Il “no” di Monti: sfuma il sogno Olimpico

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di Cristiano Checchi

La decisione- Era già nell’aria da tempo il no al sogno olimpico, ieri è arrivata l’ufficialità: Roma non si candiderà alle Olimpiadi del 2020. Per il Governo non sussistono le possibilità economiche per prendersi carico dell’eventuale organizzazione delle Olimpiadi. Entro oggi il Cio doveva ricevere la lettera di garanzia da parte del Governo. Il fatto di essere arrivati all’ultimo giorno utile aveva già dato una forte indicazione su quale sarebbe stato l’esito. Il presidente Monti ha reso nota la decisione nell’incontro avvenuto ieri con il Presidente del Comitato organizzatore, Mario Pescante, con il presidente del Coni Petrucci e con il sindaco di Roma Alemanno.

Occasione persa- L’Olimpiade stava a rappresentare senza dubbio uno sforzo economico notevole, ancor più se immaginato nell’attuale contesto socio-economico. Ciò non toglie che era comunque un evento che avrebbe dato con il tempo una spinta al Paese e alla città di Roma. Avrebbe creato posti di lavoro e sarebbe stata forse la volta buona per realizzare realmente miglioramenti pubblici di cui la città ha bisogno a prescindere dall’ospitare o meno l’evento intercontinentale. Più volte il comitato e le organizzazioni parallele avevano spiegato e presentato piani per dimostrare la sostenibilità dell’Olimpiade. Il convegno tenutosi lo scorso 23 gennaio “Da Londra 2012 guardando al futuro di Roma 2020” ne è stato un esempio, ma a prevalere è stato un altro orientamento: il lato austero e quello dei tagli, ha prevalso la paura e la convinzione che l’Italia in fondo non sarebbe stata in grado di organizzare e gestire tutto questo, quel “non possiamo correre rischi” espresso da Monti sa di mozione di sfiducia per il Coni e per la città. Si dice che le piscine a Tor Vergata per i Mondiali di nuoto del 2009 siano la dimostrazione che l’Olimpiade del 2020 non sia stato altro che un pericolo scampato; forse quelle piscine possono stare anche a rappresentare gli errori del passato portando con se la voglia di non ripeterli. L’occasione per il 2020 è persa, si spera che ce ne possano essere altre perché il 1960 è veramente un ricordo troppo lontano.

Reazioni politiche- Le razioni politiche non si sono fatte attendere. Il centro sinistra ha espresso la gioia per la mancata firma. Da twitter Bersani ha interpretato la scelta di Monti come una “scelta responsabile”. Anche da Pier Ferdinando Casini è arrivato l’ok per la decisione presa definendola “la scelta della serietà”. Per il leader dell’Udc sarebbe stato più facile dire sì che no. Ovviamente non si sono fatti attendere i messaggi di giubilo da parte della Lega. In totale disaccordo è stato, ovviamente, il Pdl. Per Cicchitto il non sostenere Roma è stato un errore, per Alemanno è stato “non scommettere sul futuro”. Anche il Coni, dalla voce del Presidente Petrucci, si è detto molto triste. Per il Coni arrivare all’ultimo giorno per dare un no come risposta è stata una mancanza di rispetto per il lavoro svolto.

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