Giorno del ricordo: iniziative per non dimenticare le foibe

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L’esodo degli italiani dalle terre dove erano vissuti da generazioni, e che la sconfitta aveva fatto passare alla Jugoslavia. Una fuga contrassegnata anche dalle barbare esecuzioni titine nelle foibe, dove caddero connazionali etichettati come “fascisti” e che erano per la maggior parte gente comune.

10 febbraio 1947. A Parigi si firmava il trattato di pace che metteva fine alla tragica guerra scatenata dal nazifascismo. Ma quanto è costato arrivare a quel trattato? Per saperlo è necessario voltarsi indietro e guadare gli episodi che hanno scritto tristi pagine della nostra storia.

Quello stesso trattato che segnò l’inizio dell’esodo degli italiani dalle terre dove erano vissuti da generazioni, e che la sconfitta aveva fatto passare alla Jugoslavia. Una fuga contrassegnata anche dalle barbare esecuzioni titine nelle foibe, dove caddero connazionali etichettati come “fascisti” e che erano per la maggior parte gente comune.

10 febbraio, giorno del ricordo per non dimenticare il massacro delle foibe e l’esodo dei giuliano-dalmati. Migliaia di vittime della Venezia Giulia e della Dalmazia sterminate dai Comitati popolari di liberazione e gettate in grandi inghiottitoi carsici, le foibe.

Oggi, a distanza di 70 anni, l’Italia, da Milano a Roma vuole ricordare le sue vittime. Questo il messaggio del presidente della Repubblica Mattarella: “L’Europa della pace, della democrazia, della libertà, del rispetto delle identità culturali, è stata la grande risposta agli orrori del Novecento, dei quali le foibe sono state una drammatica espressione”. E prosegue: “Un impegno che, a 70 anni dal Trattato di Pace che mise fine alla tragica guerra scatenata dal nazifascismo, non può venire mai meno per abbattere per sempre il fanatismo, padre della barbarie e della crudeltà che si nutrono dell’odio”.

E anche Roma ha celebrato il giorno del ricordo, prima con la deposizione della corona all’altare della Patria da parte della sindaca Virginia Raggi, dopo con l’incontro con studenti e associazioni in Campidoglio. “A noi tutti è affidato il compito di rendere viva la memoria e tradurre la memoria di quei giorni in speranza”, ha dichiarato la prima cittadina. E proprio a Roma è stata presentata la mostra fotografica Magazzino 18 del giornalista Jan Bernas e si è tenuto un incontro tra 230 ragazzi di alcune scuole romane e la testimone Fiorella Vatta da Pola.

E ancora: il calendario degli eventi dedicati a tutte le vittime si è protratto fino a domenica 12 febbraio per coinvolgere il territorio e i cittadini in un percorso di memoria condivisa. Tra questi anche la seconda edizione del concorso letterario “Tu lascerai ogni cosa diletta…”, iniziativa promossa dal Dipartimento Attività culturali e Turismo di Roma Capitale in collaborazione con le associazioni della Casa del Ricordo.

Fuggire dalla guerra, dalle persecuzioni, tacciati di essere fascisti. Un passato probabilmente inimmaginabile per noi delle generazioni più giovani. Un passato fatto di lotte per poter abitare lungo un lembo di terra, per poter dire che quel fazzoletto di terra “è nostro”. Lo stesso da cui oggi vorremmo scappare per cercare chissà quale migliore deserto.

(di Anna Piscopo)

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