Amarcord: Marco Pullo, il pulcino coi grandi
Pullo, il significato di pulcino non si addice particolarmente ad un calciatore, specie poi ad un difensore che dovrebbe essere simbolo di grinta e rudezza. Eppure, giocando col cognome, Marco Pullo sembra essere stato proprio un piccolo pulcino al cospetto dei grandi, un talento mai esploso che ha avuto la sfortuna di giocare poco e la fortuna di ritrovarsi ancora oggi nelle foto tra le più iconiche della storia europea.
Marco Pullo nasce vicino Frosinone, a Ripi, il 24 giugno 1968 e proprio lì inizia a dare i primi calci al pallone, col risultato che molti allenatori ed osservatori notano un certo talento ed una certa eleganza nel trattare il pallone per uno che, sin dagli esordi, appare destinato a fare il difensore. Uno stopper dai piedi buoni, si direbbe, tanto che a Ripi la sua carriera dura poco visto che nel 1985 lo nota la Lodigiani che è il top nel Lazio per scovare giovani promesse e che lo porta a Roma per farlo crescere. Nella capitale, Pullo si fa notare pur essendo ancora più che minorenne e su di lui posa gli occhi niente meno che il Milan che lo va a vedere più di una volta e poi decide di acquistarlo nell’estate del 1986, divenendo così uno degli storici primi acquisti del nuovo presidente rossonero Silvio Berlusconi. Pullo sbarca a Milano con timidezza ma anche ambizione, sa che andrà a far parte del settore giovanile milanista, ma non per questo tradisce emozione o senso di inadeguatezza, perché tutti gli hanno prospettato una brillante carriera e lui vuole provare a confermare le aspettative.
Nella stagione 1986-87, il difensore ciociaro gioca con la Primavera del Milan, a fine annata disputa due amichevoli con la prima squadra, la prima col Pergocrema e la seconda col Sandonà, poi la società milanese, che prepara lo sbarco in panchina di Arrigo Sacchi e l’inizio di un ciclo vincente durato oltre vent’anni, gira il giovanotto in prestito biennale al Parma in serie B. In Emilia, Pullo si ritaglia il suo spazio e in due stagioni gioca oltre 60 partite diventando un punto di riferimento della retroguardia parmense; alto oltre un metro e ottanta, elegante, il difensore di proprietà del Milan (che nel 1988 esordisce anche con la nazionale under 21) sembra essere ormai pronto per rientrare alla base e mettersi a disposizione di Arrigo Sacchi divenendo un’ottima alternativa alla coppia Baresi-Costacurta, assieme a Filippo Galli. Ma ecco che il destino ci mette lo zampino e proprio in vista del ritiro estivo del 1989, quando Pullo sta per lanciarsi nel pre campionato a Milanello, arriva un grave infortunio al ginocchio che ne pregiudica la preparazione e l’intera annata 1989-90 che sarebbe dovuta essere quella della sua definitiva esplosione.
Nelle foto della presentazione del Milan nell’estate del 1989, Pullo appare sorridente ma si trascina con le stampelle, segno che i tempi di recupero saranno lunghi. La stagione 89-90 passa, i rossoneri perdono lo scudetto nelle ultime battute a beneficio del Napoli, ma vincono la Coppa dei Campioni nella finale di Vienna contro il Benfica. E nelle foto dei festeggiamenti, ecco sbucare Pullo, capelli lunghi e barba, che sorride e fa bisboccia dietro ai vari Gullit, Van Basten, Rijkaard e Maldini. Parecchi tifosi milanisti hanno ancora a casa i poster del Guerin Sportivo e del mensile Forza Milan e in cui spunta questo ragazzotto che i meno accaniti faticano pure a riconoscere, così come il difensore è in prima fila in una storica fotografia di una cena che celebra proprio il trionfo europeo e in cui si nota anche la presenza degli attori Renato Pozzetto (tifosissimo milanista) e Paolo Villaggio, ospiti di Berlusconi che promuove il primo film della trilogia Le Comiche, interpretato dai due. Pullo è comunque ormai ristabilito, ha perfino fatto capolino in Coppa Italia ed è pronto per giocare; non al Milan, però, perché i rossoneri lo girano nuovamente in prestito al fine di garantirgli tante partite e farlo esplodere definitivamente. L’accordo è col Pisa, neo promosso in serie A, che lo inserisce in un reparto che può contare sull’esperto Bosco e sul nuovo arrivo, il giovane argentino Chamot.
Il Pisa parte fortissimo, dopo due giornate è addirittura in testa alla classifica a punteggio pieno, Pullo si inserisce bene ed inizia pure a giocare con discreta continuità sia in serie A che in Coppa Italia. La squadra toscana gioca bene e tutto sembra funzionare alla grande, poi i nerazzurri calano alla distanza, nel gruppo qualcosa si rompe ed il Pisa incomincia a sprofondare in classifica senza più riprendersi, tanto che la retrocessione sarà inevitabile nonostante il cambio di panchina con Luca Giannini a rilevare Lucescu. Pullo chiude il campionato con 18 presenze, un buon bottino nonostante l’annata da incubo della squadra. Nell’estate del 1991 torna al Milan dove resta pochissimo prima di far nuovamente le valigie ed essere prestato ancora, stavolta in serie B al Palermo. L’avventura in Sicilia sarà un calvario e l’ultima speranza per il difensore di sfondare nel grande calcio, un’illusione che propro con l’esperienza palermitana si sgonfierà del tutto nella mente e nell’anima di una promessa che non ce la farà ad emergere.
