Amarcord: quando il Livorno giocò in Europa

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Se le coppe europee fossero esistite già prima della metà degli anni cinquanta, il Livorno non avrebbe dovuto attendere quasi un secolo per giocarle, anzi, gli sarebbe bastato il secondo posto in campionato ottenuto al termine della stagione 1941-42 per esordire in quella Coppa Uefa che gli amaranto conosceranno invece solo a metà anni duemila nell’unica e forse irripetibile esperienza continentale della loro storia.

Il Livorno 2005-2006 chiude la serie A al nono posto dopo un avvio più che brillante ed un finale di stagione meno limpido. La qualificazione Uefa a lungo sognata, dunque, resta una chimera per i toscani che però in estate hanno una bella sorpresa perché lo scandalo che travolge l’Italia del calcio e che verrà ribattezzato Calciopoli esclude dalle coppe, a causa delle forti penalizzazioni, Fiorentina e Lazio, sbatte la Juventus in serie B e promuove così il Livorno al sesto posto, utile per il primo e storico approdo in Europa. Certo, il campo aveva detto altro, ma nella città del cacciucco hanno poco da fare gli schizzinosi, anzi, si leccano i baffi al solo pensiero di poter debuttare finalmente in Europa dopo tanta attesa e dopo quei maledetti anni ottanta e novanta, passati ad arrancare fra serie D (dopo il fallimento), C2, C1, la maledizione di tanti playoff persi ed il ritorno in serie B solo nel 2002. In panchina c’è il romagnolo Daniele Arrigoni, in campo il bomber e capitano Cristiano Lucarelli, simbolo della squadra, della tifoseria e della città intera, oltre al portiere Marco Amelia, all’esperto stopper Fabio Galante e ad un centrocampo in cui spicca la stella di Stefano Fiore (ex Lazio e Nazionale), oltre al portoghese Vidigal. E se in campionato l’obiettivo resta la salvezza, l’avventura europea non pone limiti ai livornesi: si arrivi il più lontano possibile, ogni turno superato sarà un guadagno.

L’esordio in Europa del Livorno è datato 14 settembre 2006 allo stadio Ardenza contro gli austriaci del Pasching nel primo turno preliminare. Lo stadio è stracolmo, gli amaranto prendono subito in mano la partita e tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa la vincono grazie ai gol del centravanti lituano Danilevicius e al raddoppio di Lucarelli per un 2-0 che rende il ritorno in Austria del 28 settembre una sorta di formalità che i toscani assolveranno pienamente con l’1-0 firmato dall’attaccante ivoriano Bakayoko. Gli uomini di Arrigoni sono qualificati alla fase a gironi e già questo è un traguardo importante, nonostante nessuno abbia voglia di fermarsi. E’ una Coppa Uefa strana quella dell’epoca, le squadre sono tante (troppe, probabilmente), i gruppi sono formati da 5 compagini e le gare sono di sola andata, si qualificano ai sedicesimi di finale le prime tre di ogni raggruppamento. Una formula che non piace quasi a nessuno e che finisce con l’annoiare il pubblico, soprattutto perché ci sono poche sfide interessanti e la gente preferisce aspettare la primavera e l’inizio degli scontri ad eliminazione diretta. A Livorno, però, tutto questo interessa poco, a loro piace qualsiasi cosa di quella manifestazione arrivata all’improvviso come un dono che ora vogliono godersi il più possibile. Il gruppo in cui sono sorteggiati i toscani comprende anche gli scozzesi dei Rangers, gli israeliani del Maccabi Haifa, i francesi dell’Auxerre e i serbi del Partizan Belgrado.

Il 19 ottobre il Livorno gioca la prima partita del girone A in casa contro i Rangers Glasgow che si impongono per 3-2 nonostante la doppietta di Lucarelli. L’inizio è complicato, il raggruppamento molto equilibrato e dunque sbagliare ancora potrebbe costar caro alla truppa di Arrigoni che il 2 novembre 2006 è chiamata a fare punti a Belgrado nella temibile tana del Partizan, catino infuocato come pochi altri. Gli amaranto tengono botta all’urto prorompente dei serbi e sembrano accontentarsi di uno 0-0 buono per il morale ed utile per la classifica; a venti minuti dalla fine, però, il muro italiano cade e il Partizan segna: sembra la fine di tutto, della partita e del sogno europeo che con una sconfitta non sarebbe accantonato ma certamente compromesso. La disperazione porta avanti i toscani che sperano in una mischia per agguantare il pareggio; punizioni, calci d’angolo, lanci dalla difesa, tutto è buono per assaltare la porta avversaria, ma tutto si rivela inutile. Fino al minuto 87 quando l’ennesima punizione dalla trequarti viene raccolta dal portiere Amelia che la spinge beffardamente in rete: ha segnato il portiere, ha pareggiato il Livorno, 1-1 e tutta Italia, livornesi in testa, sorride per la prodezza.

