Raggi senza pace

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Con l’arresto del fedelissimo Marra, Roma sempre più nel caos e ai ferri corti con il Direttorio

Sono giornate difficili quelle della Raggi e dell’intera Capitale in balia della tempesta Marra e logorate dal dubbio sull’eventualità opprimente di un avviso di garanzia per la sindaca.

Che succeda davvero o no, Virginia Raggi, uscendo di casa stamattina per recarsi in Campidoglio, si è mostrata tranquilla. “Se mi arriverà un avviso di garanzia? – ha detto – Valuterò”, avviandosi verso un’altra giornata probabilmente scomoda. Non sarà facile infatti, affrontare le “negoziazioni” con i vertici delm Movimento 5 Stelle per la nomina del nuovo vice sindaco. L’assessore alle Partecipate Massimo Colomban, fortemente voluto dai vertici 5S come nuovo vice  ed in pole position fino a ieri per l’incarico, ha infatti gentilmente declinato l’offerta. “Non ho il tempo e la disponibilità per assumere il ruolo di vicesindaco in Roma Capitale”, ha detto Colomban all’agenzia Ansa e ha aggiunto: “Come imprenditore e tecnico ho infatti assunto il ruolo di assessore alla riorganizzazione delle Partecipate e quindi preferisco completare questo compito, prima di assumere altri impegni gravosi o politici.”  Nonostante tutto però, Colomban si è detto disposto ad affiancare la Raggi “nelle scelte organizzative e strategiche sia nel Comune di Roma che nelle partecipate”.

Le reazioni del Movimento

E così, sebbene lo stato delle cose possa far sembrare che la sindaca abbia vinto la sua battaglia contro i vertici del M5s, che avrebbero voluto imporle come vicesindaco proprio Colomban, la partita è ancora aperta.

Una débâcle iniziata con l’arresto di Marra che, per la prima volta, assume toni forti suscitando reazioni discordanti tra i vertici dei 5S.  Prima, la tentazione di Grillo di toglierle simbolo e credibilità; poi, il silenzio di Di Battista “impegnato a pensare”; poi ancora, il decisivo intervento di Davide Casaleggio che ha portato ad un “commissariamento” del governo della Capitale e ha costretto la Raggi a mollare la presa durante l’incontro ai vertici tenutosi lo scorso sabato.

Le prime soluzioni? Via Romeo, via Frongia (a cui restano le deleghe per lo Sport) e la “benedizione” finale di Grillo sul blog. “Roma va avanti con Virginia Raggi sindaco del Movimento 5 Stelle” – ha scritto il comico in un post – “Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone più sbagliate del mondo”.

Grillo ha poi sottolineato che: “Da oggi si cambia marcia. Bisogna riparare dagli errori fatti per fugare ogni dubbio. L’attività fatta da persone che si sono dimostrate inaffidabili sarà attentamente vagliata e opportunamente annullata o riesaminata da cima a fondo”. E lancia l’impegno a creare “Un codice etico che regola il comportamento degli eletti del M5s in caso di procedimenti giudiziari”.

La resa dei conti 

A Roma il M5S si gioca tutto e purtroppo questi 6 mesi sono stati disastrosi. Un effetto domino senza precedenti, giorni in cui la Raggi non ha avuto mai pace. Una Roma quasi immobile, vittima dell’ingovernabilità  politica che non combacia con i tanti e buoni propositi dei 5S.  Un clima “auto-distruttivo” partito fin dall’insediamento della Sindaca: era il 19 giugno 2016, quando Virginia Raggi battendo al ballottaggio Roberto Giachetti diventa sindaca di Roma. Dalla presentazione della giunta nel mese di luglio, in sei mesi due assessori hanno rimesso il loro incarico, così come il capo di Gabinetto Rainieri e i vertici dell’ATAC. Le ultime due grane hanno il nome di Muraro, che ha rassegnato le dimissioni  il 13 dicembre scorso dopo aver ricevuto avviso di garanzia e Marra, l’uomo più vicino alla Raggi benché non nelle grazie dei 5S né tantomeno di Grillo, arrestato per corruzione lo scorso 17 dicembre.

Vero è che governare Roma è difficilissimo, Virginia Raggi in sei mesi non poteva fare chissà che e partiva da una situazione devastante, avendo tutti contro. Non è indagata per ora, eppure permangono non poche criticità. In questo grande caos, non ci si può sbilanciare in fantasiose previsioni ma, la vicenda resta ancora incandescente e la resa dei conti deve essere vicina.

(di Annalisa Spinelli)

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