Amarcord: la seconda Fiorentina di Trapattoni, dall’impresa di Wembley al flop in campionato

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La stagione 1998-99 era stata per la Fiorentina la migliore dall’inizio degli anni ottanta, merito di uno storico ex juventino come Giovanni Trapattoni che alla prima annata sulla panchina viola aveva riportato entusiasmo e risultati col girone d’andata terminato al primo posto, la finale di Coppa Italia persa contro il Parma ed una ottima terza posizione finale che era valsa la qualificazione ai preliminari di Coppa dei Campioni. Ma chi si aspettava un miglioramento nella stagione successiva resterà soddisfatto solo in parte.

Nell’estate del 1999 a Firenze c’è fiducia e volontà di lottare ancora per il vertice, oltre alla speranza di ben figurare in Europa e vincere quella Coppa Italia che a molti è rimasta un urlo strozzato in gola, anche perché il Parma ha vinto solamente grazie alla regola dei gol segnati in trasferta. Vittorio Cecchi Gori, inoltre, ascolta i dettami di Giovanni Trapattoni e rinforza non poco l’organico a disposizione del tecnico: restano, intanto, i grandi calibri della rosa, ovvero il portiere Francesco Toldo, il fantasista Rui Costa ed il centravanti Gabriel Batistuta, capitano e simbolo della Fiorentina. Ma non basta, perché il colpo dell’estate è certamente l’arrivo da Parma di Enrico Chiesa, oltre all’esperto Predrag Mijatovic che andranno a comporre un attacco potenzialmente atomico per i viola. Sbarcano a Firenze anche il centrocampista Bressa, il difensore Adani ed un altro ex juventino, il tornante Angelo Di Livio che porta alla Fiorentina esperienza e personalità. Da Parma, infine, ecco anche Abel Balbo, altro centravanti maturo che all’occorrenza può aiutare Trapattoni a sbloccare partite rognose e bloccate. Le premesse per una Fiorentina d’alta classifica ci sono, ora sta alla squadra dimostrare il proprio valore.

Trapattoni, come sempre, bada al sodo e passa abbastanza agevolmente il preliminare di Coppa Campioni eliminando gli ostici polacchi del Widzew Lodz. Anche l’avvio di campionato è più che buono: all’esordio il 29 agosto contro il Bari, la Fiorentina vince per 1-0 grazie al gol di Chiesa ad inizio ripresa, poi dopo il 2-2 sfortunato in casa della Reggina e causato nel finale da un maldestro errore di Toldo, i viola battono per 4-1 il Verona al Franchi e pareggiano 1-1 a Udine, rimanendo in linea con le premesse di inizio stagione. E’ cominciata, nel frattempo, anche la prima fase a gironi di Coppa dei Campioni dove i toscani sono in un complicato raggruppamento assieme al Barcellona, all’Arsenal e agli svedesi dell’Aik. Le prime tre partite mettono a forte rischio la qualificazione della Fiorentina che pareggia 0-0 contro Arsenal e Aik, e perde 4-2 a Barcellona, surclassata dalla tecnica dei catalani. Le cose si mettono male anche in campionato dove i gligliati perdono tre gare di fila, di cui due in casa contro Roma e Parma ed una in trasferta a Piacenza il 24 ottobre 1999, giornata in cui le dimissioni di Giovanni Trapattoni sembrano inevitabili: l’allenatore ammette di non avere più il controllo dello spogliatoio, invitando indirettamente la società a cambiare.

Ma dopo la tempesta esce il sole: la Fiorentina conferma la fiducia a Trapattoni e tre giorni dopo un meraviglioso gol di Batistuta a meno di venti minuti dalla fine consente alla squadra toscana di vincere a Wembley contro l’Arsenal e centrare la qualificazione alla seconda fase a gironi della Coppa Campioni, dopo anche il successo per 3-0 a Firenze contro l’Aik. Sembra essere tornato il sereno in casa viola, ma in campionato non tutto si è aggiustato: l’1-1 casalingo contro il Torino arriva in rimonta e dopo una prestazione tutta all’attacco con pali, prodezze del portiere granata ed un rigore calciato alle stelle da Batistuta; il pari di Balbo a tempo quasi scaduto appare come un brodino o poco più, così come l’1-1 di Cagliari della settimana successiva. Ben più importante è l’1-0 contro il Perugia del 20 novembre, prima vittoria viola in campionato dopo due mesi. Passano due settimane e la Fiorentina supera in rimonta 2-1 il Milan campione d’Italia in carica, poi perde in casa della Lazio, ferma sul pari casalingo la Juve e batte, sempre in casa, l’Inter di Lippi grazie ad un gol di Adani al 91′. Il girone d’andata termina con la sconfitta a Venezia, intanto anche la Coppa Italia è andata in frantumi, coi viola eliminati proprio dalla squadra lagunare.

