Giù un argine a Carrara. La protesta dei cittadini e lo scaricabarile

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La zona di Carrara non è nuova a episodi alluvionali. In realtà bastano due ore di pioggia continuata perché varie zone della città si allaghino, sostengono gli abitanti. Nella mente dei carrarini è rimasto vivo il ricordo dell’alluvione del 2003, che contò anche una vittima. Eppure la pazienza dei cittadini è saltata solo adesso, come l’argine del torrente Carrione.

I fatti
Il 5 novembre 2014, a seguito di cinque ore di piogge ininterrotte, in zona di Avenza, un argine del torrente Carrione cede per 200 metri: nessun morto, per fortuna, ma danni alle fabbiche e segherie che sorgono lungo la sponda. Contemporaneamente esonda anche il Parmignola. L’acqua arriva presto ad altezza macchine e il Comune consiglia telefonicamente di salire ai pieni superiori delle abitazioni.

Gli antecedenti
Dopo l’alluvione del 2003 era stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo, in seguito alla morte di Idina Nicolai (Vedi: Il Tirreno). Di grande rilevanza una perizia dei tecnici giudiziari (Vedi: Corriere.it), che individuava 93 zone di criticità lungo il corso del torrente Carrione, zone dove erano necessari lavori di sgombro dell’alveo del torrente, ostruito da detriti dell’industria dei marmi. Nel 2013, la situazione dei detriti è stata descritta come “critica” in un dossier di Arpet sulle attività estrattive delle Alpi Apuane. Tra le zone ad alta criticità rilevate dalla perizia risultano anche necessari alcuni lavori di ricostruzione degli argini. Lavori che si concludono nel 2007, con ristrutturazioni e ricostruzioni di alcuni tratti di argine del torrente. Nonostante queste opere pubbliche, i cittadini continuano a segnalare problemi con gli argini: bastano due ore di pioggia non battente e alcune zone si allagano, il fiume cresce ad ogni pioggia. Nessun provvedimento viene preso.

La protesta
Il 6 novembre, nella piazza antistante il Comune di Carrara c’è una manifestazione dei cittadini. Chiedono risposte. Il sindaco Zubbani si affaccia, protetto dalla polizia e dichiara “La giunta e il sindaco non sono responsabili di quanto accaduto”. A partire da questo momento ci sono varie versioni. Le testate giornalistiche riportano di un concreto tentativo di aggressione da parte della folla ai danni del sindaco, scortato dalla polizia, di due poliziotti che finiscono al Pronto Soccorso, di frange di ultrà violenti in piazza. Un portavoce di Carrara Assemblea Permanente, invece, racconta telefonicamente a Mediapolitika solo di aggressioni verbali sporadiche e di tentativi di avvicinare il sindaco per parlare, con una piazza dove erano presenti anche anziani e bambini. Sempre la stessa fonte ha confermato alla nostra testata che i due poliziotti andati in Pronto Soccorso ci sarebbero andati solo dopo molte ore, alle sei del pomeriggio, e il giorno dopo avrebbero ripreso regolarmente servizio. La polizia non ha dovuto usare i manganelli e le maniere forti. Il Comune di Carrara viene occupato dalla gente riunitasi a manifestare: il movimento si unifica sotto un nome, Carrara Assemblea Permanente. Un obiettivo principale: ottenere le dimissioni del Sindaco Zubbani e della giunta. A danneggiare ulteriormente la posizione del sindaco sarebbe anche il ritrovamento di una notifica dei Vigili del Fuoco, datata 2013, indirizzata al Comune in seguito a delle ispezioni lungo l’argine del torrente Carrione. Sul foglio presenti tutti i timbri di protocollo di entrata del documento, riportanti la data del 26 gennaio 2013. In questa notifica “si vuole segnalare alle autorità in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, la necessità di porre in essere le necessarie verifiche sia sui progetti di realizzazione delle opere di arginatura”, in quanto “è consistente e grave pericolo di verificarsi di altri crolli in occasione di future piene”.

Di chi è la responsabilità?
Una parte di questa segnalazione deve fare pensare: le autorità di indirizzo. Chi sono esattamente le autorità di indirizzo? A partire dalla frase pronunciata dal sindaco Zubbani di fronte al Comune, la linea difensiva del primo cittadino e quella della giunta rimane la stessa: il dissesto idrogeologico della zona non sarebbe di competenza comunale, ma provinciale. Area di competenza del Comune sarebbe solamente la messa in sicurezza dei ponti sul terreno demaniale.  Questa linea difensiva è stata ribadita davanti alle telecamere di Antenna 3, giovedì 13 novembre, e anche prima, nel corso di un servizio de Le Iene, andato in onda mercoledì 12 novembre. Se le zone in questione fossero di competenza provinciale, sarebbe difficile accertare le responsabilità, dato il recentissimo insediamento di Narciso Buffoni a presidente della Provincia. In un incontro nella sede della provincia, si esprime anche il Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi : “Ci sono precise responsabilità, non si possono mettere in capo a tutti – ha detto riguardo ai lavori sull’argine del fiume Carrione -. La magistratura sta indagando”. Sollecitato su come sia possibile che un argine del 2007 e, almeno sulla carta, Rossi formula tre ipotesi “o si è complici, o si è ladri, o si è incompetenti”, fornendo così uno slogan diventato virale sui social. Tra quanto detto dal governatore, anche questa frase: “La rottura dell’argine è inaccettabile. I responsabili dovranno pagare. La sconfitta è dello Stato”.

