Amarcord: Bari 2001, un anno da ultimi

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Si può retrocedere in molti modi, ma alcune cadute restano impresse nella memoria perché più rovinose di altre, perché inaspettate e perché frutto di stagioni storte, nate male e finite pure peggio. E’ l’esempio del Bari 2000-2001, partito con grandi ambizioni e precipitato invece in un nero e torbido abisso.

Dopo tre salvezze consecutive in serie A, il Bari è ormai una provinciale di lusso del campionato italiano, così come il suo tecnico Eugenio Fascetti è considerato uno specialista del settore, peraltro ormai unito alla città e al club nonostante qualche sporadico dissidio. E’ l’estate del 2000 e i pugliesi si apprestano a vivere un’altra stagione nella massima serie, esaltati da tre campionati culminati con altrettante salvezze neanche così sofferte e convinti che si possa puntare ancora più in alto. Il presidente Matarrese, infatti, si lascia andare a dichiarazioni abbastanza pompose, del tipo: “La salvezza non ci basta più, vogliamo un posto in Coppa Uefa“. Qualcuno le trova eccessive, altri invece esaltano l’ambizione del patron barese che, dopo i tentativi falliti dal Foggia di Zeman qualche anno prima, vorrebbe portare per la prima volta la Puglia in Europa. L’organico non viene rivoluzionato, anzi, il pezzo pregiato della squadra, il diciottenne Antonio Cassano, resta a Bari dopo l’exploit dell’anno precedente che ha visto il giovanissimo talento andare in gol al San Nicola contro l’Inter di Lippi. L’unico a partire è il portiere Francesco Mancini che litiga con Matarrese e con Fascetti e chiede la cessione al Napoli, mentre in Puglia ecco arrivare il difensore italo-svizzero Mazzarelli ed il giovane trequartista cileno Valdes.19

Le premesse per un altro ottimo campionato ci sono, ma se il buongiorno si vede dal mattino, l’eliminazione dalla Coppa Italia al primo turno per mano del Torino (formazione di serie B) dovrebbe far suonare qualche campanello d’allarme in casa biancorossa. Invece tutto prosegue come se nulla fosse e la sconfitta coi granata viene annoverata come semplice incidente di percorso; “testa al campionato“, dice Fascetti, e la serie A 2000-2001 parte sabato 30 settembre col Bari che ospita il Verona nella primissima partita del campionato, anticipo delle ore 15. La partita è tattica e le gambe delle due squadre ancora non girano alla perfezione, al punto che il risultato sembra ormai avviato sullo 0-0, quando però a 10 minuti dalla fine il Bari ottiene un calcio di rigore che lo specialista Daniel Andersson (cervello del centrocampo pugliese) trasforma con freddezza e precisione: 1-0 e partita quasi portata a casa. Al minuto 89, però, ecco la beffa, la prima di tante: il difensore veronese Gonnella colpisce a centro area e batte Rossi per l’1-1 finale. A Bari nessuno lo sa ancora, ma sarà un triste presagio per una stagione terribile. La delusione per il pari buscato in extremis è tanta, così come la voglia di rifarsi: alla seconda giornata, i biancorossi sono ospiti della Juventus e la sconfitta per 2-0 sembra routine, anche se la squadra di Fascetti incassa gol al 2′ e poi dà filo da torcere alla Juve che deve aspettare il 92′ per mettere al sicuro il risultato.

