Roma – AssoLei premia le poesie dedicate al corpo

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Si è tenuto venerdì 14 novembre il Premio Letterario AssoLei presso la Sala del Carroccio in piazza del Campidoglio a Roma. Il Premio AssoLei è stato organizzato dal Centro Poesia Roma in collaborazione con il CAS Centro Arte e Spettacolo di Roma, la Casa Editrice Lepisma e AssoLei, un’associazione che promuove la cultura della solidarietà, lo sviluppo e la tutela dei diritti della persona di ogni genere e nazionalità e che si impegna a contrastare qualsiasi forma di abuso, violenze e mobbing con particolare riguardo alle molestie sessuali nel mondo del lavoro, in famiglia e nella società. Inoltre, l’associazione opera sul territorio attraverso uno sportello dotato di personale esperto in problematiche di diverso tipo riguardanti le donne (www.assolei.it).

Al premio hanno partecipato autori da tutta l’Italia con una poesia o un racconto inedito con al centro il tema del CORPO. Sono intervenuti le giurate Barbara Felcini, co-direttrice della collana al femminile Api di Lepisma Edizioni, Cristiana Lardo docente di Letteratura presso l’Università Tor Vergata di Roma, Letizia Leone poetessa e critica letteraria, Maria Isa Lo Masto co-direttrice della collana al femminile Api per Lepisma Edizioni, Serena Maffia scrittrice e Presidente del Centro Poesia Roma, Federica Maffia Psicoterapeuta Perito e CTU del Tribunale di Roma, Dalila Novelli Presidente del Premio, Giulia Rodano esperta di politica e di cultura, Angela Ronga sindacalista esperta di politica e storia delle donne, Francesca Scarfoglio Presidente dell’AssoLei. Un serata ricca di ospiti durante la quale saranno presenti anche le telecamere di Rai 3. A fare gli onori di casa l’On. Dario Nanni. Ha presentato il Premio Serena Maffia.

Mediapolitika ha intervistato il Presidente del Premio AssoLei, Dalila Novelli.

Il tema del Premio è il corpo. Qual è il rapporto tra il corpo e la donna?
Il corpo è stato il fulcro di alcune rivendicazioni, è stato elemento di libertà per eccellenza. Il corpo, la sessualità sono i veicoli attraverso cui passano le nostre scelte. Questo contribuisce a creare la “cultura di genere”. La nostra cultura femminile è passata attraverso un immaginario di tipo maschile, quindi oggi si assume un modello sbagliato del corpo e della donna, soprattutto in politica. Non è un modello autentico ma una rappresentazione creata dall’immaginario maschile. Purtroppo alcune donne hanno contribuito a creare quell’immaginario e lo hanno introiettato interrompendo così la ricerca verso un dialogo sano e un’affermazione intelligente nella società.

Quale messaggio vuole comunicare il Premio AssoLei?
Questo premio vuole essere anche una provocazione. L’immagine che prevale della donna talvolta è un’immagine distopica, per cui questa iniziativa vorrebbe essere un tentativo di dialogo, un ponte comunicativo anche con le istituzioni.

Che ruolo ha la donna oggi?
Le donne hanno mostrato di stare nell’alveo della società, hanno fatto dei notevoli salti di qualità, si sono mostrate capaci di governare. Tuttavia non c’è un’elaborazione femminista unificante: tante voci sparse interessanti, ma manca una vera politica delle donne. Mancano le parole-chiave che hanno segnato le lotte femministe. Manca l’unione delle donne, la solidarietà, la volontà unificante dell’intero genere femminile. In altre parole non c’è un’elaborazione politica di genere, e queste credo siano le cause che rendono ancora lontano un reale cambiamento del mondo.

Abbiamo incontrato anche il fotografo Eduardo Fiorito, che ha esposto alcune opere frutto del proprio lavoro che ha come leit motiv le streghe. Le opere saranno esposte in anteprima assoluta durante la serata di premiazione nella Sala del Carroccio e una di queste sarà data in premio alla poesia vincitrice.

Perché hai scelto di rappresentare le streghe?
La strega è uno dei simboli più violenti e più significativi della repressione delle donne da parte della società maschile. Niente come la strega rappresenta il contatto e il ricongiungimento con la natura, la connessione con la terra, l’unione con le nostre pulsioni istintuali in senso positivo, il colloquio diretto con la divinità. Tutto quello che archetipicamente la società maschile rifiuta. Poiché la società maschile si identifica con il potere che rappresenta la “testa” , la quale si oppone alla “parte bassa”, ossia agli istinti che pulsano e l’uomo cerca di respingerli perché non riesce a controllarli, ha paura. Quindi la reprime, la tortura, la rimuove non solo dalla società ma anche da se stesso creando così una società senza amore, senza natura.

Per cosa dobbiamo lottare?
Il femminile, non solo la donna in senso lato è stato represso. È per il femminile che dobbiamo batterci, per esempio io vorrei battermi per il femminile che è in me! Dovremmo ritornare, invece, ad un rapporto più diretto con la natura, e quindi con gli istinti e le pulsioni. Quando cerchiamo di reprimere tutto questo prevale il culto del potere. Infatti Jung diceva che “l’antitesi dell’amore è il potere”, se ami il potere non puoi amare. Per questo, secondo me, la strega è un simbolo molto efficace.

Allora potremmo dire che c’è una parte di “strega” in ognuno di noi?!
Certo, magari ci fosse! Se riuscissi a salvare la “strega” che è in me, riuscirei ad essere felice. Non si può essere davvero felici lontano dalla natura, e quindi dall’amore. Il potere, invece, è un surrogato di questa mancanza.

(di Anna Piscopo)

 

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