Caos Roma, Virginia Raggi tiene botta

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Contrasti interni, Olimpiadi e mini direttori. I mesi rocamboleschi del nuovo sindaco della Capitale Virginia Raggi

Nel gergo giovanile romano, “tenere botta” significa reggere nonostante le difficoltà. È quello che sta facendo la sindaca Virginia Raggi negli ultimi giorni. Nonostante i rapporti estremamente tesi con i vertici del Movimento 5 Stelle, le crisi politiche interne alla giunta e il caos che deriva dall’amministrare una città con le problematiche della Capitale, la sindaca resta in piedi.

L’ultimissimo attacco arriva dal Vaticano, in seguito alla cattiva gestione della città durante la santificazione di Madre Teresa di Calcutta. Si tratta però “solo” di una reprimenda dall’Osservatore Romano, che definisce “Roma in stato di abbandono”. Ben più gravi le questioni interne al Movimento 5 Stelle, che continuano a provare a smuovere il terreno sotto i piedi di Virginia Raggi.

Raffaele De Dominicis
Raffaele De Dominicis

È infatti ormai passata la settimana di tempo che la sindaca si era data per trovare un nuovo candidato per diventare Assessore al Bilancio. Fioccano le ipotesi su chi sarà il prossimo, dopo l’allontanamento di Raffaele De Dominicis, la cui nomina è durata solo qualche ora. Il motivo è stato la richiesta del Mini Direttorio romano pentastellato, in quanto de Dominicis risultava indagato.

Il commento dell’ex magistrato è stato: “è un asilo infantile. Hanno perso un’occasione per dare una mano a Roma. Ha deciso il direttorio? Quattro che neanche hanno finito gli studi”. Forse un commento un po’ duro e sopra le righe, ma che potrebbe ben sintetizzare la situazione di caos in cui versava il mini direttorio prima di venire sciolto.

Il gruppo, che doveva accompagnare la sindaca Virginia Raggi durante tutto il periodo della sua amministrazione, era partito con il piede giusto: da entrambe le parti c’era una entusiastica voglia di collaborare per fare bene il proprio lavoro. Non ci sono mai stati problemi, infatti, sulle nomine decise insieme. I problemi sono sorti quando la Raggi ha preso delle decisioni in autonomia, quelle sulle nomine dei suoi fedelissimi, come quella di Raffaele Marra come vice capo di gabinetto e Salvatore Romeo alla segreteria.

Per il 53% degli italiani Di Maio dovrebbe farsi da parte - Sondaggio Scenari Politici
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Il primo membro del direttorio ad abbandonare è stata Roberta Lombardi, garantendo però il suo supporto nei campi che seguiva già in precedenza. Il suo sostituto era Luigi Di Maio, fino a qualche mese fa indicato come premier in pectore e giovane promessa del Movimento. Ma se per un punto Martin perse la cappa, per una mail Di Maio rischia di aver perso il brillante futuro che tutti gli prospettavano.

La fuga di notizie, mail e messaggi interni al direttorio, infatti, ha reso noto che Di Maio aveva ricevuto una mail riguardante uno degli altri scandali che ha travolto la giunta Raggi: le indagini sull’assessore all’ambiente Paola Muraro. Ma aveva “sbagliato a leggerla”, ed era convinto si trattasse di un’altra situazione. La richiesta delle dimissioni di De Dominicis è stata solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. Uscita di scena del Direttorio perché ormai “il lavoro della giunta è avviato”. Palla al centro per Virginia.

Ecco pronto un altro pomo della discordia: la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024. In questo, i vertici dei 5 stelle e la sindaca, sembrano essere allineati: non sembra il caso di candidare la Capitale, bisognerebbe prima riqualificare l’esistente. Martedì 13, la sindaca non partecipa alla commissione Cultura in Senato. In questo caso, a non essere d’accordo con Virginia Raggi sono (in ordine sparso): Renzi, i sindaci dell’area metropolitana, gli atleti delle Olimpiadi e, dulcis in fundo, i dati dello studio della Facoltà di Economia di Tor Vergata. Dati che evidenziano vari punti a favore, come 177.000 nuovi posti di lavoro, e un aumento del pil del 2,4% dal 2017 al 2023. Tralasciando l’indotto al turismo, l’eredità e la riqualificazione dell’esistente (che verrebbe spesato dal Comitato Olimpico).

Rimane da vedere come continueranno le vicende della giunta pentastellata nella Capitale, se le 5 stelle perderanno uno dei Raggi o se si troverà un accordo. Per quanto riguarda i rapporti della Sindaco con tutte le altri parti in causa, non è nuova a Roma l’usanza di crocifiggere il primo cittadino.

(di Francesca Parlati)

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