Amarcord: il Pisa di Ventura che mandò in estasi la serie B

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Si può essere ricordati con gioia, affetto e nostalgia dopo un lavoro senza successi? Nel calcio si può, eccome se si può, basti pensare all’Olanda del 1974 e 1978, o all’Italia del ’90, o magari al Torino di Mondonico che perse la finale di Coppa Uefa contro l’Ajax per differenza reti e dopo tre pali clamorosi. E poi c’è il Pisa di Gian Piero Ventura che ha scritto una pagina tuttora indelebile nella storia del club nerazzurro.

Quella che si prepara ad affrontare la stagione 2007-2008 è una Pisa ebbra di felicità dopo la promozione della squadra toscana in serie B dell’annata precedente. Un ritorno atteso ben 13 anni e passato sotto le forche caudine del fallimento e della ripartenza dai dilettanti, ma finalmente ottenuto grazie alla guida di Piero Braglia, tecnico esperto in promozioni, che ha condotto il Pisa a vincere i playoff eliminando prima il Venezia in semifinale e poi superando il Monza nella doppia finale. Il presidente Covarelli ha già studiato le mosse per affrontare il campionato cadetto: dopo qualche diverbio va via Braglia e al timone della squadra arriva Gian Piero Ventura che in serie B ha ben figurato negli anni portando al salto di categoria il Lecce nel 1997 ed il Cagliari l’anno dopo, ma che è reduce dalla retrocessione in C1 alla guida del Verona, anche se il suo andamento in panchina è stato altamente positivo, avendo raccolto i gialloblu in una situazione di classifica senza speranza alcuna e conducendoli sino ai playout poi persi contro lo Spezia. Ventura ha voglia di rivincita, Pisa è una grande piazza, affamata di grande calcio e con una proprietà pronta a fare anche sforzi importanti sul mercato.

In Toscana sbarcano così il talentuoso attaccante mancino Alessio Cerci, il bielorusso Vitali Kutuzov (un breve passato anche nel Milan) ed il bomber argentino José Inacio Castillo, non più giovanissimo ma garanzia di cinismo e freddezza sottoporta, anche se i suoi gol finora li ha siglati perlopiù in serie C, mentre in B ha esordito l’anno prima realizzando 5 reti con la maglia del Frosinone. A centrocampo, poi, ordine e geometrie saranno compito di Genevier e Mezavilla, mentre in difesa il roccioso Trevisan sarà coadiuvato dal tenace argentino Raimondi e dall’ex atalantino Lorenzi che garantisce esperienza. Gli ingredienti per disputare un buon campionato, insomma, ci sono tutti ma, anche se in città la gente freme, dirigenza ed allenatore frenano: prima la salvezza e poi si vedrà. Ma che il Pisa di Ventura sia una compagine ben attrezzata lo si capisce intorno a Ferragosto quando i nerazzurri esordiscono in Coppa Italia battendo per 2-1 il Brescia, per poi soccombere a Napoli 3-1 ma solamente dopo i tempi supplementari, segno che la squadra è viva e frizzante. Ventura chiede velocità, pressing ed un atteggiamento sempre aggressivo che sfinisca l’avversario dal punto di vista fisico; per riuscirci serve sacrificio, ma già dopo il debutto in campionato i calciatori capiscono che molto probabilmente ne varrà la pena.

Alla prima giornata, infatti, il Pisa gioca a Bari sul campo di una delle possibili favorite per la promozione. E’ il 25 agosto 2007 e il campionato scopre una delle squadre più belle fra le 22 partecipanti al torneo: è per l’appunto il Pisa che si presenta padrone della partita, anche se i movimenti non sono ancora perfetti e la squadra raccoglie meno di quanto crei. Al 63′, tuttavia, Castillo dimostra di saper far gol anche in B e porta in vantaggio i toscani; nel finale, però, il Bari pareggia su rigore e la partita sembra incanalata verso un pareggio che potrebbe star bene ad entrambe, ma in pieno recupero ancora Castillo piazza la zampata decisiva che permette al Pisa di agguantare la vittoria ed i primi 3 punti in campionato. Passa una settimana, però, e gli uomini di Ventura capiscono quanto sia duro il torneo cadetto quando il Frosinone espugna un’Arena Garibaldi gremita in ogni ordine di posto e molla ai nerazzurri un cazzotto in pieno volto dopo la sbornia dell’esordio. “Questa sconfitta ci servirà, vedrete“, dice Ventura a fine partita, sintomo che la sua squadra è sulla strada giusta ma che il lavoro da fare è ancora molto. A Cesena, alla terza giornata, il Pisa stupisce ancora e vince 2-1 dopo essere passata in svantaggio al 2′, segnando con Kutuzov e con Cerci, autore di un gol favoloso con sgroppata sulla destra e tiro a rientrare di sinistro; poi però al quarto turno ecco un altro tonfo casalingo: 0-3 col Brescia e la sensazione che il Pisa sia devastante quando riparte in contropiede (e quindi in trasferta) ma assai meno quando deve fare la partita.

