Design for Life, Philippe Starck sale in cattedra.

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di Pietro Falco

Perché la Rai non ci ha fatto vedere Design for life? Rettifichiamo, Design for life, il reality con Philippe Starck, è andato in onda, ma non sui primi tre canali del nostro telecomando, bensì su Rai5 che in alcune zone d’Italia ancora non si sa cosa sia visti i continui blackout del digitale terrestre.

Se alla ricezione a macchia di leopardo aggiungiamo la mancanza di un lancio pubblicitario fatto come si deve, la frittata è fatta: l’hanno visto gli studenti di architettura e pochi altri.

Design for life è un vero e proprio reality dove il designer di fama mondiale Philippe Starck veste i panni del talent scout con l’obiettivo di individuare e possibilmente formare il concorrente che vincerà sei mesi all’interno della sua factory parigina.

Il format è quello a cui siamo abituati: prove settimanali ed eliminazioni senza però la vacuità di Ballando con le stelle o de L’isola dei famosi; in questo programma si ragiona sul nostro presente e come questo cambi attraverso l’innovazione dei prodotti d’uso comune, inventati ex novo o reinventati attraverso l’ottica del designer moderno e contemporaneo.

Protagonista, oltre l’ego di Starck, è l’inventiva di questi aspiranti designer messa alla prova costantemente; un percorso che debilita se ci pensate, perché cercare di stupire a cadenza settimanale con un colpetto di genio mette molta pressione se si tiene davvero all’obiettivo finale.

La differenza con gli altri reality non finisce qui, in Design for life anche lo spettatore più pigro si sente stimolato a far viaggiare l’immaginazione dopo aver sentito le tracce del guru Starck e solo in seconda battuta, torna a quel che sa far meglio dal divano, il suo ruolo abituale, quello di giudice di ballerini,cuochi e domatori di pulci.

Un programma del genere probabilmente non è adatto al palinsesto di Rai2, si rischierebbe di distruggerlo inserendolo prima di “Squadra speciale cobra 11”, ma almeno al terzo canale ci si poteva pensare però, magari al posto dei butteri di “Geo&Geo” che ormai hanno qualche difficoltà a saltare in sella vista l’età.

Il target cui si riferisce è sicuramente di cultura medio alta, ma la struttura è facilmente digeribile anche per chi ha bisogno di rilassarsi un po’ senza troppo impegno. Lanciamo allora l’appello per vedere programmi come Design for Life su reti più facilmente accessibili, questo magari darebbe l’opportunità di liberare qualche finestra nella pregevole scaletta di Rai5.

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