Caos nel Movimento Cinque Stelle: Nogarin e Pizzarotti indagati

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Dopo l’avviso di garanzia al sindaco di Livorno, indagato anche il sindaco di Parma. Casi simili ma reazioni molto diverse da parte della leadership del movimento

Sono giorni di allarmismo all’interno del Movimento Cinque Stelle. Federico Pizzarotti e Filippo Nogarin: due sindaci, due vicende politiche che rischiano di far barcollare il manto di trasparenza, diversità, giustizia e imparzialità di cui si è ricoperto il movimento fin dalla sua genesi.

Dopo l’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco di Livorno nei primi giorni di maggio, ora è il turno di Pizzarotti, sindaco penta stellato di Parma. Le dinamiche sono molto simili. Nogarin è indagato per l’inchiesta su AAMPS, azienda comunale che gestisce la raccolta di rifiuti a Livorno. Il sindaco ha annunciato l’arrivo dell’avviso di garanzia per concorso in bancarotta fraudolenta con un post sul social Facebook e, successivamente, è giunta la tempestiva telefonata di Beppe Grillo colma di parole di solidarietà per il primo cittadino livornese. Nessun accenno ad un eventuale sospensione dal Movimento. Nessuna parola di contrarietà nei confronti di Nogarin che ha dichiarato fin da subito di essere disposto a intraprendere la strada delle dimissioni, qualora dovesse emergere dalle indagini preliminari un comportamento contrario ai principi del Movimento Cinque Stelle. Accanto a Grillo, tutti i leader penta stellati si sono uniti al coro di unione e solidarietà, mantenendo intatta la compagine di partito.

Federico Pizzarotti
Federico Pizzarotti

Lo stesso trattamento non è stato riservato al caso del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, emerso all’attenzione delle cronache soltanto qualche giorno dopo le vicende di Livorno. Pizzarotti, infatti, è stato sospeso dal Movimento Cinque Stelle a causa di un’indagine per un presunto abuso d’ufficio legato alle nomine del Teatro Regio di Parma. Beppe Grillo, questa volta, non ha soprasseduto ed ha comunicato la sospensione del sindaco dal partito direttamente sul suo blog. Il motivo di tale provvedimento risiederebbe nella mancata comunicazione, da parte di Pizzarotti, dell’arrivo dell’avviso di garanzia a suo carico, avvenuto, secondo le parole di Beppe Grillo, diversi mesi fa.
Il sindaco di Parma, di risposta, ha mostrato attraverso la pubblicazione di screenshot i suoi molteplici tentativi, a partire da fine gennaio 2016, di contattare i leader del Movimento, non ricevendo alcun riscontro. Da queste incongruenze apparentemente inspiegabili è nata la polemica che sta gettando ombre e dubbi sui Cinque stelle. Una scuola di pensiero afferma che Nogarin rientra tra i fedelissimi dell’attuale leadership del partito che, invece, stenta da tempo a trovare punti di accordo con Pizzarotti. A scuotere l’opinione pubblica, però, è soprattutto l’ormai evidente scissione interna al movimento. Infatti, se in un primo momento la linea intrapresa nei confronti del sindaco di Parma era la stessa emersa per il caso del primo cittadino livornese, la posizione di Davide Casaleggio, nuovo presidente della Casaleggio Associati, ha ribaltato l’intero scenario.

Dopotutto, il figlio di Gianroberto e Federico Pizzarotti hanno sempre viaggiato su due binari differenti: il primo è considerato l’ispiratore di molti dei post e commenti negativi indirizzati al sindaco di Parma, mentre quest’ultimo non ha mai nascosto la difficoltà a comprendere il ruolo della Casaleggio Associati all’interno del Movimento. Questo per dire che la linea dura di Davide Casaleggio nei confronti di Pizzarotti ha radici ben più profonde e lontane. Tale linea sembrerebbe trovare il sostegno dei membri del direttorio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista, mentre susciterebbe i dubbi del vicepresidente della Camera Luigi di Maio che esprime scetticismo circa la possibilità di espellere l’unico sindaco Cinque Stelle che gestisce una grande città: non sarebbe una mossa strategica illuminata, soprattutto a pochi giorni dalle amministrative di Roma.

E, mentre sui social network piovono commenti pro e contro Pizzarotti, Beppe Grillo ha comunicato una dead line di dieci giorni, durante la quale il primo cittadino di Parma potrà presentare delle “controdeduzioni” prima che venga presa una decisione riguardo la sua possibile espulsione dal movimento. A tal proposito, il Pizzarotti ha espresso piena disponibilità a partecipare ad assemblee ed incontri delucidatori, anche in diretta streaming, per far sentire la sua voce e mostrare i documenti in suo possesso, per giungere alla risoluzione di una controversia che, aldilà delle possibili evoluzioni, ha già gettato un velo di ombre e dubbi sui principi fondatori della filosofia Cinque Stelle: trasparenza, equità, imparzialità, onestà.

(di Giulia Cara)

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