Grabar Kitarovic, primo presidente donna della Croazia

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Vince di stretta misura contro il presidente uscente Ivo Josipovic

La conservatrice Kolinda Grabar Kitarovic sarà il nuovo presidente della Croazia. La diplomatica di carriera ha infatti vinto al fotofinish il ballottaggio, superando in extremis e per poche migliaia di voti il presidente uscente Ivo Josipovic. Il suo successo segna un importante cambio di guardia, ma una svolta che nessuno poteva prevedere solo poche settimane fa, e che porta la destra alla presidenza in Croazia per la prima volta dal 1999. In questa elezione è stata il “dark horse” su cui non tutti avrebbero scommesso.In pochi credevano che una donna, diplomatica di carriera internazionale, e per di più conservatrice, potesse avere una qualche possibilità contro il popolarissimo presidente uscente, Ivo Josipovic. Ma Grabar Kitarovic ha sorpreso tutti e ha vinto, seppur di strettissima misura, con una differenza di 17.300, lo 0,8 %, ottenendo il 50,4 per cento dei voti.

L’affluenza è stata del 59% degli aventi diritto, contro il 47% del primo turno; un dato certamente influenzato dalla campagna elettorale dai toni molto accesi e dalla grande suspense alla vigilia del voto.

Grabar Kitarovic, 46 anni, cattolica e conservatrice moderata, ha promesso più “patriottismo e rispetto per i valori tradizionali”, ma anche uno stile presidenziale molto più dinamico e critico verso il governo. Dopo il giuramento a metà febbraio, infatti, la Croazia vivrà una difficile coabitazione, tra il primo ministro Zoran Milanovic, noto per il suo stile scontroso, e Grabar Kitarovic che vorrà imporsi sulla scena politica interna, dalla quale manca da quasi sette anni. è stata infatti prima dal 2008 ambasciatore a Washington e poi dal 2011 segretario aggiunto della Nato per la diplomazia pubblica. Una carriera tutta incentrata sugli esteri e sulla diplomazia: laureata in lingua e letteratura inglese e spagnola, con un master in relazioni internazionali, Grabar Kitarovic ha lavorato dal 1993 nel ministero degli Esteri, per diventarne titolare nel 2004, e guidarlo fino al 2008, su volontà dell’allora premier Ivo Sanader, oggi in carcere per una serie di casi di corruzione. Il legame che continuerà a rappresentare un’ombra sulla sua immagine pubblica, ma la sua vittoria dimostra che il periodo di purgatorio per i peccati passati del suo partito, l’Hdz, si è concluso e che il centro-destra in Croazia guarda con molte speranze alle elezioni politiche che si terranno entro un anno.

Josipovic lascia dunque la carica all’ultimo, sicuramente amareggiato e deluso dopo aver avuto concrete speranze di vittoria fino all’ultimo . L’ago della bilancia in queste elezioni sembra non sia stata tanto la scelta tra i programmi e le promesse dei due candidati, quanto lo stato in cui versa l’economia della Croazia: da sei anni in recessione, la disoccupazione è al 20 per cento e il debito pubblico all’80 per cento del Pil. Josipovic ha pagato per il diffuso malcontento, soprattutto del suo popolo di centro-sinistra, per l’operato del governo socialdemocratico. A favore della candidata dell’opposizione ha giocato l’idea che un cambiamento possa essere un’opportunità di ripresa, sebbene il capo dello Stato in Croazia non abbia poteri in campo economico.

L’elezione ha un valore non solo simbolico (è la prima donna presidente), ma anche un valore politico che potrebbe cambiare le dinamiche interne politiche in Croazia.

(di Francesca Parlati)

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