Amarcord: Roberto Nanni, cercasi bomber

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Quante storie si potrebbero raccontare circa presunti goleador, giunti in Italia coi galloni di super bomber e che si sono invece rivelati meteore o, peggio ancora, calciatori totalmente inadeguati? Sui celebri “bidoni” sono stati scritti articoli e perfino libri, aggiungendo di anno in anno nuovi grotteschi capitoli. Inserirvi, allora, il nome di Roberto Nanni è più semplice del previsto.

Roberto Nanni è un argentino di chiare origini italiane, nome completo Roberto Antonio Nanni de Oliveira, nato ad Azul il 20 agosto 1981. Le caratteristiche del bomber le ha tutte: alto un metro e novanta, fisico da granatiere, fiuto del gol; la sensazione comune in Argentina, insomma, è che presto o tardi questo ragazzone farà strada, forse anche in Europa. Dopo una stagione di apprendistato, Nanni si scatena nell’annata 2002-03 quando con la maglia del Velez Sarsfield mette a segno 22 reti in 33 presenze, secondo nella classifica marcatori solamente ad un’altra futura conoscenza del campionato italiano, Luciano Gabriel Figueroa che giocherà nel Genoa con alterne fortune. E’ in questo periodo che in patria gli affibbiano il soprannome di Pistolero, proprio mentre il Velez conclude la trattativa per cederlo alla Dinamo Kiev; il sogno europeo si realizza e Nanni si trasferisce in Ucraina dove segna pure all’esordio, ma dove finisce per trovare pochissimo spazio, tanto che la Dinamo lo cede in prestito in Spagna, all’Almeria (che milita in serie B) dove riesce a segnare 5 gol in 12 partite.

Tornato a Kiev, Nanni capisce che poco è cambiato e così fa ancora le valigie per trasferirsi nuovamente in prestito, stavolta in Italia e in serie A, al Siena. Durante il pre campionato, l’allenatore dei toscani Luigi De Canio lo tiene parecchio in considerazione, anzi, ne parla benissimo anche ai giornalisti, affermando che l’argentino può essere la spalla ideale in attacco per Enrico Chiesa, leader e punto di riferimento della squadra bianconera. E l’esordio non è male, perché alla prima partita ufficiale con la maglia del Siena, il 7 agosto 2005, Nanni sigla il gol del definitivo 2-1 in casa della Juve Stabia nel primo turno di Coppa Italia. Ma il buongiorno, evidentemente, non sempre si vede dal mattino, poiché da quel debutto fortunato, il percorso dell’attaccante sudamericano si inclina fino a diventare talmente ripido da renderne impossibile la scalata. Nanni palesa parecchie lacune tattiche, De Canio si sgola in allenamento, gli indica i movimenti che poi lui puntualmente sbaglia. Qualcuno giura di aver sentito il tecnico bofonchiare “Questo qui ha sbagliato mestiere“, anche se De Canio non confermerà mai e la frase rimarrà solamente una leggenda metropolitana.

Il 6 novembre, dopo che l’argentino aveva esordito in campionato contro la Fiorentina, comunque accade il patatrac: l’allenatore senese manda in campo Nanni nella gara casalinga contro il Chievo che il Siena sta perdendo per 1-0; è il 65′ e i toscani devono rimettere in sesto quello che è un autentico spareggio salvezza. La punta sudamericana fa talmente arrabbiare De Canio che l’allenatore, sfidando anche possibili infortuni, al 70′, cioè appena 5 minuti dopo averlo fatto entrare, lo rimanda a sedersi in panchina e butta dentro Volpato. Siena-Chievo finirà 0-1, ma il risultato ha poca importanza per quanto riguarda il rapporto fra Nanni e l’allenatore, ormai definitivamente compromesso. L’argentino a gennaio finisce in prestito al Messina, rimanendo in serie A e sperando di giocare un po’ di più ed essere maggiormente apprezzato dal tecnico. Ma anche Bortolo Mutti, che guida i siciliani, non ne evidenzia particolari qualità e lo lascia sovente in panchina. I quotidiani locali, che hanno studiato la storia dell’attaccante argentino, si interrogano: “Dove è finita la mira del Pistolero?“. Già, dov’è finita?

