Cambiare le espressioni del viso con un software

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teaserÈ il risultato di una collaborazione tra scienziati della California e della Germania e si tratta di una scoperta destinata a far parlare di sé. Pubblicato di recente e frutto dell’impegno dell’Università di Erlangen-Nuremberg, l’Istituto d’Informatica Max-Planck e la Stanford University, Real-time Expression Transfer for Facial Reenactment (Trasferimento in tempo reale delle espressioni per ricostruzione facciale) è un lavoro che mostra come sia possibile trasferire le espressioni facciali di una persona sul volto di un’altra in tempo reale. Agli studiosi va il merito di aver sviluppato un sistema in grado di raccogliere enormi quantità di dati e di trasferire un movimento da una faccia all’altra in meno di 30millisecondi, ovvero un intervallo impercettibile per l’occhio umano. Il software, pensato per rendere più realistici i film doppiati e le traduzioni simultanee, è un grande passo avanti rispetto al passato. Se esistono già sistemi che riescono ad animare, tramite espressioni di un attore, personaggi di cartoni animati o avatar, ora si riesce a trasferire le mimiche facciali di una persona ad un’altra, in video.

Come funziona? Il primo passo è tracciare minuziosamente con una telecamera ed in tempo reale il viso del soggetto di origine (sorgente) e di destinazione (obiettivo).  Successivamente, grazie ad un modello matematico, l’identità, l’espressione e la riflessione della pelle del soggetto sorgente, necessari per creare i frame sintetizzati con la corretta illuminazione della scena, vengono calibrati, modellati e attraverso un processo di re-rendering sovrimpressi, quindi trasferiti in video, sul soggetto obiettivo.

Se il software potrà essere ulteriormente perfezionato, poiché non è ancora in grado di riprodurre i grandi movimenti della testa o, ad esempio, di ovviare alle interferenze di una mano sovrapposta al viso, è molto probabile che, presto, in una videoconferenza in corso in una qualche parte del mondo, sembrerà che i grandi uomini d’affari stiano veramente parlando un’altra lingua durante la traduzione simultanea!

I ricercatori del settore sono già in grado di realizzare ricostruzione 3D di volti con precisione assoluta partendo da una serie di foto, basti pensare ai moderni software di simulazione usati per i trattamenti estetici. Ma lo sviluppo tecnologico avanza repentinamente.

La Disney ad esempio, in una recente pubblicazione del Disney Research di Zurigo, ha lanciato il suo software sperimentale FaceDirector che modifica l’espressione degli attori, mescolando emozioni e creandone di nuove direttamente su video, senza utilizzare alcun sistema di ricostruzione 3D ma, sincronizzando al meglio due scene girate con interpretazioni differenti e fondendole in un unica clip audio-video.

Notevole anche il metodo, sviluppato qualche tempo fa da un gruppo di ricercatori della Keio University, guidato dal Professore Yasue Mitsukura, per misurare in che modo una persona cambia l’espressione del viso riproducendola tramite un avatar, attraverso l’uso di un normale PC e una fotocamera collegata alla porta USB.

A ben vedere, farsi mappare la faccia con queste tecnologie potrebbe diventare presto una moda, un modo per sviluppare strumenti utili all’umanità o anche il rovescio della medaglia, ad esempio rendendo qualcuno vittima di sconvenienti video-fotomontaggi.

Di certo, attualmente, al di là dell’uso cinematografico, molte società stanno investendo per progettare software che possano leggere le espressioni facciali e il comportamento del viso: le ricerche applicative nel campo della psicologia, del marketing e del neuro-marketing usano simili applicazioni per valutare le reazioni emozionali degli utenti di fronte a specifici prodotti, spot pubblicitari o progetti creativi. In questa direzione, un progetto su cui sta investendo una famosa casa automobilistica che permetterà all’autovettura di riconoscere quando l’autista è troppo stanco o troppo arrabbiato per guidare. Oppure, gli occhiali in dotazione alle forze di Polizia di Dubai, che riescono a decodificare le espressioni facciali e a cogliere le emozioni delle persone interrogate.

Studi di questa portata, in sostanza, aprono conseguenze inaspettate nel campo dell’intelligenza artificiale, dal software che trasferisce le “emozioni”, il passo a quello che le decifra potrebbe essere breve.

(di Annalisa Spinelli)

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