Approvata la legge contro gli sprechi alimentari

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Da ora in Italia, con la legge sugli sprechi alimentari, incentivi e semplificazioni burocratiche per premiare chi non getta il cibo

La legge contro gli sprechi alimentari è finalmente una realtà in Italia. L’obiettivo? Raddoppiare da 500mila a 1 milione le tonnellate di cibo invenduto e inutilizzato recuperate in Italia. Regole più semplici, racchiuse in un unico testo che comprende anche le precedenti disposizioni su agevolazioni fiscali, responsabilità civile e procedure igienico-sanitarie. Un provvedimento che dovrebbe scoraggiare lo spreco di risorse alimentari e incentivarne la donazione alle realtà non-profit e caritatevoli che assistono le famiglie povere.

Una chiara definizione dei ruoli, incentivi per chi dona, un rafforzato ruolo del Tavolo di coordinamento del Mipaaf, campagne di comunicazione Rai, impegno nelle scuole del MIUR ed il coinvolgimento della filiera agricola. Sono solo alcune delle principali novità del disegno di legge “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici ai fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, la cosiddetta “legge Gadda” (dal nome della deputata Pd Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge). Un modello che ci rende unici in Europa e che punta ad incentivare e semplificare il recupero più che a punire chi spreca.

La legge. Presentata contestualmente al “Piano SprecoZero” durante l’Esposizione universale di Milano, il provvedimento è traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Votata a marzo alla Camera, lo scorso due agosto con 181 sì, due no e 16 astenuti, il Senato ha dato il via libera definitivo alla legge che, per la prima volta, introduce nell’ordinamento italiano i concetti di “spreco” ed “eccedenza” alimentare.

“Una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015” ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, spiegando come la norma avvicina sempre di più l’Italia “all’obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi”. Un provvedimento che conferma il nostro Paese alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili (12 miliardi di euro solo in Italia).

A differenza dell’analoga norma approvata pochi mesi fa in Francia, il provvedimento non si basa sulla penalizzazione, bensì sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica per chi non butta il cibo. Tra gli obiettivi principali della norma ci sono l’incremento del recupero e della donazione delle eccedenze alimentari, con priorità della loro destinazione per assistenza agli indigenti e la semplificazione delle procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. Allo stesso tempo si favorisce il recupero di prodotti farmaceutici e altri a fini di solidarietà sociale. Importante anche il contributo alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e all’educazione dei cittadini per diminuire gli sprechi alimentari.

Il confronto è durato più di un anno e mezzo: sono stati coinvolti il Banco Alimentare e molti altri soggetti del non-profit, insieme a tutta la filiera agroalimentare, i Ministeri della Salute, Welfare e Ambiente. Inoltre è stato istituito il Tavolo del Mipaaf. Il risultato è che la nostra legge, forte di un largo consenso è subito applicabile e operativa e non servono decreti attuativi.

Cosa succede con la nuova legge. Chi non butta via il cibo sarà premiato. Questo il principio cardine della nuova norma, ma non solo. Donare alimenti in eccedenza, per panifici ristoranti e qualunque attività possa avere cibo in eccesso, diventa più semplice grazie alle disposizioni di carattere tributario e finanziario della legge ed alla semplificazione delle procedure in materia di tracciabilità e norme igienico-sanitarie introdotte. I tagli degli adempimenti burocratici e nuove modalità e requisiti semplificati di comunicazioni telematiche all’amministrazione finanziaria sono tutte disposizioni che si aggiungono a quelle già contenute nella legge di Stabilità 2016. Finora, aziende e catene di distribuzione potevano donare liberamente cibo in eccedenza fino a un valore di 5mila euro, oltre il quale era necessaria la comunicazione all’Agenzia delle Entrate che scoraggiava molti soggetti. Adesso questa soglia è stata alzata a 15mila euro per chi vuole donare cibo in eccedenza alle realtà non-profit e caritatevoli, mentre chi lo vuole distruggere deve seguire quella procedura piuttosto complessa.

Sarà in oltre concessa la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito. Oltre a ciò, la legge stabilisce chiaramente che il pane potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione e, puntando anche a ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, si permetterà ai clienti (come succedeva un tempo) l’asporto dei propri avanzi con la cosiddetta “family bag”.

Infine, la nuova legge chiarisce in maniera inequivocabile che il termine minimo di conservazione (il “da consumarsi preferibilmente entro…”) non coincide con la scadenza bensì, significa che se quel termine minimo è stato da poco superato, il prodotto è ancora consumabile, basta che sia stato ben conservato e magari assaggiarlo e sentirne l’odore prima. Così si combatte il maggior fattore di spreco nelle case degli italiani.

Non solo cibo. Novità anche per il campo farmaceutico. Infatti, sia gli alimenti che i farmaci con etichette sbagliate – soltanto nel caso in cui le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze – potranno essere tranquillamente donati a titolo gratuito, senza la necessità di alcuna forma scritta.

Onlus, ma anche gli enti pubblici potranno essere considerati “soggetti donatori”: saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco le mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità cui il Ministero della Salute potrà fornire Linee guida al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti.

Il provvedimento, inoltre, concede più spazio alle cosiddette produzioni a ‘chilometro zero’, che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi. I Comuni avranno la facoltà di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti alle utenze non domestiche (TARI) relative ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari, in caso di donazione gratuita agli indigenti.

Viene poi potenziato il ruolo del Tavolo indigenti del Ministero delle politiche agricole e forestali, che vedrà la partecipazione anche delle organizzazioni agricole insieme a enti caritativi, industria e grande distribuzione già rappresentate. Istituito un finanziamento di 2 milioni di euro per l’acquisto di alimenti (prima tranche di un piano complessivo di acquisti da 10 milioni di euro) da destinare agli indigenti e già avviate attività virtuose di recupero degli sprechi e donazione agli indigenti: un esempio, il bando Agea per l’acquisto di latte crudo da trasformare in UHT da donare ai più bisognosi. Sempre presso il Mipaaf, la legge istituisce un Fondo con dotazione di 3 milioni di euro (1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018) destinati al finanziamento di progetti innovativi – che possono prevedere il coinvolgimento di volontari del Servizio civile nazionale – finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze, nonché per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili.

In più, in caso di confisca di prodotti alimentari, l’autorità potrà disporne la cessione gratuita con priorità all’alimentazione dei più bisognosi o successivamente come mangime per animali.

Una norma attesa e auspicata da anni,una tappa importante per la nostra società che finalmente compie un passo concreto contro la lotta agli sprechi e verso la solidarietà sociale.

 

 

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