Amarcord: Simone Cavalli, dal gol a San Siro alla Romania

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Un unico acuto in tutta la carriera. Capita, no? Ad alcuni cantanti, capaci di scalare le classifiche con un pezzo di successo ma non in grado di ripetersi successivamente, capita agli sportivi, come Simone Cavalli, di professione calciatore ed attaccante, la cui vita sportiva è stata illuminata da un solo picco e da una visibilità durata troppo poco per essere ricordata da tutti.

Simone Cavalli nasce a Parma il 10 gennaio 1979 e la sua trafila calcistica parte dalla giovanili del Modena, formazione che nel 1996 milita in serie C1 e che lo inserisce addirittura nella rosa della prima squadra con la quale però non esordisce al primo anno, giocando invece 4 partite la stagione successiva e 3 in quella seguente. Cavalli è un attaccante rapido e tecnicamente valido, può agire anche come centravanti ma dà il meglio di sé come seconda punta, aiutando e sfruttando gli spazi aperti da un numero 9 classico. Nell’estate del 1999 il Modena lo cede al Montevarchi, sempre in C1, dove l’attaccante parmense dimostra a neanche vent’anni di essere in grado di reggere tensioni e responsabilità di un campionato professionistico importante; il Montevarchi non è certo la miglior squadra della serie C, davanti crea poco e non dispone di calciatori particolarmente talentuosi. Cavalli, tuttavia, non salta neanche un minuto in stagione, gioca 34 partite e mette pure a segno 3 reti, senza però evitare la retrocessione della formazione toscana che si piazza 17.ma in campionato e perde i playout contro il Lumezzane.

Su Simone Cavalli, nel frattempo, hanno posato gli occhi diverse società di serie C, compreso il Modena che lo aveva lanciato e poi venduto. Nella stagione 2000-2001 resta in Toscana alla Carrarese dove il rendimento cresce e la punta emiliana realizza 8 reti in 30 partite, mentre ancora meglio va l’anno dopo quando Cavalli passa al Lecco e mette a segno 15 reti in 34 partite. Tenuta fisica, tecnica, fiuto del gol: a 22 anni è il momento di crescere e Cavalli ha la sua grande occasione nell’estate del 2002 quando lo ingaggia il Messina neopromosso in serie B; tutto sembra procedere per il meglio, ma in Sicilia le cose non vanno bene, anzi, Cavalli riscuote poca fiducia nel tecnico Francesco Oddo che lo impiega una sola volta fra agosto e dicembre. L’attaccante è sfiduciato e un po’ arrabbiato, sul tavolo del suo agente piombano offerte da parte di mezza serie C e Cavalli, inizialmente un po’ dubbioso sulla possibilità di scendere nuovamente di categoria, alla fine sceglie Teramo (C1) dove però ottiene poca gloria con appena un gol in 14 apparizioni e la sensazione di aver gettato alle ortiche un’occasione importante, quella di dimostrare di saper segnare anche in serie B.

La svolta avviene nell’estate del 2003 quando una proposta economicamente allettante arriva alle orecchie di Cavalli: è quella del Cesena che dopo tre anni in serie C punta al ritorno in B allestendo un organico competitivo. Tecnico dei romagnoli è Fabrizio Castori che individua in Simone Cavalli il rinforzo giusto per il suo attacco; restare in serie C per un’altra stagione sembra una regressione, ma sarà invece il successo di un attaccante che si scopre bomber: con 17 reti contribuisce alla promozione del Cesena dopo i playoff, vinti nella doppia finale contro il Lumezzane. Stavolta la serie B non gliela toglie nessuno, anzi, Cavalli è la punta di diamante del Cesena 2004-2005 che sarà una delle rivelazioni del torneo cadetto grazie ad un gioco lineare e redditizio che esalta le qualità della punta emiliana, capace di realizzare 14 gol e mettersi in mostra come uno degli attaccanti più affidabili della categoria, bravo a segnare di destro, di sinistro, con il colpo di testa ed anche in acrobazia; pur non disponendo di un fisico da granatiere, il centravanti del Cesena sgomita e lotta con tutti i tipi di difensori, trovando la soluzione migliore per ogni occasione ed in area avversaria è spesso letale.

Proprio quando il Cesena programma la stagione 2005-2006 facendo un pensierino anche ai playoff, ecco la chiamata che Cavalli non può proprio rifiutare: in Romagna salgono infatti i dirigenti della Reggina, compagine che milita in serie A. Chiedono informazioni sul cannoniere della squadra bianconera; il Cesena è riluttante, non vuole perdere il suo miglior giocatore, ma la proposta economica e la prospettiva della serie A non lasciano molte alternative ai romagnoli, anche perché è lo stesso Cavalli, a quel punto, a spingere per la cessione che potrebbe rappresentare il momento cruciale della sua carriera. L’idea di Walter Mazzarri, allenatore della Reggina, è quella di giocare con un 3-5-2 che prevede Rolando Bianchi come prima punta ed Amoruso e Cavalli ad alternarsi come partner del bomber bergamasco. L’esordio di Simone Cavalli in serie A avviene alla prima giornata il 28 agosto 2005 nella sconfitta per 3-0 in casa contro la Roma e nella quale l’ex attaccante del Cesena gioca da titolare e viene sostituito a dieci minuti dalla fine. Mazzarri si fida di lui e ne apprezza qualità tecniche e spirito di sacrificio, tanto che lo impiega ben 13 volte nella prima parte di campionato, seppur non sempre da titolare. Il 24 settembre alla quinta giornata la Reggina supera al Granillo 2-0 l’Udinese: Cozza porta in vantaggio gli amaranto calabresi al 42′, poi nella ripresa al 68′ Cavalli si alza dalla panchina e viene spedito in campo; non passano neanche dieci minuti che l’ex cesenate infila la porta friulana realizzando il gol del definitivo 2-0 nonché il suo primo centro in serie A.

