Fiera del Levante. Dal digitale all’arte, passando per l’enogastronomia

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poster_6x3Si è conclusa anche quest’anno la Fiera del Levante di Bari. A chiudere i battenti della 79° edizione, domenica sera, il concerto di Al Bano, che ha sigillato un’annata all’insegna del record di presenze. Venerdì 18 settembre, ad esempio, sono stati censiti fino alle ore 21 ben 34 mila visitatori, circa 10 mila in più rispetto allo stesso giorno del 2014.

Tra gli eventi in programma sabato 19 si è affrontato il tema del digitale nell’ambito del convegno “Mercato Unico Digitale per l’Europa: opportunità per la Puglia e il Mezzogiorno”. La giornata di studi è stata organizzata dalla Commissione Europea di concerto con Regione Puglia, Europe Direct Puglia, Università degli Studi di Bari, Comune di Bari, Ordine dei Giornalisti, Fiera del Levante e Confindustria Puglia. Si è parlato dunque di Big Data, banda larga, digital divide. È emerso il disagio di collegamenti internet ad alta velocità che spesso si fermano ai capoluoghi, lasciando escluse province e zone rurali. “Con la banda ultralarga – ha affermato l’assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia, Loredana Capone – la Puglia sta costruendo le fondamenta che servono al mercato unico digitale, attraverso un’infrastruttura digitale che riguarda tutto il sistema pugliese, che entra nelle zone industriali delle città, nelle aree dove si trovano caserme e tribunali, nei luoghi di studio come le scuole e le università”.

Alla Fiera si è parlato anche di disabilità  nel corso della tavola rotonda “No alle barriere e ai pregiudizi” organizzata dal movimento disabili. La discussione si è svolta nella Sala Triggiani, messa a disposizione gratuitamente dal presidente della Fiera, Ugo Patroni Griffi, al quale è stata consegnata una targa di ringraziamento per la disponibilità.

Una delle novità di quest’anno è stata la mostra “L’eredità invisibile”, che ha ospitato nel nuovo Centro Polifunzionale Congressi il patrimonio artistico della Fiera, sconosciuto ai più (da cui il titolo dell’esposizione), ma non per questo privo di valore storico e simbolico. Si tratta di diverse opere tra quadri, sculture e foto storiche dei maggiori artisti del Novecento che erano “nascoste” tra i corridoi e gli uffici e che invece con “L’eredità invisibile” sono diventate un patrimonio da condividere con i visitatori. “La mostra allestita nel nuovo Centro Polifunzionale Congressi è la dimostrazione che in Fiera si può fare anche cultura alta”, ha dichiarato Patroni Griffi al taglio del nastro. “Questo luogo, simbolo della città, può essere un prezioso contenitore a disposizione dei baresi e non solo”.

Altro momento culturale è stata la presentazione del IV volume della collana “Riflessioni dalla Puglia” a cura del professore Ottavio Albano e del giornalista albanese Nico Demneri. Il libro è un viaggio tra arte, tradizioni e storia della Puglia per divulgare anche gli aspetti meno noti della regione, su cui c’è ancora tanto da raccontare. A proposito di tradizioni, in questo caso gastronomiche, una parte del volume è dedicata all’azienda “Mucci” di Andria, che da oltre un secolo produce i famosi confetti. I confetti, dal latino cum facere, hanno il metaforico significato di racchiudere qualcosa con qualcosa. Christian Mucci ricorda, in conferenza, che da oltre 100 anni c’è ad Andria l’usanza per lo sposo di lanciare i confetti a casa della sposa per tutti gli anni di fidanzamento. Un lancio, in dialetto detto petrisciata, che simboleggia la semina del contadino e che rappresenta l’augurio per gli sposi “affinché siano ricchi e fertili dopo le nozze”.

Restando in tema di cibo, il 19 settembre è stata presentata in Fiera la start up pugliese CibiAMOci, il cui obiettivo è innovare e digitalizzare il processo di distribuzione delle eccedenze alimentari, sviluppando un coordinamento tra gli attori della filiera distributiva (industrie agroalimentari, grande distribuzione organizzata, ristorazione) e re-distributiva (associazioni, onlus, food bank). Attraverso un’applicazione mobile e un sito web sarà così possibile per gli utilizzatori finali del servizio acquisire in tempo reale la disponibilità quotidiana di eccedenze alimentari. Un’opportunità non da poco, considerato che il problema della povertà, in Italia, affligge sette milioni e mezzo di cittadini, l’equivalente di quasi il 13% della popolazione.

(di Laura Guadalupi)

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