Qualcuno inizia a pensare che Nanni di qualità non ne abbia proprio e che, altezza a parte, non possieda né tecnica e né acrobazia, né tantomeno fiuto del gol. Il Messina, nel frattempo, è in piena crisi e la retrocessione sembra dietro l’angolo; l’attacco dei giallorossi si poggia quasi esclusivamente su Arturo Di Napoli, qualche gol lo fanno Sculli e Floccari, mentre Muslimovic e soprattutto Nanni fanno, come si suol dire, da tappezzeria. Messina-Lecce del 12 marzo 2006 sembra l’ultima spiaggia per i siciliani, al cospetto di un’altra formazione, quella salentina, ad un passo dal baratro. Il Messina passa in vantaggio poco prima della mezz’ora del primo tempo grazie ad una fortunosa autorete, ma già ad un soffio dall’intervallo arriva il pareggio del Lecce col brasiliano Babù. Per i siculi la retrocessione è sempre più vicina, la squadra di Mutti attacca ma appare confusa e senza idee, in preda all’affanno e col pubblico che fischia a più non posso. Al 77′, Mutti opta per la mossa della disperazione: fuori Di Napoli e dentro Nanni; qualcuno sugli spalti ridacchia, i più inferociti ululano come coyoti. Ma Nanni, stavolta, ha in serbo la vendetta: all’85’, infatti, il centravanti argentino si getta in scivolata su un cross dalla sinistra e spinge la palla in rete per il 2-1 che vale 3 punti e qualche speranza di salvezza per il Messina.

L’oggetto misterioso, insomma, ha finalmente dato segni di vita, anche se il gol contro il Lecce non sbloccherà né lui e né i giallorossi: Nanni rimarrà inchiodato a quella rete fino al termine del campionato che il Messina chiuderà con la retrocessione, poi revocata dallo scandalo di Calciopoli, e in estate l’argentino finirà di nuovo in prestito spostandosi, però, di appena qualche chilometro perché ad aggiudicarselo sarà il Crotone che milita in serie B. I tifosi calabresi, che pure non sembrano entusiasti di quell’acquisto, sperano che in una categoria inferiore il centravanti possa ritrovare quella vena realizzativa mostrata in patria e completamente smarrita in Italia. E l’inizio in terra crotonese non è neanche così negativo, perché Nanni segna già alla seconda giornata, il 16 settembre 2006, nella sconfitta dei rossoblu per 3-1 a Cesena; che per la formazione calabrese sarà un campionato di sofferenza è chiaro a tutti sin da subito, ma almeno la sensazione è che il bomber argentino possa essere utile alla causa con qualche gol. Il Crotone resta invischiato nella lotta per non retrocedere e Nanni riprende a fare ciò che aveva sempre fatto in Italia, ovvero non segnare. Il 16 dicembre, esattamente tre mesi dopo la prima rete con la maglia rossoblu, l’argentino sigla il suo secondo ed ultimo gol italiano nella sfida che i calabresi pareggiano in casa 2-2 contro il Pescara, poi finirà nel dimenticatoio in un’annata che il Crotone chiuderà al penultimo posto, retrocedendo a ben 14 punti dalla zona playout.

Roberto Nanni tornerà in Argentina nel 2008 dopo essere rimasto svincolato per quasi un anno, ma anche il ritorno al Velez si rivelerà insoddisfacente. L’attaccante vagherà per il sudamerica giocando in Paraguay (dove segnerà qualche gol nel Cerro Porteno), in Messico e in Colombia, senza tornare mai più il bomber di inizio carriera. Per molti era una promessa, per tutti (soprattutto in Italia) Nanni è rimasto semplicemente il pistolero che sparava a salve.

di Marco Milan

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