Istat, nell’Annuario statistico il ritratto dell’Italia nel 2016

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Calano le nascite, la speranza di vita diminuisce ma aumentano gli anziani su tutto il territorio nazionale, mentre diminuisce leggermente la popolazione complessiva in Italia. Crescono, invece, i consumi culturali. È in sintesi il quadro che emerge dall’Annuario statistico italiano del 2016 pubblicato dall’Istat il 29 dicembre. Dati e grafici raccontano in 24 capitoli l’Italia durante l’anno appena trascorso, mettendo in evidenza similarità e differenze rispetto agli anni precedenti.

picmonkey-rapporto-asi-2016L’Annuario statistico italiano 2016, nell’edizione che segna per l’Istituto nazionale di statistica il 90° anniversario della nascita, come ogni anno dal 1878 illustra l’evoluzione e le tendenze della società italiana. Nel ritratto dell’Italia di oggi è dedicato ampio spazio ai temi più rilevanti per la vita dei cittadini e ai principali cambiamenti che interessano ambiente e territorio, popolazione, salute, giustizia, istruzione, lavoro, quadro economico e tessuto produttivo, commercio estero e interno, finanza pubblica, agricoltura, turismo, trasporti, cultura, ricerca e innovazione, istituzioni pubbliche e settore non profit.

I dati, riferiti principalmente al 2015, offrono uno spaccato dell’Italia, da Nord a Sud, tra qualche novità e molte conferme. A livello demografico, predominano i piccoli comuni (meno di 20 km² e popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), che rappresentano rispettivamente il 46,5% e il 70% del totale dei comuni italiani, arrivati complessivamente a toccare, nell’aprile 2016, una quota appena al di sotto delle 8.000 unità, esattamente 7.999. Cresce la popolazione straniera (8,3% del totale dei residenti, +11.716 unità) e resta positivo, ma in diminuzione rispetto al 2014, il saldo con l’estero (+133.123). L’aumento degli stranieri non riesce però a compensare il calo della popolazione italiana residente: 60.665.551 persone al 31 dicembre 2015, oltre 130 mila in meno rispetto all’inizio del 2015.

Dopo anni di crescita costante, si accorcia la vita media. La speranza di vita alla nascita, infatti, nel 2015 ha subito una battuta d’arresto, passando per gli uomini da 80,3 anni a 80,1 anni e da 85,0 a 84,7 per le donne. Si è registrato un calo delle nascite, passate da 502.596 nel 2014 a 485.780 e anche la differenza fra nascite e morti (-161.791) si è confermata negativa. In aumento le famiglie unipersonali, passate dal 21,1% al 31,1% del totale delle famiglie. La popolazione italiana è sempre più anziana: ogni 100 giovani al 31 dicembre 2015 c’erano 161,4 ultrasessancinquenni. Nel confronto con gli altri Paesi UE, stando ai dati del 2014, l’Italia è al secondo posto nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta solo dalla Germania. A livello territoriale, invece, la Liguria ha l’indice di vecchiaia più alto (246,5 anziani ogni 100 giovani).

Alcune sorprese arrivano dalle statistiche nel campo della salute e della criminalità. Rilevante il 70,1% degli italiani che nel 2016 ha dato un giudizio positivo sul proprio stato di salute, come pure la quota della popolazione di giovanissimi fumatori: il 19,8% di chi ha 14 anni e più dichiara di fumare, una percentuale stabile nel 2015 ma in aumento rispetto al 2014.  Si registra una lieve dissonanza tra i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria e percezione della sicurezza da parte dei cittadini: calano alcuni reati, sia contro la persona sia contro il patrimonio, ma aumenta la percezione del rischio criminalità. Nel 2016 il 38,9% delle famiglie italiane lo ritiene un problema presente nella zona in cui abita (+8,9% rispetto al 2014).

