ancona (due anni) e del Rimini dove nel 1997 appenderà le scarpette al chiodo. Da quella fantastica tripletta segnerà altri 2 gol in cinque anni, ovvero meno gol in cinque anni di quanti non ne avesse realizzati in un quarto d’ora. E non era una storia interessante…..

di Marco Milan

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