C’è posta per tech | L’inquinamento dei Big Data

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Avete mai pensato a quanto inquina una email?

Bene, se l’avete fatto siete molto più bravi di me. Alla sottoscritta non era minimamente venuto in mente. Sarà per la quantità e l’automatismo delle operazioni che ogni giorno compiamo online, ma, mi riesce veramente difficile credere che un semplice messaggio di posta elettronica o un giro sui social network possa avere un impatto negativo sull’ambiente. Evidetemente,  ho dovuto ricredermi grazie anche alle letture nelle quali mi sono imbattuta per vederci chiaro.
Solo a titolo di esempio riporto alcuni dati che, personalmente, trovo strabilianti.
Ogni giorno, nel mondo, vengono inoltrate – silo da privati cittadini – 250 miliardi di email pesanti circa 200-400 kilobyte, se comprensive di firme.
Nel 2020, anche a causa della pandemia, sono state messe in circolo 60 zettabyte di informazioni cosi suddivise: 40% legate al mondo social, 20 % al mondo del lavoro e il rimanente 40% a tutto il resto.
Se questo ordine di grandezza dovesse essere mantenuto, o addirittura incrementato (cosa che certamente avverrà), si ipotizza che per conservarle entro il 2025 sarà necessario costruire un enorme datacenter alto 20 metri e grande quanto una città intera.

Cosa fare allora?
Beh, secondo il #CapgeminiResearchInstitute perlomeno le big tech, da Apple ad Amazon, si stanno dirigendo verso una #ITSostenibile. Lo stesso non può certo dirsi per il nostro Bel Paese, laddove, solo il 7 % delle aziende intervistate è consapevole dell’importanza di tendere ad una digitalizzazione a impatto 0.
Ma attenzione! Anche noi possiamo fare la nostra parte per ridurre l’impronta ecologica digitale.
Lato hardware, possiamo ponderare gli acquisti in base ai nostri reali bisogni, far durare il più possibile i dispositivi e smaltirli correttamente.
Online, invece, potremmo adottare diversi comportamenti virtuosi: da cancellare newsletter e email del secolo scorso che non leggiamo da tempo o che non abbiamo mai letto, a ridurre l’invio di email pesanti sino a stoppare i video di YouTube quando non li guardiamo. Sono tutte azioni che faremmo bene a far diventare abitudini.

Il pianeta Terra, la nostra casa, è un luogo bellissimo che necessita di essere protetto e che ha, altrettanto, bisogno delle nuove tecnologie per progredire

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