Le prime preoccupazioni arrivano la settimana successiva quando il Bari perde 2-0 in casa contro l’Atalanta e sbaglia perfino due calci di rigore con Andersson, segno che la fortuna non sembra voler assistere i galletti. Iniziano anche le prime critiche nei confronti di Fascetti, reo secondo stampa e tifosi, di non aver schierato sin da subito Cassano, l’unico a salvarsi nel pomeriggio stonato della squadra. Un’altra partita rocambolesca è quella di mercoledì 1 novembre quando nel turno infrasettimanale il Bari fa visita alla Fiorentina: dopo mezz’ora i viola segnano con Rui Costa, ma nella ripresa i pugliesi capovolgono la situazione andando in rete con Masinga e poi all’80’ con Cassano; come col Verona sembra fatta, ma anche stavolta all’89’ ecco la beffa col pareggio di Nuno Gomes che lascia il Bari dopo 4 giornate ancora a secco di vittorie e con appena 2 punti in classifica, meglio solo del Napoli ultimo con 1 punto. La zona Cesarini diventa un calvario per i pugliesi che tre giorni più tardi perdono in casa 1-0 col Parma, rete di Mboma sempre a ridosso del 90′. Il 12 novembre il Bari gioca ancora in casa, ma perde pure col Milan che passa 3-1 al San Nicola: accade tutto negli ultmi 20 minuti ed è un’altra beffa per gli uomini di Fascetti che buscano lo 0-1 di Bierhoff al 68′, riescono a pareggiare con Madsen tre minuti dopo, ma subiscono la doppietta di Shevchenko fra il 75′ e l’85’. Dopo 6 giornate i pugliesi sono ultimi con 2 punti, gli stessi di Napoli e Brescia.

La panchina di Fascetti non sembra a rischio, ma la società (che ormai ha capito che deve riporre al più presto nel cassetto i sogni di gloria e concentrarsi sulla salvezza) chiede una svolta e, soprattutto, la prima vittoria stagionale. La successiva trasferta di Lecce del 19 novembre sembra l’occasione giusta, anche perché i tifosi, già delusi dall’inizio terribile della squadra, non tollererebbero un ko nel derby coi salentini; il Bari, a dire il vero, al Via del Mare non gioca neanche malaccio, ma la doppietta di Cristiano Lucarelli che segna un gol per tempo, condanna i biancorossi ad un’altra sconfitta, la quinta in sette giornate. Bari-Udinese diventa così l’ultima spiaggia per Fascetti e, forse, per l’intera squadra perché non muovere ancora la classifica sarebbe deleterio per i pugliesi; il primo tempo contro i friulani scorre senza sussulti, ma nella ripresa il Bari getta in campo cuore, orgoglio e coraggio, venendo premiato dalla doppietta di Masinga che affossa l’Udinese e regala ai pugliesi la prima sospirata vittoria in campionato. Ora serve continuità e la settimana successiva l’opportunità è ghiottissima perché i biancorossi vanno al San Paolo contro il Napoli che ha 3 punti in classifica contro i 5 della formazione di Fascetti: evitare il sorpasso potrebbe essere il superamento di un altro scoglio verso la salvezza. Ma il Napoli vince 1-0 e il Bari si ritrova scavalcato dai partenopei.

Il successivo 2-0 inflitto al Bologna e firmato da Bellavista e Cassano vale il secondo successo stagionale, ma illude solo il Bari, sconfitto poi 4-1 a Perugia e 2-1 al San Nicola dalla Lazio nel turno pre natalizio. Il 2001 si apre col ko di misura a Vicenza che, complice la vittoria della Reggina a Parma, lascia i pugliesi da soli in ultima posizione. Proprio a gennaio la società ratifica la cessione di Antonio Cassano alla Roma per 50 miliardi: l’accordo prevede l’arrivo in Puglia del fantasista D’Agostino e dell’attaccante Poggi, anche se lo “scambio” Cassano-D’Agostino sarà effettivo solo da giugno, mentre Poggi ariva subito a Bari per dar nuova linfa all’anemico attacco biancorosso. Le due settimane migliori dell’anno sono fra il 14 ed il 21 gennaio: il Bari, infatti, prima strappa un clamoroso 1-1 in casa della Roma capolista, andando pure in vantaggio con una punizione da quasi 40 metri di Mazzarelli e subendo il pari solo su rigore, poi batte la Reggina 2-1 al San Nicola riaccendendo notevoli speranze di salvezza; le sconfitte con Inter e Brescia, però, ricacciano ancora i biancorossi in ultima posizione e con 5 punti da recuperare sul quint’ultimo posto alla fine del girone d’andata. L’impresa, insomma, appare ardua e gli altri ko contro Verona e Juventus (rete di Del Piero a dieci minuti dal 90′) affossano ancor di più le velleità dei pugliesi.