Il tallone d’Achille della Fiorentina sono le gare in trasferta: dopo il ko di Venezia, infatti, la squadra di Trapattoni perde anche a Bari, a Roma coi giallorossi (per 4-0) e pareggia 2-2 a Verona. Servono a poco, così, le vittorie casalinghe contro Reggina e Piacenza, perché la classifica resta deficitaria. Il successo fuori casa arriva il 27 febbraio col roboante 4-0 di Parma, mentre intanto riparte la Coppa dei Campioni dove la Fiorentina sembra avere altro passo ed altro entusiasmo: già alla fine del 1999, infatti, i viola avevano battuto per 2-0 al Franchi i campioni d’Europa del Manchester United coi gol argentini di Batistuta e Balbo, per poi superare in casa anche il Valencia, futura finalista del torneo. Ma la successiva sconfitta proprio in Spagna, il ko per 3-1 a Manchester ed il 3-3 finale contro il Bordeaux estromettono i toscani dalla manifestazione, lasciando un enorme rammarico anche perché il campionato è ormai andato a rotoli, lo scudetto è stato accantonato in autunno ed anche il quarto posto (che porta in Coppa dei Campioni) è più lontano che mai. Resta l’obiettivo della zona Uefa, unico traguardo possibile per una Fiorentina che ha capito bene come l’annata si stia rivelando più deludente del previsto nonostante una rosa rinforzata.

Le voci sull’addio a fine anno di Trapattoni, inoltre, si fanno sempre più insistenti, così come il nome di Fatih Terim si fa ingombrante sulla testa del tecnico di Cusano Milanino. L’allenatore turco piace per freschezza di gioco e carisma, proprio nella primavera del 2000 condurrà il Galatasaray alla vittoria della Coppa Uefa, conquistata ai calci di rigore nella finale di Copenaghen contro l’Arsenal. Il campionato 99-2000 della Fiorentina, intanto, prosegue fra alti e bassi: i viola vincono agevolmente in casa contro il Cagliari ma perdono a Torino sia contro i granata che contro la Juventus, pareggiano col Bologna ma trionfano 4-0 a San Siro contro l’Inter, offrono prestazioni gagliarde in casa del Milan (fermato sull’1-1) e contro la Lazio, rimontata sul 3-3 in un rocambolesco sabato pomeriggio che vedrà la mamma del presidente Cecchi Gori esibirsi in un poco edificante gesto dell’ombrello nei confronti dei laziali. Il 14 maggio 2000, mentre proprio la Lazio conquista lo scudetto ai danni della Juventus, la Fiorentina chiude la sua stagione battendo al Franchi per 3-0 il Venezia con tripletta di Gabriel Batistuta. Saranno gli ultimi gol del bomber argentino che in estate passerà alla Roma, deluso da una proprietà in via di smantellamento.

Anche Trapattoni lascia Firenze dopo due anni comunque positivi, il primo soprattutto. Nella seconda annata, invece, le premesse non sono state seguite dai risultati, le parole non sono state confermate dai fatti; la Fiorentina 99-2000 sembrava più forte di quella precedente, ha ben figurato in Europa, ma ha pesantemente steccato in campionato (settimo posto finale con qualificazione alla Coppa Uefa, 23 reti di Batistuta, l’unico a confermarsi). Hanno deluso i nuovi acquisti: Chiesa, mai collocato correttamente da Trapattoni e afflitto da qualche guaio fisico di troppo, chiude la stagione con appena 7 reti in campionato, una in Coppa Italia e 4 in Europa. Fa ancor peggio Mijatovic, autore di soli 2 centri in serie A ed uno in Coppa Campioni. Quello che doveva essere il campionato della conferma si è invece trasformato in una cocente delusione, quella che doveva essere la Coppa Italia della riscossa si è rivelata un flop assoluto con eliminazione al primo turno per mano del Venezia, retrocesso praticamente a metà campionato. E’ andato quasi tutto male in un’annata che a Firenze avevano sperato potesse essere diversa.

Il campionato delle 7 sorelle. Lo avevano definito così nell’estate del 1999: Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Parma e Roma, tutte in lotta (ipotetica) per lo scudetto. Non è andata così, né quell’anno e né mai in serie A. L’exploit della Fiorentina di Trapattoni nel 98-99 non ha avuto seguito e l’immagine del gol di Batistuta a Wembley (che molti tifosi gigliati hanno ancora appesa in camera come poster) non basta a rendere la stagione 99-2000 soddisfacente per i viola che avevano sognato una gloria mai arrivata.

di Marco Milan

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