Amarcord: Blackburn, l’impresa dei piccoli

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Lo scudetto vinto dal Leicester nel 2016 resterà per sempre una delle imprese più leggendarie nella storia del calcio in generale e della Premier League inglese in particolare. Eppure, proprio in Inghilterra, esattamente 21 anni prima delle gesta della squadra di Claudio Ranieri, un’altra sorpresa aveva scosso la Manica. Era il Blackburn Rovers di Kenny Dalglish ed Alan Shearer.

Alla vigilia della Premier League 1994-95 (ancora denominata Premiership), la favorita numero uno per la vittoria finale è il Manchester United campione in carica, anche se pure Liverpool, Arsenal e Leeds sembrano poter dire la loro. E poi c’è il Blackburn Rovers allenato da Kenny Dalglish e che nel campionato precedente si è classificato al secondo posto; la squadra biancoblu può contare su un attacco potenzialmente atomico con Alan Shearer e Chris Sutton, acquistato in estate. In pochi credono che il Blackburn possa vincere il titolo, sostenendo che la formazione di Dalglish non sia in grado di reggere fisicamente e mentalmente per l’intera stagione, in molti ritengono che possa recitare un ruolo di buon livello, conquistando un’agevole qualificazione in Coppa Uefa, magari un secondo posto proprio come l’anno prima. Il campionato 1994-95 è inoltre l’ultimo con la formula a 22 squadre, ridotta a 20 dall’anno successivo, motivo per il quale le retrocessioni aumentano da 3 a 4. La partenza è fissata per il 22 agosto e l’impressione generale è che per il Manchester United sarà una passeggiata portare a casa lo scudetto.

Eppure, l’avvio di stagione sorride alla sorpresa Newcastle: la squadra di Kevin Keegan vince le prime 6 partite, trascinata dai gol del centravanti Andy Cole e da un entusiasmo generale che sembra far volare i bianconeri, mai sconfitti fino alla fine di ottobre. Il Manchester United arranca e sembra non tenere il passo della capolista, così come il Blackburn e la neopromossa Nottingham Forest. Eppure, il Blackburn pare avere un’arma segreta, che poi tanto segreta non è: si chiama Alan Shearer, bomber implacabile che a suon di gol avvicina i biancoblu alla vetta della classifica. Intorno a Natale, sia il Newcastle che il Nottingham accusano un evidente calo, poi i bianconeri di Keegan cedono addirittura il loro pezzo pregiato Cole proprio al Manchester United che deve riparare alla squalifica di 9 mesi inflitta ad Eric Cantona per il famoso calcio volante al tifoso del Crystal Palace. Blackburn e Manchester si ritrovano così a duellare proprio come nella stagione precedente, anche se stavolta la formazione di Dalglish sembra più sicura, più matura, certamente migliorata dai gol di Shearer che segna praticamente sempre e risolve anche le partite più rognose e complicate.

Quel titolo che a Blackburn manca addirittura dal 1914 non sembra più così irraggiungibile, anzi, con l’inizio del 1995 i biancoblu appaiono i grandi favoriti in una stagione che potrebbe essere storica per loro. La consapevolezza che matura giornata dopo giornata è evidente e notevole, i segnali che arrivano da Manchester sono di apparente nervosismo perché i diavoli rossi di Alex Ferguson pensavano forse che prima o poi sarebbe arrivato un calo da parte del Blackburn, come accaduto a Newcastle e Nottingham Forest, mentre invece la squadra di Dalglish continua a macinare punti e a mietere vittime come se nulla fosse. Fino al pareggio inatteso contro il Leeds che fa improvvisamente, inaspettatamente ed inspiegabilmente crollare tutte le certezze di un Blackburn che perde fiducia e, soprattutto, punti. I biancoblu, che a 6 giornate dalla fine del campionato avevano 8 lunghezze di vantaggio sul Manchester United, escono sconfitti dalle sfide contro Manchester City e West Ham, entrambe in lotta per non retrocedere.

