Mourinho rimane senza parole. Sipario blues per lo special one?

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Jose MourinhoSbarcato lungo le sponde rosse del Mersey da un paio di settimane, Jurgen Klopp rischia di aver già scritto una pagina decisamente importante della Premier League 2015-’16; i Reds dell’ex-Borussia hanno infatti aperto col botto l’undicesima giornata di campionato sbancando 3-1 Stamford Bridge e spingendo il Chelsea di Mourinho sull’orlo del baratro.

Dopo aver dominato lo scorso Campionato i Blues hanno raggranellato infatti la miseria di 11 punti in 11 giornate, che valgono l’incredibile 15° posto in Premier frutto di 3 vittorie, 2 pareggi e ben 6 k.o. ; per avere un termine di paragone,  le sconfitte erano state appena 3 nel passato Campionato, 9 complessivamente nelle 76 gare di Premier disputate dal Chelsea dopo il ritorno di Mourinho. Spietati come di consueto, dopo la sconfitta nel derby con il West Ham i tabloid inglesi avevano indicato le gare di Coppa di Lega a Stoke ed in Premier con il Liverpool come decisive per le sorti del tecnico di Setubal. In Coppa il gol del pari di Remy al 91’ sembrava poter dare una stretta ai bulloni della panchina del portoghese, tradito però ai rigori dall’errore della stellina Hazard; 4 giorni dopo, in Campionato, il vantaggio immediato sul Liverpool firmato Ramires è stato a dir poco illusorio, con gli ospiti che trascinati da Coutinho hanno steso in rimonta i Campioni d’Inghilterra in carica.

Il doppio k.o. incassato rende denso di nubi il futuro immediato del Chelsea, ma ancora più plumbeo sembra poter essere il destino del suo condottiero. A fare scalpore, quasi più del fragoroso rovescio, è l’intervista rilasciata dallo Special One nel post-partita; la tradizionale favella al tritolo del portoghese è stata infatti sostituita da 56 secondi di “nothing to say” più rumorosi di qualsiasi dichiarazione, che nel loro nulla dicono tantissimo circa il momento attraversato da squadra e tecnico.

Che la stagione non sarebbe stata affatto facile lo si era intuito già in Estate:  k.o. in Supercoppa nel derby con l’Arsenal, all’esordio in Campionato il Chelsea non va oltre il 2-2 interno con lo Swansea in una gara salita alla ribalta delle cronache per la sfuriata dello Special One nei confronti della malcapitata Eva Carneiro, mentre a chiudere un Ferragosto da incubo arriva lo 0-3 patito in casa del City. In affanno sul rettangolo verde, il Chelsea rimane immobile anche sul mercato, dove assiste al rafforzamento delle rivali dando una scossa alla campagna trasferimenti solamente sul gong,  quando a Stamford Bridge sbarca l’ex-Barcellona Pedro scippato last second al Manchester United.

L’infortunio di Courtois pesa non poco su una retroguardia nella quale Terry ed Ivanovic sembrano aver perso lo smalto dei tempi migliori, con Cahill  un pò Dr. Jeykill e un pò Mr. Hide ed Azpilicueta adattato sulla fascia di sinistra; su queste considerazioni pone le basi lo stalking dei londinesi per il giovane Stones dell’Everton, rimasto a Goodison Park nonostante la corte serrata di Mourinho. Da metà campo in su le cose non migliorano, con il Chelsea che fatica a costruire azioni manovrate e pur volendosi affidare all’estro dei suoi fantasisti li trova spesso appannati; Hazard non toglie più le castagne dal fuoco ai Blues, e dopo un avvio fulminante anche Pedro è rimasto invischiato nel grigiore che accompagna l’inizio di stagione del Chelsea. I 3 gol messi congiuntamente a referto in campionato da Diego Costa e Radamel Falcao sintetizzano in maniera concisa ma efficace le difficoltà del Chelsea di questo avvio di Campionato, una partenza da incubo per i supporter del club di Abramovich  che rischiano di vedere compromessa già a fine Ottobre una stagione ancora agli albori.

Il proverbiale carico da 90 su una situazione già di per se difficile è scaricato sopra la testa di Mourinho da alcune fonti secondo le quali lo spogliato capitanato da John Terry avrebbe voltato le spalle al proprio comandante arrivando addirittura, come riferisce la BBC, a maturare il concetto di “meglio perdere piuttosto che continuare con lui” delineando un ammutinamento che avrebbe del clamoroso e che tra i propri capifila avrebbe nientemeno che Eden Hazard.

Voci del genere vanno doverosamente prese con le pinze, ma ragionando sulla figura e sulla storia recente di Mou non sarebbero così’ fuori dal mondo; lo stesso genere di voci circolavano per gli ambienti madrileni anche durante il triennio spagnolo dello Special One, che al termine della sua esperienza sulla panchina del Real avrebbe perso addirittura l’appoggio del blocco portoghese potendo contare solamente sul supporto di Modric, Essien e Diego Lopez. Mai banale, il portoghese è il classico personaggio che si ama o si odia, e pone alla base dei suoi successi la componente psicologica ed il legame spirituale e carismatico con la squadra; qualora questo non si innestin però il rischio è lo scatenarsi di un letale effetto boomerang pronto a ghigliottinare il Mou di turno, costretto a fare i conti con malumori vari che la mancanza di risultati inevitabilmente porta allo scoperto.

La gara di mercoledì con la Dinamo Kiev, cruciale in chiave passaggio del turno in Champions, sembra a questo punto per Mou l’ultima possibilità di riprendersi il Chelsea scacciando i fantasmi del 2008, quando un pari ottenuto proprio in Champions con il Rosenborg segnò il capolinea della prima esperienza londinese dello Special One dopo un avvio infelice di stagione; con l’acqua ormai quasi alla gola, a Josè da Setubal non resta che sperare che la storia non si ripeta.

Michael Anthony D’Costa

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