Ora anche la massima serie si è accorta di lui che sembra essere nel pieno della maturità per sfondare, anche perché il giorno più importante della sua carriera deve ancora arrivare. Domenica 2 ottobre 2005 la Reggina fa visita al Milan a San Siro, il Milan guidato da Ancelotti in panchina, il Milan di Shevchenko, di Seedorf, di Gattuso, e in difesa di Nesta e Maldini, totem con i quali dovrà fare i conti Cavalli che dopo il gol all’Udinese, però, non parte titolare nella sfida ai rossoneri. A San Siro piove a dirotto alle 15 di un pomeriggio troppo speciale per un attaccante ventiseienne che spera di avere ancora tanto da dire in serie A. Il protagonista della giornata è Paolo Maldini, capitano milanista ed autore di una doppietta nei primi 20 minuti di gioco, due reti che portano il Milan sul 2-0 annichilendo una Reggina incapace di reagire. Cavalli non ha neanche il tempo di rendersi conto di dove si trovi che al 12′ Mazzarri lo catapulta in campo in fretta e furia al posto dell’infortunato Paredes. La gara è soporifera dopo il doppio vantaggio rossonero, anzi, è lo squadrone di Ancelotti a sfiorare ripetutamente il 3-0; il tempo scorre stancamente e la pioggia non accenna a diminuire, Milan-Reggina verrà ricordata per sempre come la partita della storica doppietta di Maldini, ma in pieno recupero c’è tempo per un’altra storia da libro cuore: è quella di Simone Cavalli che proprio in extremis trova la zampata giusta per infilare il portiere Dida, realizzare il secondo gol consecutivo e trovare la via della rete in uno degli stadi più gloriosi d’Europa.

Proprio ora la carriera di Cavalli può prendere una piega in discesa, qualche trafiletto sul giornale per lui il giorno dopo c’è, anche perché due gol consecutivi in serie A non li segnano esattamente tutti. Ma è adesso che qualcosa si rompe fra l’attaccante emiliano e la Reggina: Mazzarri punta tutto sulla coppia Bianchi-Amoruso, nel frattempo in serie B il Vicenza è scosso dal tragico incidente stradale del suo centravanti Julio Gonzalez che nel terribile schianto del 22 dicembre 2005 perde il braccio sinistro ed è costretto al ritiro dall’attività agonistica. Reggina e Vicenza si accordano per uno scambio nel mese di gennaio: in Calabria finisce il centrocampista Biondini, in Veneto si trasferisce proprio Cavalli che lascia la serie A dopo 13 partite e 2 reti. L’attaccante spera in un arrivederci con la massima serie, sarà invece un addio. Dal gennaio 2006 in avanti, infatti, per Cavalli inizia un girovagare che ne fa quasi perdere le tracce anche ai più appassionati; a Vicenza segna 3 reti in 6 mesi, mentre l’anno dopo i due tecnici che si alternano sulla panchina biancorossa (Camolese prima e Gregucci poi) gli preferiscono spesso il giovane Salvatore Foti. Cavalli segna 6 reti, poi passa al Bari, sempre in serie B, dove realizza 8 reti il primo anno (fra cui quella del 2-0 nel derby contro il Lecce) e una il secondo, quando alla guida dei pugliesi c’è Antonio Conte che conduce la squadra alla vittoria del campionato e al ritorno in serie A.

Ma per Cavalli a Bari già a metà stagione non c’è più posto: lo ingaggia ancora in serie B il Frosinone in prestito con cui va a segno 3 volte prima del passaggio (sempre a titolo temporaneo) al Mantova dove non trova la via del gol e a giugno 2010 dopo la retrocessione dei lombardi in serie C chiude anche la sua esperienza nel campionato cadetto ad appena 31 anni. Fino a febbraio del 2011 gioca in serie C ad Andria (un gol in 9 presenze), poi si trasferisce in Romania al Gloria Bistrita con cui gioca fino a giugno realizzando 3 reti in 9 partite e passando in estate, sempre nella serie A rumena, al Targu Mures dove l’allenatore non lo schiera con continuità e dove l’attaccante riesce a segnare appena un gol in 5 apparizioni, le ultime fuori dall’Italia prima del ritorno in patria dove Cavalli chiude la sua carriera fra i dilettanti: Voghera, Colorno, Savignanese e Castelvetro sono le tappe estreme della sua vita calcistica fra serie D, Eccellenza e Promozione. Nel campionato di Promozione dell’Emilia Romagna 2013-2014 ottiene il salto di categoria con il Castelvetro, risultando decisivo con le sue 18 reti che valgono l’Eccellenza. Coinvolto nell’inchiesta calcioscommesse con l’accusa di aver truccato alcune partite del Bari nel suo periodo pugliese, Cavalli nel 2013 patteggerà una pena di 4 mesi di squalifica.

Una carriera chiusa nell’anonimato nel 2016, fra qualche rimpianto e 200 reti fra serie A, B, C, Dilettanti e massima divisione rumena. Difficile dire cosa sia mancato a Simone Cavalli per aggiungere qualche altra presenza a quelle 13 in serie A e a quella gemma del gol a San Siro in quell’unico lampo di una carriera tutto sommato normale. Quel lampo che ha portato Cavalli nelle case degli italiani per una sera, poco per essere ricordato da tutti, abbastanza per entrare nel libro delle meteore, testo sacro per chi è nato e cresciuto a pane e pallone.

di Marco Milan

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