Il Bari, va detto, è anche sfortunato: contro il Verona passa in vantaggio e poi subisce tre reti evitabilissime, contro la Juventus tiene testa e campo per 80 minuti ma deve arrendersi alla prodezza del campione, con Del Piero che segna al termine di una caparbia e splendida azione personale. Inoltre, il problema dei pugliesi è la continuità: alla squadra di Fascetti basterebbe infilare un paio di vittorie consecutive per rientrare massicciamente in lotta per non retrocedere, invece al pari di Bergamo e al sofferto ma meritato successo contro la Fiorentina per 2-1, raggiunto all’86’ grazie a un rigore di Andersson, fanno seguito i pesanti ko di Parma e Milano col Milan (entrambi per 4-0), prologo del vittorioso derby col Lecce, battuto al San Nicola per 3-2 con rete di Poggi al 90′ che però allevia solamente i dolori per un campionato ormai indirizzato verso la retrocessione. A dieci giornate dalla fine, infatti, nonostante la vittoria sul Lecce, il Bari è sempre ultimo e con 5 punti da recuperare sulla zona salvezza; Fascetti ci crede, assicura che non tutto è perduto, ma a Udine una settimana dopo il Bari è già sotto 1-0 quando il cronometro non ha ancora completato il primo giro di lancette. La mazzata definitiva arriva forse il 14 aprile quando nel sabato di Pasqua i pugliesi attaccano e falliscono gol a ripetizione contro il Napoli, poi vengono beffati di nuovo all’89’ dai campani e vedono salire il ritardo dal quint’ultimo posto a 9 punti.

Il Bari sembra ormai crollato, a Bologna segna per primo con Poggi dopo 6 minuti ma finisce col perdere 4-2, poi il 29 aprile al San Nicola ecco la partita che spiega forse emblematicamente l’intera stagione dei biancorossi. Di scena c’è il Perugia a cui mancano 2-3 punti per una salvezza comunque vicinissima; il Bari è disperato, ma tira fuori carattere e addirittura si porta sul 3-0 grazie ai gol di Poggi, Mazzarelli e Marcolini. Sembra una giornata proficua, chissà, magari l’inizio di un miracolo, un po’ di luce in fondo al tunnel, diventerà invece la fine di tutto. Fra il 62′ e il 72′, infatti, il Perugia segna tre volte, due con Robbiati e una col sudcoreano Ahn, poi all’80’ gli umbri trovano anche il gol del 4-3 generosamente regalato dal Bari che offre un ingenuo e colossale rigore ai biancorossi in maglia grigio scura, trasformato da Materazzi. I pugliesi gettano la spugna, tre giorni dopo Matarrese comunica l’esonero di Eugenio Fascetti e promuove il tecnico della Primavera Arcangelo Sciannimanico: “Il Bari non ha più nulla da chiedere a questo disgraziato campionato – afferma il presidente – ed il nuovo allenatore dovrà solamente valutare in queste ultime 6 partite chi potrà far parte della squadra l’anno prossimo e chi no“. Parole cariche di delusione, rabbia e probabilmente un pizzico di vergogna per aver iniziato la stagione con dichiarazioni altezzose e vederla finire con l’ultimo posto in classifica.

Nelle ultime 6 giornate il Bari perde 5 volte contro Lazio, Roma, Reggina, Inter e Brescia, ed ottiene l’unico punto nel 2-2 col Vicenza il 13 maggio grazie alla doppietta di Gionatha Spinesi. I pugliesi chiudono la stagione in ultima posizione con appena 20 punti, frutto di 5 vittorie, 5 pareggi e ben 24 sconfitte, peggior attacco e peggior difesa del torneo, numeri che da soli spiegano il disastro della compagine biancorossa, incappata nell’annata peggiore della sua storia in serie A, proprio nell’anno in cui i propositi erano quelli di non accontentarsi di quella semplice salvezza che, a ripensarci bene, in quell’afoso giugno 2001 sarebbe stata accolta con entusiasmo da una piazza invece arrabbiata e quasi incredula di fronte a cotanta miseria.

di Marco Milan

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