Amarcord: Bari 94-95, profumo d’Europa

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Un grande pubblico, un grande tifo, un grande stadio, una grande città. Questa è Bari, una piazza che meriterebbe molto più di quanto ottenuto nella storia e che, tra l’altro, non ha mai coronato il sogno di giocare le coppe europee, come del resto nessun altro in Puglia. Eppure, c’è stata una stagione in cui a Bari tutto ciò sembrava possibile e in cui quella piazza ha sognato l’Europa, svegliandosi d’incanto ma pur sempre soddisfatta di un cammino forse irripetibile.

Nell’estate del 1994 c’è grande entusiasmo a Bari dopo la promozione in serie A conseguita al termine di un campionato da protagonista e due anni dopo l’amara retrocessione del 1992. Artefice del successo è l’allenatore Giuseppe Materazzi che ha creato un gruppo solido e unito che ha come punta di diamante il centravanti Sandro Tovalieri, miglior marcatore della squadra in serie B con 14 reti. La campagna acquisti del presidente Vincenzo Matarrese prevede la cessione dell’attaccante brasiliano Joao Paulo, che saluta la Puglia dopo 5 anni, ed il ritorno di un altro carioca, il centrocampista Gerson che aveva già giocato in biancorosso dal 1989 al 1991 e che nell’ultima stagione aveva giocato con i poco amati corregionali del Lecce risultando fra i pochi a salvarsi in una squadra da incubo e retrocessa in pratica già a metà stagione. Oltre al brasiliano, vengono acquistati anche il giovane e promettente fantasista Roberto Cau (considerato addirittura l’erede di Gianfranco Zola) e l’attaccante colombiano Miguel Guerrero che giunge in Italia col pedigree di bomber di razza, reduce da 34 gol siglati nell’ultimo campionato con la maglia del Junior Barranquilla. Proprio dalla stagione 94-95, inoltre, la serie A introduce i 3 punti a vittoria e Materazzi ha l’illuminante idea di modificare leggermente il suo gioco, trasformando una manovra particolarmente attenta in una più offensiva e spregiudicata.

Il senso è semplice: con le nuove regole, conquistare un punto o zero fa poca differenza, conquistarne 3 ne fa molta e la differenza fra pareggio e successo è rilevante rispetto al passato. Il Bari, tuttavia, non parte benissimo in campionato, anche se il calendario non è dei migliori: alla prima giornata, i pugliesi perdono in casa 1-0 contro la Lazio, alla seconda cadono 2-0 a Torino contro la Juventus. Il riscatto arriva già una settimana dopo, il 18 settembre 1994, col successo per 1-0 con la Reggiana, firmato da un gol di Tovalieri nel primo tempo. E’ l’inizio di una lunga serie, perché alla quarta giornata il Bari sbanca Padova per 2-0 (reti di Gerson e Pedone), poi arriva lo 0-0 casalingo contro il Cagliari che lascia l’amaro in bocca a qualcuno. Ma è una squadra che ha una sua identità, gioca bene e sembra equilibrata, l’unico neo sembra essere Guerrero, quell’attaccante colombiano giunto coi galloni del super goleador e che sta invece rischiando seriamente di entrare a far parte della categoria “bidoni stranieri” che dalla riapertura delle frontiere in Italia nel 1980 miete vittime (anche illustri) ogni anno.

