Nord Corea, ucciso il fratellastro del dittatore Kim Jong Un. Intrighi a corte?

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Assassinato il fratellastro del dittatore nordcoreano Kim Jong Un. Era il successore designato dopo la morte del “caro leader” nel 2011. Si ipotizza il coinvolgimento di Pyongyang

E’ stato aggredito all’aeroporto di Kuala Lumpur (Malesia) mentre era in procinto di partire per Macao, dove da anni aveva trovato riparo grazie alla protezione della Cina.

Kim Jong-nam, fratellastro di Kim Jong Un (il ‘leader supremo’ nordcoreano) ha chiesto aiuto subito ma è morto durante il trasporto in ospedale.

Le telecamere di sorveglianza dello scalo malese, mostrano due sconosciute che lo attaccano lanciandogli del liquido, forse gas nervino. Le due donne sarebbero agenti segreti nordcoreani. Una delle due, arrestata poco dopo e di nazionalità indonesiana, ha dichiarato di essere stata pagata 90 dollari per partecipare a quello che credeva “uno scherzo“, un reality show a danno di uno sconosciuto e con un liquido innocuo (olio per bambini) e non il mortale agente Vx.

Kim Jong-nam era il figlio maggiore che Kim Jong-il aveva avuto da una relazione extramatrimoniale con l’attrice sudcoreana Sung Hae-rim. Dopo la morte del padre nel 2011, sembrava dovesse essere lui il prescelto per raccogliere la sua eredità. Poi, l’arresto all’aeroporto di Tokyo mentre tentava di entrare con un falso passaporto domenicano per portare suo figlio a Disneyland. Subito diseredato, fu esiliato a Macao e la scelta del successore del “caro leader” cadde su Kim Jong Un. Molti sospettano che il mandante dell’omicidio del fratellastro sia proprio l’attuale leader di Pyongyang. Come nelle migliori trame di spionaggio.

La morte del primogenito di Kim Jong-il riapre il dibattito sul regime nordcoreano soprattutto dopo l’ultimo lancio, verso il Mar del Giappone, di un missile a medio raggio (capace di raggiungere Hong Kong). Gli analisti concordano che si è trattato di un “test” per sondare la reazione dell’America di Donald Trump.

La Corea del Nord è una issue difficile da gestire. Il presidente Obama non è riuscito a contenere la minaccia proveniente da Pyongyang, assistendo passivamente alla corsa nucleare e missilistica del regime asiatico.
In campagna elettorale Donald Trump aveva dichiarato di non essere contrario a negoziare con il regime di Kim sul programma nucleare e missilistico di Pyongyang e addirittura, di essere disposto a invitare il leader nordcoreano a Washington.

L’eredità che Trump raccoglie dalla precedente amministrazione è difficile: solo nel 2016 la Corea del Nord ha effettuato due test nucleari e innumerevoli lanci di missili.

Come potrebbe gestore la questione nordcoreana il nuovo presidente statunitense? Le opzioni a disposizione di Donald Trump, sono poche. In primo luogo, potrebbe decidere di applicare il “modello iraniano”: sanzioni alla Corea del Nord per portarla al tavolo dei negoziati e cercare un accordo sul nucleare. Ma è una ipotesi irrealistica anche per l’opposizione della Cina.

Ci sarebbe poi la possibilità di un attacco preventivo contro le installazioni missilistiche e nucleari di Pyongyang. Ma anche in questo caso, sembra essere un’ipotesi utopistica: prima di tutto perchè la Corea del Nord non ha mai avuto una reale intenzione di colpire militarmente gli Stati Uniti e in secondo luogo perchè, anche un attacco preventivo da parte degli Stati Uniti, porterebbe a conseguenze gravi come l’attacco nordcoreano alla Corea del Sud o al Giappone e la reazione di Pechino, dando probabilmente inizio a una grave crisi regionale. Infine, tra le frecce a disposizione di Trump: la diplomazia e la strada del dialogo.

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