L’Italicum della discordia: modifiche prima del referendum?

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PD auspica modifiche e approvazione prima del referendum costituzionale, Forza Italia esclude ogni discussione prima di ottobre, il M5S non vuole proprio abrogare l’Italicum. Per le modifiche si schiera anche Napolitiano

UNITA32_20151104184556430-755x515La legge elettorale approvata lo scorso anno è stata oggetto di costanti critiche fin da subito. Ora la situazione si complica. Come? Non è un segreto che alla minoranza Pd piace molto poco, specie dopo i risultati delle elezioni amministrative. Da qui nasce la necessità di un’alternativa, da vagliare prima del fatidico mese di ottobre, periodo in cui si terrà il tanto contestato referendum costituzionale.

La proposta di modifica dell’Italicum prevederebbe l’abolizione del doppio turno e un premio di maggioranza ristretto, una normativa molto simile al Mattarellum, con qualche rivisitazione. Probabile quindi il ritorno dei collegi uninominali, e non la divisione dei seggi sulla base dei voti ottenuti a livello nazionale. In questo modo la minoranza dem rinuncerebbe a uno dei capisaldi dell’area di centrosinistra, lo strumento del doppio turno. Ogni compromesso appare valido, pur di scavallare l’intoppo Italicum.

Ad ostacolare la strategia della minoranza piddina sono i numeri in Parlamento e il tempo. La minoranza dem auspica la discussione della proposta di legge elettorale e la sua successiva approvazione prima del referendum di ottobre. Ma al momento il progetto appare assai poco realizzabile.

Brunetta ha fatto sapere che Forza Italia esclude ogni possibilità di discussione su una nuova legge elettorale prima del referendum, il capogruppo alla Camera ha dichiarato che il “no” al referendum: « farà di fatto decadere una legge elettorale pensata dal governo per una sola Camera elettiva, e solo dopo si potrà ragionare su un nuovo sistema di voto. Fino ad allora tutto il nostro impegno e le nostre energie saranno rivolte al ‘no’ alla cattiva riforma Renzi-Boschi».

Per non parlare del Movimento 5 Stelle. Fin dagli albori sono stati decisi avversatori dell’Italicum, ma per i pentastellati questa legge rappresenta probabilmente l’unica possibilità per loro di poter sperare di andare al governo. A sostegno di ciò, gli storici risultati di Roma e Torino, dunque questa legge decisamente non vogliono abrogarla. Le cose cambiano.

Maria Elena Boschi si è espressa sulla questione: “L’Italicum è una buona legge,ma se il Parlamento decide di modificarla, perché ci sono i numeri su una proposta diversa, ovviamente il Parlamento è sovrano”.

La modifica dell’Italicum appare poco probabile, ma non è solo la minoranza dem a richiederla. Lo fa anche Giorgio Napolitano in un’intervista al Foglio, rinnovando il suo pensiero, già espresso lo scorso ottobre. Ma non è il solo.

Carlo De Benedetti, presidente del gruppo l’Espresso, un paio di settimane fa in un’intervista al Corriere della Sera affermava: «Spero di non essere costretto a votare no. La riforma ha molti aspetti positivi. Ma se l’Italicum non cambia, esprimerò la mia contrarietà. Per questo mi auguro che intervenga la consulta. O che la cambi prima Renzi. Il Mattarellum è compatibile con le riforme costituzionali e non comporta i rischi dell’Italicum. Uno non può fare una legge elettorale in base alla situazione esistente; ma non può non tenerne conto. Altrimenti Renzi rischia di diventare il Fassino d’Italia».

(di Azzurra Petrungaro)

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