Ma la rivincita è dietro l’angolo anche per la punta sudamericana e la “vendetta” sugli scettici si concretizza già il 16 ottobre e sul palcoscenico più inaspettato, quello di San Siro. Si gioca, infatti, Inter-Bari e i pugliesi sembrano il classico agnello sacrificale di giornata, diventando invece gli inattesi protagonisti di una domenica che manda in tilt la serie A e pure il Totocalcio. Dopo appena un minuto, infatti, proprio Guerrero infila Pagliuca e porta in vantaggio il Bari, poi a fine primo tempo raddoppia Tovalieri e a nulla serve il gol interista firmato da Pancev (lui sì bidone autentico) a un quarto d’ora dalla fine. Il Bari espugna San Siro e si prende complimenti e titoloni sui giornali: dove può arrivare questa squadra? Se lo chiede la stampa, lo urlano gli increduli tifosi baresi, anche se a smorzare gli entusiasmi ci pensa Materazzi in persona che afferma: “Arriviamo dalla serie B, il campionato è lungo e quello che conta è mettere da parte punti per la salvezza“. Anche perché, gli entusiasmi li spegne subito il capitombolo di Napoli dove i biancorossi cadono 3-0, ma vengono immediatamente riaccesi dal 4-1 rifilato al Genoa il 30 ottobre in quella che per molti rimarrà anche la più bella partita dell’anno per il Bari e nella quale si scatenano gli attaccanti Protti e Tovalieri con una doppietta a testa.

Dopo il ko di Firenze, i pugliesi infilano tre vittorie di fila contro Cremonese e Foggia in casa e a Brescia, prima di 4 sconfitte consecutive tra metà dicembre e metà gennaio contro Torino, Parma, Roma e Milan. E’ in particolare il rovescio interno contro i rossoneri (3-5) che mette a nudo qualche pecca difensiva di troppo, unita però ad un attacco formidabile. Con l’inizio del 1995, inoltre, il Bari ritrova anche punti e vittorie, come il 2-1 in casa della Lazio firmato ancora da una doppietta di Tovalieri che è il bomber della squadra e che si candida perfino per una convocazione in Nazionale. E’ il punto più alto della stagione, i biancorossi stazionano a metà classifica, sono lontani ormai dalla zona retrocessione e qualcuno sussurra che possano addirittura inserirsi in zona Uefa, anche se, a dirla tutta, la classifica non regala moltissime speranze. Eppure, in città serpeggia un entusiasmo forse mai visto prima, il San Nicola per la prima volta dopo la sua inaugurazione nella stagione 90-91 si riempie e il pubblico festeggia ad ogni occasione. I calciatori, poi, inaugurano la celebre esultanza del trenino dopo i gol e che rimarrà per anni un’icona.

Il 12 marzo 1995 il Bari perde in casa 1-0 contro l’Inter. Sembra una sconfitta come tante, sarà invece l’ultima in due mesi per la squadra di Materazzi che da quella 23°giornata non perderà più sino al 31° turno quando cadrà a Parma, inanellando una serie utile di ben 8 partite consecutive. Tovalieri continua a segnare a raffica: suoi, ad esempio, i gol nei pareggi per 1-1 contro Napoli e Genoa. Il 23 aprile, nel 3-0 inflitto al Brescia fanalino di coda, torna a segnare pure Guerrero, oltre al difensore Lorenzo Amoruso che si sta scoprendo goleador anche grazie all’abilità nel calciare le punizioni dalla distanza. Il 7 maggio il Bari supera al San Nicola il Torino per 3-1 e veleggia ormai tranquillamente a metà classifica, il 28 maggio (penultima giornata) i biancorossi vincono un’altra volta a San Siro, stavolta battendo il Milan grazie al solito gol di Tovalieri nella ripresa. Un’impresa incredibile quella di sbancare due volte nella stessa annata la Scala del Calcio. Il Bari chiude il campionato il 5 giugno 1995 con il ko casalingo contro la Sampdoria, ma fra gli applausi di un pubblico che ha apprezzato una squadra a tratti spettacolare e che non si è accontentata di una semplice salvezza, magari tribolata, ma ha provato ad andare oltre.

Il Bari 94-95 termina il campionato al 12° posto con 44 punti, un attacco in grado di segnare 40 reti (le stesse del Napoli, una in più dell’Inter) e un centravanti come Tovalieri che ne realizza addirittura 17 in quella che rimarrà la migliore stagione nella carriera della punta romana. Una squadra, il Bari di Materazzi, capace di vincere due volte a San Siro e regalare alla sua gente un sogno, forse durato poco e forse neanche così nitido, ma sufficiente a collocare quel gruppo nella leggenda.

di Marco Milan

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