Amarcord: la storia dell’Astrea, la polizia penitenziaria in serie C

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Spesso i lavoratori dei ministeri vengono indicati come sfaticati: quelli del cartellino, quelli che alle 4 di pomeriggio escono dall’ufficio anche se viene giù il mondo, quelli che nel fine settimana non lavorano neanche se li paghi oro. Inutile ribadire che non esistono categorie definite e che esistono persone e persone, di certo c’è che una banda di ministeriali non era affatto sfaticata e, addirittura, lavorava pure la domenica!

La storia dell’Astrea Calcio ha radici lontane, la data è quella del 1948 quando un gruppo di dipendenti del Ministero della Giustizia decide di fondare una squadra di calcio composta dagli agenti di custodia per farla partecipare ad alcuni tornei regionali. L’idea piace, anche perché il calcio sta lentamente prendendo piede in Italia grazie ai successi del Grande Torino, una squadra di cui parla tutto il mondo, e il pallone pian piano sta accompagnando il ciclismo nell’affetto degli sportivi italiani. L’Astrea (questo il nome scelto per la squadra delle guardie carcerarie) finisce col diventare un affar serio per il Ministero e nel 1949 viene ufficialmente affiliata alla FIGC ed iscritta al campionato di Seconda Divisione. La scalata prosegue, man mano che passano gli anni gli agenti si scambiano il testimone, lavorano negli istituti penitenziari e al contempo si allenano con l’Astrea che negli anni settanta arriva fino a quella che oggi viene chiamata serie D.

Il gran botto, però, arriva negli anni ottanta quando la compagine romana inizia a pensare seriamente al professionismo: i giocatori sono bravi, anche se condizionati da una regola ferrea, ovvero non essere mai contrattualizzati avendo già un mestiere ed essendo dipendenti del Ministero. Mentre l’Astrea vince i campionati regionali, viene ristrutturato l’impianto di Casal del Marmo e i ragazzi in maglia biancoblu vincono l’Interregionale (attuale serie D) al termine del campionato 1989-90 venendo per la prima volta promossi in C2 grazie al primo posto nel girone H con 51 punti, ben 6 in più dell’Anguillara che si classifica seconda e in un raggruppamento che comprende squadre laziali e sarde. Il primo campionato di serie C2 è ottimo per l’Astrea che chiude al nono posto con 35 alla pari del Latina; l’allenatore è Andrea Calce, il torneo parte alla grande col 3-0 casalingo contro l’Acireale che a fine stagione sarà promossa in C1. Anche l’annata 91-92 è buona, 13° posto finale nonostante un cambio di allenatore in autunno con Cherri a prendere il posto di Calce. E’ un girone con diversi derby laziali, poiché oltre all’Astrea sono presenti gli altri romani della Lodigiani, il Cerveteri, il Latina ed il Formia.

La stagione 92-93 è, invece, disgraziata: l’Astrea chiude il campionato al 17° posto, parte con l’allenatore Elvezio Belardi che dopo lo 0-3 incassato a Monopoli il 22 novembre viene rilevato da Aldo Anzuini, ex calciatore della Lazio negli anni sessanta. Non basta, i biancoblu (ormai ribattezzati i ministeriali) retrocedono nei dilettanti con soli 23 punti, ma in estate vengono ripescati a causa del fallimento di diverse società professionistiche. E’ ancora C2, dunque, per il quarto anno consecutivo che sarà più che discreto col decimo posto finale ed il ritorno in panchina di Calce che a stagione in corso prende il posto di Anzuini. Più sofferto è, invece, il campionato 94-95, chiuso al 13° posto e con l’Astrea costretta a disputare i playout salvezza contro il Molfetta; l’allenatore è Franco D’Avello che a marzo ha preso il posto di Cherri. La sfida d’andata si gioca in Puglia l’11 giugno 1995 e termina 0-0, mentre una settimana più tardi a Roma l’Astrea vince nettamente per 4-1 e conquista la permanenza in C2.

Il campionato 95-95 è il sesto consecutivo per i ministeriali nella quarta serie del calcio italiano, ormai l’Astrea è una presenza fissa, qualche tifoso ed appassionato di C2 non conosce esattamente la provenienza della squadra, qualcuno si chiede “che significa Astrea e da dove vengono?“. Del resto, alzi la mano chi non ha fatto da bambino la stessa domanda per Atalanta e Sampdoria. Il nuovo allenatore è l’ex calciatore del Catania Angelo Crialesi, per l’Astrea è un’altra stagione di sofferenza, chiusa al 14° posto a soli 2 punti dal Taranto che si salva ed evita quei playout che, invece, i laziali sono costretti a disputare nuovamente, stavolta contro il Marsala. E stavolta le cose vanno male: nella gara di andata, infatti, i siciliani si impongono in casa per 4-1 e al ritorno l’Astrea non va oltre l’1-1 retrocedendo in serie D e in questa occasione senza ripescaggio. La squadra del ministero, però, non si scompone e vive una stagione da grande protagonista vincendo il girone F della serie D con 68 punti, 5 in più della seconda (Jesi), addirittura 8 in più della Sambenedettese che solo qualche anno prima calcava i campi della serie B. L’8 giugno 1997, inoltre, l’Astrea si aggiudica pure la Coppa Italia Dilettanti battendo per 3-0 i pugliesi del Noicattaro nella finale disputata allo stadio Olimpico di Roma. L’allenatore dell’impresa è Andrea Agostinelli, il bomber Alessandro Cordelli, autore di 30 gol fra campionato e coppa.

Stagione 97-98: l’Astrea è nuovamente in C2 e sotto la guida dell’ex calciatore del Milan Giuseppe Sabadini chiude il campionato al 13° posto ottenendo la salvezza diretta. La stagione 98-99, invece, sarà l’ultima tra i professionisti per l’Astrea che alternerà due allenatori (Sabadini, Corradini e ancora Sabadini) ma non sarà mai in lotta per la salvezza, chiudendo il torneo all’ultimo posto con appena 19 punti, 3 vittorie, 10 pareggi e ben 21 sconfitti, addirittura 11 punti in meno del Casarano penultimo in classifica. L’ultima vittoria dell’Astrea in C2 è datata 25 aprile 1999, 3-2 in casa del Frosinone, mentre l’ultima partita disputata è Astrea-L’Aquila 0-2 del 16 maggio 1999. Dopo la caduta in serie D, i riflettori sull’Astrea si spengono, nonostante la squadra del ministero resti costantemente in D per 17 anni consecutivi, prima della retrocessione in Eccellenza nel 2016, chiudendo un ciclo iniziato a fine anni ottanta e che ha portato una squadra di dipendenti del Ministero della Giustizia, un gruppo di guardie carcerarie, a battersi in C2 con avversari del blasone di Catanzaro, Catania e Taranto. Una storia unica nel suo genere, non certo da prime pagine dei giornali, ma che merita comunque una menzione, specie oggi che sono passati diversi anni.

L’Astrea Calcio ha disputato 8 campionati di serie C2, di cui 6 di fila, ha vinto una Coppa Italia Dilettanti e due volte il campionato di serie D, ha battagliato in stadi del sud Italia caldissimi e con capienze di oltre ventimila spettatori, mentre in casa si accontentava del sostegno di poche centinaia di appassionati. Quella dell’Astrea non è una storia comune, è la storia di un ministero che gioca a pallone e dei suoi dipendenti che, in barba ai luoghi comuni, lavoravano perfino di domenica.

di Marco Milan

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