Chi sono i veri sconfitti?
La sconfitta non sembra essere solo dello Stato. Sfollati, gente che dovrà ricostruire e ricominciare da zero, sembra che anche la popolazione di Carrara abbia avuto una sua razione di sconfitte. Sconfitte che però aumentano solo la voglia di protesta. Continua infatti il presidio al comune, definito dal capo del Diparimento nazionale della Protezione Civile Gabrielli come “assolutamente pacifico e non violento, nonché solidale con il popolo alluvionato”. Il capo dipartimento ha incontrato il movimento Carrara Assemblea Permanente giovedì 13. Incontro che non ha soddisfatto appieno i manifestanti: come si legge in un loro comunicato del giorno successivo “a fronte delle nostre richieste di immediato aiuto da parte del suo ente nel sonno delle istituzioni,  Gabrielli prosegue, secondo i manifestanti, “nella tattica dello scaricabarile”. In realtà la Protezione Civile nazionale, in mancanza di esplicita richiesta d’intervento da parte della Regione, non può agire. A motivare grandemente le persone che occupano il comune ormai da una settimana, è la mancanza di sostegno delle istituzioni. Il senso di abbandono e di impotenza di fronte a una burocrazia kafkiana è il colpo peggiore. L’amarezza nei confronti di questo scarico di responsabilità è palpabile. Primo bersaglio di queste critiche è Angelo Zubbani il sindaco. Al suo secondo mandato, il primo cittadino comunica che le sue dimissioni non entreranno in discussione prima della fine dell’emergenza, per non abbandonare la sua comunità in un momento di emergenza.

Ricostruire… con che fondi?
Le decisioni politiche sono quindi rimandate alla fine dell’emergenza. A Carrara, intanto, si cominciano a richiedere perizie per i rimborsi dei danni subiti. Rimborsi che non si è ancora ben capito da dove arriveranno. Il Comune di Carrara risulta, come è stato comunicato da un portavoce di Carrara Assemblea Permanente, tra i più indebitati d’Italia. Eppure grande sollievo economico dovrebbe essere portato dalla presenza delle cave di marmo, grande ricchezza del territorio. Proprio queste cave e le tasse sul materiale estratto da pagare al comune sono al centro di un’indagine. Secondo un articolo de Il fatto Quotidiano del 29 maggio 2014, infatti, grazie a un accordo del 2008, i proprietari delle cave avrebbero avuto un trattamento di favore nel pagamento delle tasse comunali. Trattamento contro cui lo stesso Zubbani si era scagliato nel 2011, come dichiarato in un’intervista del Corriere. L’indagine è ancora in corso, quindi non è possibile trarre conclusioni.

Carrara Assemblea Permanente
All’interno del Comune, il presidio tiene duro. Il movimento si costituisce come apartitico e coinvolge varie fasce di popolazione. Prima delle dimissioni del sindaco non si vogliono prendere decisioni politiche e si vogliono evitare inutili strumentalizzazioni. L’obiettivo sul lungo termine è ottenere una maggiore prevenzione e vigilanza sulle zone idrogeologiche a rischio, dato che il problema non sono solo le alluvioni: la zona di Carrara, infatti, a seguito di massicce cementificazioni, è spesso soggetta a crolli e frane. Per ottenere questi controlli tecnici, però, è necessario che vengano delineate in maniera chiara le zone di pertinenza, tra Comune e Provincia, in modo da evitare continui scarichi di responsabilità. Gli obiettivi a breve termine dei manifestanti sono due: le dimissioni del Sindaco e della Giunta e il supporto e il sostegno alla popolazione alluvionata.  Per evitare critiche o disinformazioni, Carrara Assemblea Permanente offre un aiuto pratico a chi ha subito perdite nell’alluvione: vestiti, cibo, ma anche il necessario per ripulire le case dal fango. Squadre di volontari hanno affiancato i volontari della Protezione Civile nella costruzione di paratie in vista dell’allerta meteo prevista per il 15 e il 16 novembre. Numerose anche le iniziative indipendenti da Carrara Assemblea Permanente per la raccolta fondi in favore degli alluvionati. Sull’onda dell’Ice Bucket Challenge, è nato il Marble Challenge, da un’idea di Miss Toscana a Miss Italia 2014, Veronica Fedolfi.

Mangiare una fetta di lardo e fare una donazione al conto Carrara Per Tornare Liberi (Causale Per tornare liberi Intestazione Vespa club Antonino Carrara dei Marmi  Iban IT 73I0603024500000035404482). Iniziativa che sta cominciando a riscuotere un certo successo tra i vip nominati. “Ho pensato che anche fare qualunque cosa fosse meglio di starsene con le mani in mano”, ci ha detto Veronica.

Per tornare liberi
Lo slogan che accompagna la protesta e il sostegno a tutti i carrarini è Per tornare liberi. Liberi dalla paura delle piogge, liberi dalla sfiducia verso le istituzioni. Liberi e sereni, senza tremare ogni volta che il cielo tuona.

(di Francesca Parlati)

Fonte foto: www.protezionecivile.gov.it

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One thought on “Giù un argine a Carrara. La protesta dei cittadini e lo scaricabarile

  1. Renzi accusa la Region di Stato

    Da noi vige la legge del ping-pong
    che tu mi dici a me ch’è colpa mia,
    io invece dico “Hai detto una bugia,
    sei tu lo stronzo e io lo grido strong.”

    Il Renzi come avesse pubalgia
    accusa: “Le alluvioni del Mekong
    son colpa di Burlando, I suppong!
    Il Seveso? Maroni e Pisapia!

    La colpa è di quegli altri, io non c’ero,
    si tirino le pietre alle Regioni!”
    Burlando, col Maroni e il Chiamparino

    ribattono con tono battagliero:
    “Da Roma son piovuti tre condoni!”
    E Renzi? Sbloccaitalia, a te il cerino!

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