Renzi, Berlusconi e Letta: è arrivato davvero il momento delle riforme?

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di Francesco Galati

L’accordo Renzi-Berlusconi è qualcosa di clamoroso, ma forse non troppo considerata l’attuale situazione politica, certamente lascia spazio ad ampie riflessioni l’accordo raggiunto tra i due grandi leader di questa campagna elettorale, cominciata con quasi due anni d’anticipo tra colpi di testa e minacce di far cadere un governo che è vittima e carnefice delle larghe intese.

Nella giornata di sabato lo storico incontro in via del Nazareno (sede PD) tra Renzi e Berlusconi ha sancito l’inizio di una nuova fase e probabilmente di una sorta di triumvirato che comprenderà inevitabilmente anche la figura di Letta il quale giocherà il ruolo di “esecutore materiale” degli accordi che le varie parti politiche raggiungeranno.
Letta dovrà attenenersi in larga parte alle linee guida dell’accordo Renzi-Berlusconi, questo perché né il Nuovo centrodestra di Alafano, né l’ala “reazionaria” del PD hanno abbastanza forza politica per mettersi di traverso, rimane ovviamente il M5S a fare, in parte, da ago della bilancia.

Certo è che quella che si staglia davanti alla nostra classe politica è una sfida interessante (per quanto ricorda fatti già avvenuti, ricordate Berlusconi e D’Alema?) la riforma elettorale è quanto mai necessaria, mentre la riforma del titolo V della Costituzione sembra ormai un atto dovuto, per quanto ancora non è del tutto chiaro come verrà rivisto.

Bisognerà vedere come si muoveranno il premier Letta e il Presidente della Repubblica, sta di fatto che i due più grandi avversari della prossima campagna elettorale hanno deciso di unirsi per muoversi, per dirlo con le parole di Renzi, verso  «…una legge elettorale per cui chi vince governa stabilmente senza il diritto di ricatto dei partitini: suggerisco a chi critica la legge di aspettare almeno di sapere come è fatta…».

Alfano ha mantenuto le distanze ma non senza aprire comunque uno spiraglio nei confronti delle riforme che potrebbero scaturire da questo patto, anche in virtù del fatto che a oggi il Nuovo centrodestra non può competere con Berlusconi, molto più critici invece gli esponenti del PD meno vicini a Renzi che hanno definito “scandaloso” il patto, il M5S esprime chiaramente dissenso coerentemente con la linea d’opposizione fin’ora adottata.

Una cosa è certa: l’Italia ha bisogno di alcune riforme e ne ha bisogno in fretta, forse per una volta sarebbe bene sotterrare l’ascia di guerra tra i partiti e lasciare, almeno per una volta,  gli interessi personali in fondo alla lista delle priorità, e poi che battaglia politica sia.

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