Amarcord: Giovane Elber, l’esubero del Milan diventato grande in Germania

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Gli appassionati di calcio internazionale in generale e tedesco in particolare sanno benissimo chi sia Giovane Elber, uno dei centravanti più prolifici d’Europa a cavallo tra gli anni novanta e l’inizio dei duemila. In pochi, però, ricordano che l’attaccante brasiliano ha avuto brevi, fugaci e non certo indimenticabili trascorsi anche in Italia dove è stato scaricato troppo presto.

Giovane Elber nasce in Brasile nello stato del Paranà il 23 luglio 1972. La sua città è Londrina ed anche la squadra con cui Elber tira i primi calci al pallone si chiama così. Centrvanti classico, forza fisica, senso del gol, rapidità, non è di quei brasiliani giocolieri, non ha neanche la classe di un Ronaldo, ma è efficace sotto porta e questo basta per attirare l’attenzione di diversi club europei, primo fra tutti il Milan che osserva Elber nel 1991 e lo segnala ad Ariedo Braida. Bastano poche videocassette al dirigente rossonero per convincersi ad acquistare l’attaccante ad appena 19 anni. Tenerlo, però, per il Milan è impossibile perché nel 1991 vige ancora la regola di poter avere in rosa solamente tre calciatori stranieri e alla corte del neo tecnico Fabio Capello ci sono già gli olandesi Gullit, Rijkaard e Van Basten a cui togliere il posto è francamente improbabile. Così Elber viene parcheggiato in prestito in Svizzera al Grasshoppers che all’epoca è la formazione elvetica più forte.

Nella stagione 91-92 il brasiliano realizza 9 reti e in estate torna al Milan, speranzoso di poter essere confermato perché nel frattempo le regole sono cambiate: i club italiani possono tesserare stranieri a piacimento, a patto che ne convochino al massimo tre in ogni partita. I rossoneri acquistano Papin e Savicevic, riportano a Milanello un giovanissimo Boban dopo il prestito a Bari ed osservano nel ritiro anche Elber che, però, sembra ancora acerbo per giocare in una serie A che in quel momento è il campionato più difficile e competitivo del mondo. Il brasiliano, allora, prepara nuovamente le valigie per Zurigo e torna al Grasshoppers dove gioca un’altra stagione e realizza altri 25 gol, sufficienti per far drizzare le antenne al Milan che, stavolta, vuole valutare con più attenzione quel centravanti che in Svizzera ha segnato a raffica. In più, Gullit è andato alla Sampdoria e Van Basten ha iniziato il suo calvario di operazioni alla caviglia che dalla finale di Coppa dei Campioni persa dai rossoneri a Monaco di Baviera col Marsiglia non tornerà mai più in campo.

Al Milan, insomma, gli attaccanti servono ma, a quanto pare, Elber non rientra fra le preferenze di Capello che continua a storcere il naso. Il brasiliano gioca alcune amichevoli nell’estate del 1993 e qualche tifoso ne vorrebbe la conferma, inoltre la Reggiana, neo promossa in serie A, si informa col Milan per un eventuale prestito; i rossoneri traccheggiano, gli emiliani virano su Michele Padovano del Genoa e sullo svedese Ekstroem, alla fine a rimanere col cerino in mano è proprio Elber che a quel punto parla con la dirigenza del Grasshoppers chiedendo uno sforzo economico ai biancoblu che, comunque, già ci avevano pensato: gli svizzeri acquistano il brasiliano che lascia così definitivamente l’Italia e segna altre 21 reti nel campionato elvetico, oltre a vincere anche la coppa nazionale con una squadra ed una tifoseria che ormai lo adorano. Ma è l’ultima gioia col Grasshoppers perché nell’estate del 1994 (dopo che Elber aveva sperato anche nella convocazione col Brasile per Usa ’94) la punta sudamericana si trasferisce in Germania, acquistato dallo Stoccarda.

Stagione 94-95: all’esordio in Bundesliga, Elber realizza 8 reti che raddoppia l’anno dopo quando i gol diventano 16, quindi ne segna una in più nell’annata 96-97 quando lo Stoccarda vince anche la coppa nazionale. E’ il momento del grande salto e nell’estate del 1997, Elber passa al Bayern Monaco dove vivrà gli anni più gloriosi della sua carriera facendosi conoscere in tutta Europa per la valanga di gol che riesce a segnare in campionato e, soprattutto in Coppa dei Campioni. Sono numeri da brividi quelli di Elber col Bayern e che vale la pena elencare: stagione 97-98, 21 reti totali fra tutte le competizioni, porta a casa ancora la Coppa di Germania. Stagione 98-99: altre 21 reti complessive, arriva il primo scudetto, replicato anche nella stagione 99-2000 quando i gol sono 19. Nel 2000-01, poi, la gioia più grande della cariera di Elber, ovvero la vittoria della Coppa dei Campioni che i bavaresi strappano al Valencia a Milano dopo i calci di rigore. In questa annata, il brasiliano sigla 21 gol complessivi, di cui 15 in campionato (ancora vinto) e 6 in Europa.

In un Milan che, nel frattempo, segna quasi solo con Shevchenko, qualche rimpianto serpeggia ancora, forse c’è stata troppa fretta nel liberarsi di quel centravanti che ormai incanta tutto il continente. Qualche timido tentativo lo fanno i cugini dell’Inter, ma il Bayern non ci sente e si tiene stretto il suo centravanti. Stagione 2001-02: Elber segna 24 reti totali, 17 in Bundesliga, 6 in Coppa Campioni ed uno in Coppa di Germania, anche se il Bayern Monaco perde lo scudetto. Si rifarà nell’annata seguente, l’ultima di Elber a Monaco, quando il brasiliano timbrerà il cartellino 31 volte, di cui 21 in campionato. Nell’estate del 2003 già si vocifera di una possibile cessione, ma l’annata inizia ed Elber resta in Germania, anzi, segna anche un gol nelle prime 4 giornate, oltre a uno nella coppa nazionale, poi a fine agosto si trasferisce in Francia, al Lione, dove gioca due anni, vince 2 titoli e segna 10 reti la prima stagione, una la seconda, poi nell’estate del 2005 torna in Germania dove gioca 6 mesi senza fortuna al Borussia MG senza segnare, infine torna in Brasile al Cruzeiro dove realizza 12 reti nel 2006 prima di ritirarsi a 34 anni e dopo quasi 300 gol in carriera.

Giovane Elber ha segnato tanto, molto più di tanti colleghi che hanno avuto più “pubblicità” di lui, forse meno bello da vedere, ma terribilmente efficace in zona gol. E’ stato sfortunato in Nazionale con cui ha giocato dal 1998 al 2001, periodo senza Mondiali, segnando 7 reti in 15 presenze, poche per un attaccante del suo livello. Il Milan di Berlusconi ha avuto in organico fuoriclasse clamorosi, probabilmente si è potuto permettere di fare a meno di Elber, eppure quel rimpianto per non aver visto un attaccante simile in Italia e in una formazione come quella rossonera, in fin dei conti, resta. Rimpianto o, forse, semplice curiosità.

di Marco Milan

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