E’ il punto cruciale su cui deve lavorare ed intervenire Ventura: del resto il ruolino di marcia parla chiaro: 4 partite, 2 successi esterni e 2 capitomboli casalinghi. Serve più equilibrio, il tecnico mette a punto una strategia più coraggiosa in casa e i risultati non tardano ad arrivare: il Pisa vince a Mantova, poi batte all’Arena Garibaldi la Triestina per 2-1, quindi fa bottino pieno anche a Treviso, in casa contro l’Ascoli, in trasferta con l’AlbinoLeffe ed ancora in casa con il Piacenza. Sei vittorie consecutive che portano i nerazzurri in testa alla classifica dopo 10 giornate e con 24 punti, meglio del Bologna, del Chievo, del Lecce e del Bari, vale a dire delle squadre più accreditate per la promozione in serie A. La tifoseria impazzisce e sogna l’incredibile doppio salto, anche perché la formazione di Ventura gioca un calcio spettacolare, il tridente d’attacco si ritrova alla meraviglia e segna a più non posso, Castillo è anche capocannoniere del torneo con 8 reti assieme a Lodi del Frosinone. La sconfitta nel derby di Grosseto è un incidente di percorso, mentre molto deludente è il pari casalingo contro il Modena che raggiunge i pisani sul 3-3 proprio a ridosso del 90′. Ma il Pisa è un osso duro per tutti, vince a Vicenza, a Messina, contro il Lecce agguanta il pareggio all’88’ senza farsi sopraffare da una delle migliori squadre della categoria, così come in casa del Chievo dove esce imbattuto destando un’ottima impressione. Il 22 dicembre i toscani superano per 1-0 il Ravenna regalando ai propri tifosi un Natale felice ed il secondo posto in classifica da mettere sotto l’albero.

La prima gara del 2008, poi, è un vero e proprio trionfo, anche perché ottenuto in una sfida sentitissima come quella contro lo Spezia, travolto in casa propria per 4-1 dallo straripante Pisa che si appresta così a giocare lo scontro diretto col Bologna capolista il 19 gennaio. Le due formazioni sono separate appena da un punto e i nerazzurri pregustano il sorpasso ed il titolo di campione d’inverno; ma il Bologna è squadra organizzatissima, lascia poco e niente allo spettacolo curandosi esclusivamente del risultato. Alla fine Pisa-Bologna termina 0-0, i toscani chiudono il girone d’andata al secondo posto con 42 punti e l’impressione di essere candidati accreditatissimi per giocarsi la serie A fino alla fine del campionato. Altro che salvezza, insomma, il Pisa è indicato sempre più come mina vagante del torneo, come squadra che grazie a gioco, gol e spettacolo può insidiare anche le rivali più forti ed esperte. E in città che dicono? Qualcuno è scaramantico e non dice nulla, qualcun altro si lascia andare di più, sostiene che quell’annata sembra magica e che il Pisa è pronto per tornare in serie A da dove manca dal maggio del 1991. Ventura non si lascia sopraffare dall’eccitazione collettiva e dice che i conti si faranno alla fine e comunque non prima di aprile, anche perché le giornate di campionato sono 42 e la serie B, storicamente, non inizia ad esprimere verdetti se non a primavera inoltrata.

I nerazzurri, in ogni caso, proseguono a giocare un calcio eccellente come dimostra il successo per 5-1 in casa del Frosinone dove alla mezz’ora del primo tempo il risultato è già di 4-0 in favore dei pisani. Passa una settimana ed il Pisa travolge pure il Cesena per 3-0 prima di perdere di misura a Brescia, rimediando una sconfitta dopo ben 4 mesi di imbattibilità. Il pari della settimana seguente contro il Mantova allontana i toscani dalla vetta della classifica, distante ora 6 punti, anche perché nel frattempo Bologna e Chievo stanno facendo il vuoto ed il Lecce e la sorpresa AlbinoLeffe inseguono, così come il Pisa che vuole rimanere agganciato al treno promozione il più possibile, guadagnando nel frattempo punti importanti per garantirsi almeno la partecipazione ai playoff. Il 2-0 inflitto all’AlbinoLeffe il 15 marzo riduce le distanze, ma la sconfitta del sabato successivo a Piacenza allunga nuovamente la classifica, anche se la bagarre sembra avere tutte le intenzioni di proseguire fino al termine del campionato con 4 squadre in lizza per i 2 posti che conducono direttamente in serie A. La promozione diretta, però, il Pisa se la gioca fra il 21 marzo ed il 3 maggio quando infila ben 6 pareggi consecutivi (contro Grosseto, Vicenza, Messina e Chievo in casa e contro Modena e Lecce in trasferta) prima di soccombere ad Avellino a 4 giornate dal termine e con un ritardo ormai incolmabile dal Chievo e dal trio Bologna, Lecce e AlbinoLeffe. I successi contro Ravenna e Spezia, però, consentono alla squadra di Ventura di certificare aritmeticamente la partecipazione ai playoff, obiettivo comunque impensabile ad inizio stagione per una neopromossa.