A Palermo, del resto, avrebbero dovuto capire quasi subito che la stagione 91-92, quella del ritorno in serie B, sarebbe stata complicata: il 13 agosto 1991 i rosanero affrontano in amichevole alla Favorita proprio il Milan, affidato intanto a Fabio Capello. Va bene la complessità dell’incontro, va bene l’avversario, va bene l’emozione, non tutto però è sufficiente a spiegare il clamoroso 0-8 incassato dai siciliani contro lo squadrone milanista. Poi incomincia pure il campionato ed il Palermo è tutt’altro che in forma e sin dalle prime battute si intuisce che salvarsi sarà complicato. Il 13 ottobre i palermitani perdono 2-0 a Pisa e a fine partita il tecnico Enzo Ferrari sarà esonerato; Marco Pullo verrà informato della decisione della società in ospedale, perché proprio nella gara di Pisa contro la sua ex squadra si è procurato il secondo grave infortunio che lo terrà lontano dai campi per un girone intero. Per tutta la durata della convalescenza, il calciatore viene affidato alle cure e all’attenzione anche dei medici del Milan, società che vuol capire se la ripresa sarà completa e se il ragazzo tornerà a ristabilirsi a sufficienza.
Pullo ricomincia ad allenarsi in inverno, da solo, fra giri di campo, sedute extra in palestra, vasche in piscina. Il ginocchio risponde bene, lui assiste agli allenamenti dei compagni, ha la fiducia del nuovo allenatore Gianni Di Marzio che spera di poterlo avere a disposizione in breve tempo. Domenica 1 marzo 1992, Pullo siede in panchina nella gara che il Palermo perde a Lecce, mentre una settimana più tardi gioca Palermo-Pisa 1-1, un girone esatto dopo l’infortunio. Il campionato dei siciliani prosegue a singhiozzo, Pullo rilascia anche un’intervista in cui rassicura tutti circa le sue condizioni fisiche e che poi chiude con una sicurezza: “Il Palermo si salverà al 100%“. In molti, a dire il vero, nell’ambiente palermitano sanno già che il club non riscatterà il giocatore a fine stagione e che Pullo tornerà a Milano in estate. Il 14 giugno, nonostante l’1-0 sulla Lucchese, il Palermo torna in C1 e Pullo farà le valigie con direzione Milano dopo 21 presenze ed un amore mai sbocciato con la città, anche per via di un curioso episodio che lo aveva visto protagonista al volante della sua Saab nera. Il giocatore aveva, infatti, causato un piccolo incidente stradale coinvolgendo un’altra macchina e, nel momento di andare a discutere all’arrivo dei vigili, aveva esordito dicendo: “Si, ma io sono un calciatore del Palermo“, evitando qualche sberla solo per la solerzia delle forze dell’ordine.
Nell’estate del 1992 il Milan lo cede al Taranto, sempre in serie B, ma sarà un’altra stagione travagliata perché i pugliesi, in evidenti difficoltà finanziarie, termineranno il campionato in fondo alla classifica e senza mai realmente lottare per la salvezza. Sarà proprio nel torneo cadetto 92-93, però, che Pullo troverà il primo ed unico gol della sua carriera fra i professionisti, una rete pure decisiva perché vale i 2 punti nel successo del Taranto contro il Padova il 3 gennaio 1993. Appena 3 presenze ed un gol, terza retrocessione di fila tra serie A e B, per Marco Pullo il treno sembra passato, il Milan lo riprende in estate ma i continui fastidi al ginocchio ed un entusiasmo ormai sotto la suola delle scarpe, portano il giocatore ad un repentino ridimensionamento che lo conduce in serie C alla Pro Sesto nella stagione 94-95 (appena 10 presenze) ed al ritiro nel 1996 dopo essersi ritrovato senza squadra e, soprattutto, senza più nulla da dare al calcio, né dal punto di vista fisico e né da quello mentale. Una carriera promettente che si è chiusa in fretta, a neanche trent’anni, e che è poi finita nel dimenticatoio di un calcio sempre più cinico e frenetico.
Di Marco Pullo restano oggi quelle iconiche foto della Coppa dei Campioni col Milan del 1990, qualche articolo e qualche immagine che il tempo sta inesorabilmente ingiallendo e rovinando. La sua carriera doveva essere folgorante ed è invece progressivamente svanita, allontanando Pullo da un mondo che non ha dimenticato ma da cui è uscito in fretta, cambiando vita e diventando responsabile commerciale d’azienda.
di Marco Milan