Il Livorno è ancora in corsa per la qualificazione, ma ora serve vincere per sbloccare ancor di più la classifica e l’occasione giusta sembra arrivare il 29 novembre quando gli amaranto ospitano il Maccabi Haifa nella gara sulla carta più agevole del girone. Il gol di Lucarelli illude i livornesi che commettono l’errore di non chiudere la partita, fallire il raddoppio troppe volte e sentirsi sicuri di un successo ormai acquisito. Ma, come aforisma di trapattoniana memoria ricorda, è meglio non dire gatto se non l’hai già messo nel sacco, ed allora ecco che puntuale arriva la doccia gelata per i toscani, raggiunti nel quarto minuto di recupero dal Maccabi e costretti a rimandare ancora l’appuntamento con la prima vittoria. Tuttavia, con tre posti a disposizione che valgono il passaggio del turno, la classifica del Livorno non pone ancora la parola fine all’avventura europea della formazione di Arrigoni che però il 14 dicembre dovranno non fallire l’appuntamento di Auxerre, in casa di una compagine certamente più esperta e con una maggior esperienza internazionale rispetto ai toscani, nonché con un punto di vantaggio in classifica. La partita è tirata, molto tattica, il Livorno attacca ma è attento a non scoprirsi, poi al 60′ arriva la solita perla di Lucarelli che segna il suo quinto gol europeo in 6 partite e porta la sua squadra ai sedicesimi di finale, poiché la classifica dopo l’ultima giornata recita così: Rangers 10, Maccabi Haifa 7, Livorno 5 (qualificate), Auxerre 4, Partizan Belgrado 1.

E’ festa grande a Livorno, gli amaranto sono qualificati ai sedicesimi di Coppa Uefa ed ora possono davvero divertirsi, poi vada come deve andare. La sosta invernale permette ai toscani di ricaricare le batterie e concentrarsi sul campionato dove, viceversa, le cose girano meno bene e la classifica è preoccupante, tanto che in primavera il presidente Spinelli avvicenderà in panchina Arrigoni con Orsi. La Coppa Uefa torna a febbraio e la sera di San Valentino più che uscire con l’innamorata, i tifosi del Livorno accorrono in massa allo stadio per seguire un altro affetto, quello calcistico, perché la formazione toscana gioca l’andata dei sedicesimi di finale contro i forti spagnoli dell’Espanyol di Barcellona, sfida sulla carta proibitiva. Ma la formazione livornese non vuole lasciare nulla di intentato, l’avversario sarà pure più forte, ma meglio rendergli la vita complicata il più possibile. L’Espanyol, però, è squadra astuta, scaltra, lascia sfogare il Livorno e poi lo colpisce poco prima della mezz’ora del primo tempo andando in gol su rigore. Ad inizio ripresa, poi, ecco anche il 2-0 della squadra iberica che di fatto chiude partita e qualificazione, anche se il gol di Galante nel finale regala qualche altra speranza al Livorno, chiamato però a compiere a Barcellona una vera e propria impresa.

I toscani, però, il 22 febbraio 2007 finiranno presto di crederci e già dopo un quarto d’ora di gioco si ritroveranno sotto di un gol, per poi subire il 2-0 nel secondo tempo. L’avventura finisce qua, il Livorno torna a casa fra gli applausi, nonostante la delusione per l’eliminazione, ma con la consapevolezza di aver fatto il massimo e forse qualcosa di più. L’undicesimo posto finale in campionato renderà anche più sopportabile la fine di quell’esperienza europea, unica, forse irripetibile, di sicuro entusiasmante per una piazza che da sempre vive il calcio con una passione purtroppo spesso inversamente proporzionale ai risultati.

di Marco Milan

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