Il livello di istruzione degli italiani è in crescita: +1,1% di immatricolati, in aumento anche la percentuale di chi possiede un titolo universitario, passata dal 12,7% al 13,1%. Sul lavoro ancora dati in chiaroscuro: il numero di occupati, pur cresciuto nel 2015 (+186 mila unità), ha portato il tasso di occupazione per la popolazione di 15-64 anni al 56,3%, molto inferiore al dato UE (65,6%). L’Istat compara i dati più recenti ai livelli pre-crisi: 626 mila persone occupate in meno rispetto al 2008. L’unico settore in controtendenza è quello dei servizi, in cui spicca il dato particolarmente positivo al Mezzogiorno (+94.000 occupati).

Positivi i dati rilevati sul fronte della partecipazione culturale e del turismo, e della ricerca, seppure con qualche distinguo. Nel 2015 gli istituti museali statali hanno registrato oltre 43 milioni di presenze, in deciso incremento rispetto al 2014 (+6,2%). Il 63,4% delle visite ha riguardato strutture del Centro Italia, concentrate in particolare in Toscana, prima regione per numero totale dei visitatori (16%). Riprende la spesa per il cinema, il teatro e i concerti (eccetto i concerti di musica classica). Complessivamente, la spesa degli italiani per cultura e tempo libero rimane stabile, pari a poco meno del 7 % dell’insieme dei consumi.

L’andamento del turismo è appare positivo: l’Italia si colloca in terza posizione per numero di presenze totali negli esercizi ricettivi tra i 28 Paesi UE, con un’incidenza di presenze straniere superiore alla media europea (49,4% rispetto al 45,%). Per i dati riguardanti ricerca e sviluppo (R&S) occorre far riferimento a quelli dei due trienni precedenti: nel triennio 2012-2014 è diminuita sensibilmente (-7,3%) la propensione innovativa delle imprese rispetto al triennio 2010-2012. La spesa totale per sostenuta nel 2014 da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università ha sfiorato i 22,3 miliardi di euro (+6,2% rispetto al 2013).

I contenuti dell’Annuario meritano una riflessione e un approfondimento con ciascuna delle fonti utilizzate a corredo dell’indagine statistica. A restituire una rappresentazione semplificata, e quindi maggiormente comprensibile, della società italiana è l’infografica “Se fossimo in 100”. In sintesi, il ritratto dell’Italia di oggi, con una popolazione ipotetica di 100 abitanti:  92 italiani e 8 stranieri, 51 donne e 49 uomini, 64% di  popolazione nella fascia d’età 15-64 anni, seguita dal 22% di over 65enni, 14% di abitanti under 14 e solo 5% al di sotto dei 6 anni.

La maggior parte dei residenti si concentra nel Nord Ovest (27%), seguono il Sud (23%) e il Centro (20%). Il 36% degli italiani è diplomato, solo il 13% possiede un titolo di laurea. I coniugati e i non sposati quasi si equiparano: 48 sposati contro 42 non sposati. Il 57% usa regolarmente il computer e il 64% si connette abitualmente alla rete, mentre la lettura non può essere considerata il passatempo preferito dagli italiani (59 su 100 dichiarano di non leggere nemmeno un libro ogni anno). La lente di ingrandimento ad un campione di 100 abitanti fa emergere con più evidenza, tra tutti i dati, la situazione non rassicurante del mercato del lavoro: su 100 abitanti, 37 risultano occupati, 5 disoccupati e ben 58 inattivi, una larga fetta di popolazione che non lavora e neppure cerca un’occupazione.

Elena Angiargiu


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2 thoughts on “Istat, nell’Annuario statistico il ritratto dell’Italia nel 2016

  1. Buona sera
    Be c.’ é da riflettere molto su questi dati che non risultono affatto confortevoli.
    Sopratutto per quanto riguarda le nascite che vanno sempre più a diminuire in modo considerevole e questo declino va avanti da diversi anni. Se si continua così l’Italia scomparirà come territorio o meglio gli italiano scompariranno.
    Bisogna incentivare le nascite permettendo alle famiglie di crescere i propri figli con un reddito sufficiente hai loro bisogni.
    Quindi lavoro a tutti.

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