A Blackburn inizia a serpeggiare paura, ad Ewood Park (lo stadio della squadra) i mugugni sono tanti, il timore è che la pressione psicologica di essere al comando della classifica possa schiacciare la squadra di Dalglish che sembra aver perso la spensieratezza di inizio stagione, soppiantata dal rischio di vedersi sfuggire un’occasione storica e forse irripetibile. La rimonta del Manchester United è furiosa, la compagine di Ferguson viaggia sicura, spavalda, aspetta soltanto l’occasione giusta per il sorpasso, forte anche degli scontri diretti favorevoli che sembrano la testimonianza di una superiorità tanto netta quanto sufficiente a confermare il titolo di campioni d’Inghilterra ai Red Devils. Media ed esperti ipotizzano che il cambio della guardia al vertice avverrà presto e sui giornali escono grafici e tabelle sulle date possibili di un avvicendamento che da improbabile è diventato possibile per poi trasformarsi addirittura in inevitabile. La sfida prosegue, Blackburn e Manchester viaggiano su binari paralleli come fosse una gara automobilistica in cui il favorito è in attesa della curva giusta per staccare l’avversario.

Il duello va avanti sino all’ultima giornata, prevista per il 14 maggio 1995 quando il Blackburn è ospite del Liverpool ed il Manchester United se la vedein casa del West Ham. La classifica, alla vigilia dell’ultimo turno, recita così: Blackburn 89, Manchester 87. In molti pronosticano il famoso sorpasso del Manchester United, ma il Blackburn sembra volersi ribellare con tutte le sue forze alla cabala e passa in vantaggio ad Anfiled col solito Shearer e la prima frazione termina coi biancoblu avanti e con lo United sotto di una rete a Londra. Tutto finito? Neanche per sogno, anzi, l’epilogo del campionato 1988-89 che ha ispirato il celebre romanzo poi tramutato in film Febbre a 90° sembra volersi ripetere. Il Liverpool pareggia e pure il Manchester fa altrettanto con McClair ed inizia ad assaltare la porta del West Ham, ma senza successo. Al 90′ il Liverpool trova anche la rete del 2-1, al Manchester United servirebbe un altro gol per vincere partita e titolo, i tifosi del Blackburn soffrono e temono la beffa, nessuno parla, qualcuno spegne la radio e si affida solo alla preghiera, i più pessimisti si portano avanti col lavoro ed imprecano già per l’occasione clamorosamente sciupata.

I minuti di recupero di West Ham-Manchester United sono un’agonia per entrambe le tifoserie coinvolte: quelli del Manchester spingono la loro squadra, quelli del Blackburn si affidano ai tranquilli londinesi che per amore della sportività combattono su ogni pallone per conservare l’1-1. “Poi il fischio finale e tutti che impazziscono“, tanto per citare nuovamente la pellicola di Febbre a 90°. Ma accade proprio questo: la gara del Manchester termina, il pareggio ha resistito ed il Blackburn conserva il primo posto, diventando campione d’Inghilterra 81 anni dopo l’ultima volta, grazie ai 34 gol di Alan Shearer, al maggior numero di vittorie stagionali (27) e al miglior attacco del torneo (80 reti all’attivo). Un titolo che va ascritto al presidente del club, Jack Walker, che già dopo il secondo posto dell’anno prima aveva dichiarato: “Pazienza, ci rifaremo nella prossima stagione“. La festa della piccola Blackburn è incredibile, la città in estasi, nessuno o quasi aveva assistito allo scudetto della squadra, chi era anche solo un ragazzo nel 1914 non c’è già più, gli altri hanno solo letto la storia sui libri e sulle targhe ad Ewood Road.

Quello del 1995 è ad oggi l’ultimo titolo del Blackburn, caduto in disgrazia alla fine degli anni novanta e mai più risalito. Chissà quanto passerà per un nuovo trionfo, chissà se e quando la cittadina del Lancashire tornerà a primeggiare in Inghilterra. Di certo, resta quel campionato tanto storico quanto nostalgico, vinto grazie ad un rendimento eccezionale e ad un centravanti (Shearer) che paradossalmente da allora non vincerà altri trofei, né coi club e né tantomeno in nazionale. Forse è stato un miracolo quello del Blackburn Rovers, forse in molti lo hanno dimenticato, probabilmente i più giovani non conoscono neanche l’esistenza del club, ma quel Blackburn c’è stato ed è entrato a far parte della leggenda, del mito di quelli che si possono definire “gli irripetibili“.

di Marco Milan

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