La forza delle parole. Feltrinelli pubblica Il club delle lettere segrete di Angeles Donate

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club verticale

Non è proprio un libro per cui serva concentrarsi mentre lo si legge o che fa riflettere sulla condizione umana o altri temi profondi, sicuramente però Il club delle lettere segrete di Angeles Donate (titolo originale El invierno que tomamos cartas en el asunto) è un libro che fa sorridere e dona serenità. Libro perfetto forse per il clima di gioia a cui ci avviciniamo con il Natale.

La giornalista e scrittrice spagnola, originaria di Barcellona, probabilmente pensa – come forse anche molti dei lettori – che un piccolo gesto possa cambiare la vita, soprattutto in un’epoca in cui la comunicazione è fatta solo di email, sms, messaggi su Facebook e WhatsUp. In questo volume, invece, scopriamo come una epistola possa ancora incuriosire e sorprendere chi la riceve.

 “A cosa serve un postino in un mondo in cui non si scrivono più lettere?”. A questo risponde Rosa, una vecchia signora di ottant’anni che vive nel paesino di montagna spagnolo Porvenir, dove la sua amica Sara, unica postina del luogo, riceve una mail in cui le viene comunicato che l’ufficio postale chiuderà a breve e che lei dovrà quindi trasferirsi in città. Tutto ciò perché ormai nessuno scrive più lettere e quindi il suo lavoro non risulta essere “essenziale”.

La brillante Rosa però ha un’idea geniale: crea una catena anonima di lettere che diano a Sara la possibilità di lavorare ancora. Inizia così la catena spedendo la prima lettera ad una sua vecchia amica a cui ha rubato il grande amore, per spiegarle quanto rimpianto ci sia nel suo cuore a causa proprio di quel gesto.

Rosa, però, non ha idea dove viva la sua vecchia amica e quindi neppure dove spedire la lettera. La sua catena epistolare inizia così in forma anonima, ed a volte spedendo a persone a caso. La faccenda diventa interessante proprio quando, invece, i partecipanti alla catena mandano le loro lettere in cui confessano segreti, parlano di sé, del loro futuro o del loro passato.

Chi legge questo libro viene sicuramente coinvolto nelle storie personali dei vari personaggi, ma anche se la speranza dell’autrice era quella di far riflettere i lettori sulla condizione di modernità in cui ci troviamo e cosa ciò comporti, il libro risulta essere semplicemente una lettura leggera e piacevole – senza troppe pretese.

Cara Luisa,

Ti prego, NON STRACCIARE QUESTA LETTERA. Non subito, almeno. Dalle una possibilità, e, con essa, a me. Concedici qualche pagina prima di decidere della nostra sorte.

La vita di Sara, una donna come me e te, sta per essere messa sottosopra. Chissà se te la ricordi, forse qualche volta l’hai anche incontrata: è cresciuta nelle nostre strade. Ha tre figli, e anche loro girano e corrono per il paese.

Nonostante abbia avuto una vita difficile, offre sempre un sorriso a chi ha bisogno di lei. Ma ora i suoi capi vogliono trasferirla lontano da casa.

Dopo più di cento anni, Porvenir resterà senza postino. Nella capitale dicono che non ci piace più scrivere e ricevere lettere. Come si permettono!

Non ti racconterei tutto questo se non fosse che anche tu puoi aiutare Sara e il nostro paese. Come? Semplice, come ho fatto io: scrivi una lettera.

Non importa se è lunga o corta, né che sia scritta bene o male. Mandala a un’altra donna in paese, perché sicuramente lei sarà in grado di capire quanto è difficile crescere dei figli lontana da casa. Anche se non la conosci, condividi con lei pochi minuti della tua vita. Formiamo una catena di parole così lunga da arrivare fino alla capitale, e così resistente che nessuno la potrà spezzare.

Saprò che mi avrai ascoltata quando vedrò che la sacca di Sara ricomincerà a essere pesante. Grazie infinite.

Tua,

Rosa

 

(Di Arianna Catti De Gasperi)

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