L’ultima giornata di campionato vede il Pisa perdere a Bologna 1-0, risultato che consente agli emiliani di tenere a bada il Lecce e raggiungere il Chievo in serie A senza dover passare per gli spareggi a cui invece accedono gli stessi salentini, l’AlbinoLeffe, il Brescia ed appunto il Pisa, pronto a giocarsi tutte le sue carte. Il Lecce è la grande favorita, per solidità della rosa, per investimenti ed anche perché è l’unica ad avere la serie A assicurata con 4 pareggi. Pisa intanto ribolle di passione, la serie A da quelle parti manca da ben 17 anni e la sensazione è che quell’alchimia creata da Gian Piero Ventura possa essere premiata col premio più grande ed atteso dalla tifoseria. Ma l’ostacolo Lecce è durissimo, gli esperti sostengono che la terza promozione la deciderà proprio lo scontro Pisa-Lecce: chi delle due andrà in finale avrà la strada spianata verso la serie A. Il 4 giugno l’Arena Garibaldi è caldissima per spingere i suoi beniamini verso la vittoria, ma il Lecce non è squadra da spaventarsi di fronte ad uno stadio caldo che fischia ogni tocco di palla dei giallorossi; i pugliesi aspettano l’avversario, non si scoprono, difendono bene, sono ordinati e sornioni, poi nella ripresa colpiscono a freddo come un serpente: il centravanti Tiribocchi gela Pisa ed il Pisa regalando al Lecce uno 0-1 difficilmente recuperabile al ritorno quando i nerazzurri dovranno vincere con due gol di scarto per andare in finale.

8 giugno 2008, il Pisa a Lecce prova a sfidare l’impossibile, a capovolgere un destino che sembra essersi ormai incanalato verso il Salento. Stavolta è lo stadio Via del Mare a fischiare, stavolta sono i pisani gli ospiti sgraditi, eppure partono meglio dei giallorossi, Castillo ha due opportunità clamorose per segnare ma tradisce proprio nel momento decisivo della stagione e dopo i 21 gol siglati in campionato. Non sbaglia invece il Lecce che alla fine del primo tempo segna su rigore con Tiribocchi che manda in estasi il pubblico leccese. Il Pisa si spegne in pratica qui, anche perché proprio al 45′ il difensore argentino Zavagno si fa espellere per doppia ammonizione e ad inizio ripresa la squadra di Ventura subisce anche il 2-0 con Abbruscato. Il sogno finisce per il Pisa, mentre il Lecce fallisce ripetutamente il 3-0, quindi il tecnico dei salentini Papadopulo opera diverse sostituzioni per far rifiatare i suoi migliori calciatori in vista della finale (poi vinta ai danni dell’AlbinoLeffe), il Pisa segna con Colombo nel finale ma le sorti della qualificazione sono ormai chiare. I toscani si consolano con l’applauso dei propri sostenitori e quello virtuale degli appassionati della serie B che da anni non ammiravano una squadra così bella e concreta fra i cadetti, una squadra a tratti devastante a cui è mancato solo il guizzo decisivo nel momento più importante della stagione.

Il Pisa 2007-2008 chiude il campionato con onore, 71 punti, 19 vittorie, un tridente d’attacco capace di segnare 40 reti (21 con Castillo, 10 con Cerci e 9 con Kutuzov) e di mandare sovente a spasso le difese avversarie. Quella squadra e quei calciatori non si ripeteranno l’anno successivo quando addirittura il Pisa finirà in serie C e Ventura sarà esonerato prima della fine del campionato per far spazio a Bruno Giordano. Forse anche per questo, il ricordo di quell’annata magica resta più malinconico e allo stesso indelebile nella mente dei pisani, a cui il Pisa 2007-2008 ha regalato un meraviglioso sogno dopo decenni di incubi.08

di Marco Milan

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