Operazione “Fulmine dell’Odissea”. Raid Usa sulla Libia contro Isis

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I raid più precisi della storia militare per sconfiggere lo stato islamico. Il primo agosto ha preso il via la missione “Operazione Fulmine dell’Odissea”. Si tratta del programma di bombardamenti del governo statunitense per liberare definitivamente Sirte, in Libia, dalle roccaforti dell’IS.

Un aiuto militare richiesto direttamente dal governo di Fayez Al Serraj. La decisione del via ai raid è stata presa dal Presidente Obama dopo essersi consultato con il Segretario alla Difesa, Ashton Carter. Non è prevista una fine per questi raid, ce continueranno fino a quando il governo di unità libico li richiederà. L’operazione sta però suscitando malumori e contrarietà: Putin, per esempio, sostiene che l’operazione doveva essere autorizzata da una risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU. Dello stesso parere anche il parlamento di Tobruk, che non ha mai riconosciuto Al Serraj come leader. Un panorama che ricalca l’attuale situazione in Siria, dove la Russia di Putin sostiene il regime di Assad e gli sciiti, mentre gli Stati Uniti sostengono i ribelli e i sunniti.

Il presidente Obama ha dichiarato: “Per distruggere lo Stato islamico stiamo conducendo i raid aerei più precisi della storia militare”.  Solo nei primi 3 giorni, infatti, nel corso di 9 raid, Africom, il Commando militare USA in Africa, ha comunicato di aver colpito due carri armati, cinque veicoli militari e diverse postazioni.  Contemporaneamente milizie libiche marceranno attorno alla città, chiudendocisi attorno in una manovra a tenaglia. La buona riuscita di queste strategie servirà agli Stati Uniti per impostare nuove strategie per raid, ormai imminenti, su Mosul e Raqqa.

Per il momento l’Italia resta a guardare, rimanendo sulla linea del decreto missioni approvato in Parlamento. Non sarà quindi coinvolta direttamente nelle missioni, ma il governo si riserva di decidere se concedere l’uso della base di Sigonella, nel momento in cui venisse avanzata una richiesta. Gentiloni, titolare della Farnesina, ha confermato la disponibilità dell’Italia a fornire anche sostegno e assistenza sul piano umanitario e sanitario.

Timore per le ripercussioni di questo raid, non mancano nel nostro Paese: la prima è che aumenti il numero di profughi sula rotta mediterranea. Da quando le rotte balcaniche sono state chiuse, infatti, il numero era di nuovo in aumento. La paura è che a causa dei raid statunitensi, il numero dei profughi aumenti ulteriormente. L’UE si è detta pronta a sostenere l’Italia a gestire un’eventuale crisi. “Siamo pronti a rafforzare il nostro aiuto se richiesto”, assicura Avramopoulos il Commissario all’Immigrazione “La Commissione europea monitora da vicino l’evoluzione della situazione nel Mediterraneo centrale”.

L’altra grande paura è che un’eventuale disponibilità della base possa renderci un bersaglio sensibile agli attacchi terroristici. Un rischio del quale anche gli Stati Uniti sono coscienti. “Dobbiamo fare di più per sradicare questi network del terrore, in particolare con l’intelligence”, ha dichiarato Obama: “Ma dobbiamo anche ricordarci che, mentre l’Isis non è in grado di sconfiggere gli Stati Uniti o l’Europa, potremmo sconfiggerci da soli, dando spazio al panico e facendo così vincere l’ideologia dei terroristi” .

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