Assostampa Puglia si riunisce per parlare di “Informazione e diritti”

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assostampa“Preme creare nuovi posti di lavoro se vogliamo una ripresa dell’informazione di qualità, essenziale per la Democrazia e per la formazione dell’opinione pubblica. Editori e giornalisti devono sedere insieme al tavolo del governo”. Parole dure e precise quelle del segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso, il quale ha aperto i lavori del VII Congresso regionale dell’Associazione della Stampa di Puglia che si è svolto il 30 novembre e l’1 dicembre all’Hotel Parco dei Principi di Bari.

Tra le cause della politica di tagli e ridimensionamenti ai quali stiamo assistendo in questi anni, vi sono le continue e dannose concentrazioni editoriali, l’ultima quella di Rcs acquistata dal gruppo Mondadori. A pagarne le spese sono come sempre i più deboli: le emittenti locali, oltre che il decantato “pluralismo” dell’informazione.

Tecnici e giornalisti lasciati fuori dal mercato in un “Far West” di sequela di licenziamenti, come lo ha definito Lorusso. Basti pensare alla chiusura del “Barisera” o al tracollo di “Telenorba” e “Antenna Sud”. Il risultato è che dal 2010 ci sono 3000 posti di lavoro in meno, retribuzioni decimate da cassa integrazioni e contratti di solidarietà.

Un mondo di precarietà al quale si aggiunge la mancanza di tutele contrattuali- senza parlare delle migliaia di free lance, operatori dell’informazione che lavorano praticamente gratis e senza alcuna tutela- in cui è viva più che mai l’urgenza di “risposte concrete e non più di vuota demagogia”. Il primo passo verso un’informazione sana e di qualità consiste nel fare le leggi chiare e nel rispettarle. Per questo secondo la FNSI il settore necessita delle revisione delle leggi del sistema. Tra queste Raffaele Lorusso cita  la legge sull’editoria (n.416/1981), la quale deve essere aggiornata e consentire l’accesso ai prepensionamenti e agli ammortizzatori sociali. Inoltre “per ogni 3 giornalisti licenziati deve essere assunto almeno 1”. Un’affermazione più vicina all’utopia che alla realtà, almeno per ora. Ma perché in Italia la categoria dei giornalisti, nonché l’ordine professionale, acquisti nuova credibilità, è necessario che ci sia unione, desiderio di approfondire e verificare le notizie, e anche che i “veterani dell’informazione” si facciano giustamente da parte. A questo proposito Raffaele Lorusso si è espresso senza riserve: l’invito è a fare qualche rinuncia rispetto ai fasti del passato per garantire un futuro ai giovani giornalisti.

E rispetto al fatto che “il lavoro senza regole è sfruttamento”, sono concordi anche i segretari generali Cgil, Cisl, Uil Puglia, Gianni Forte, Giulio Colecchia, Aldo Pugliese e il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese.

Lo squilibrio tra la domanda e l’offerta fa sì che oggi si assista a molta improvvisazione nel campo dell’editoria, mentre il potere in mano a pochi e grandi editori, per di più “impuri” (problema che affligge il giornalismo nostrano dalla nascita) comporta che la rosa delle notizie che passano sia sempre più “filtrata”. Di contro il web impazza, con la nascita di blog, aggregatori di notizie, giornali telematici locali – in alcuni casi qualitativamente buoni- ma anche di gente che si improvvisa editorialista.  E l’ordine sembra essere diventato un “tesserinificio”, afferma sarcastico Lorusso. Crescono così i voucher che hanno di fatto soppiantato i regolari contratti di lavoro. Senza parlare dei più giovani che vorrebbero apprestarsi a questa professione, ai quali oggi è persino negato il praticantato –in passato obbligatorio di 18 mesi- presso testate, radio e tv. Come fare quindi? Ci sono i master biennali e le scuole di giornalismo convenzionate con l’ordine dei giornalisti alla modica cifra di 20 mila euro circa. Poi parliamo di concentrazioni editoriali! Ci sono sì altre soluzioni, ma a quale prezzo e con quali tempistiche?

Al dibattito sul futuro del giornalismo italiano hanno partecipato anche il direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia e gli interventi del presidente della Casagit, Daniele Cerrato, e del presidente Ordine dei Giornalisti di Puglia, Valentino Losito, mentre hanno inviato il proprio saluto il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Il congresso che si è concluso con l’elezione del nuovo direttivo e del nuovo presidente regionale, Bepi Martellotta, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno.

(di Anna Piscopo)

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