Zochrot lancia iNakba. Aiuterà gli esuli palestinesi a riconoscere i loro territori

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di Azzurra Pretungaro

“La regione che fino al 1948 si identificava in gran parte con il territorio a mandato britannico di Palestina, è stata teatro di vicende che ne hanno radicalmente trasformato l’assetto politico, sociale, etnico, religioso, linguistico ed economico”, (questa la voce dell’Enciclopedia Treccani dedicata alla Palestina) (http://www.treccani.it/enciclopedia/palestina_res-70227117-87e8-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/). A questo elenco potremmo aggiungere la parola “geografico”, la definizione del territorio ha subito infatti gli stravolgimenti più profondi e dolorosi.

Da questo assunto ha preso le mosse il progetto di Zochrot, la ONG israeliana con sede a Tel Aviv che opera al fine di promuovere, tra gli ebrei israeliani, la coscienza sociale e storica riguardo la Nakba (“catastrofe”) palestinese, ovvero l’esodo del 1948.

L’organizzazione non governativa ha lanciato lo scorso 5 maggio iNakba, un’applicazione (per ora disponibile solo su sistema operativo iOS), che permette agli utenti di identificare le città palestinesi spopolate e i villaggi distrutti durante la guerra che ha portato alla creazione di Israele.

L’app fruibile in tre lingue (arabo, ebraico e inglese), si basa su una mappa attuale di Israele che si fonde con altre mappe contenenti le zone distrutte, è possibile guardare video e vedere le foto delle città storiche ormai inesistenti, caricare propri contenuti visivi e interagire attraverso l’utilizzo dei commenti.

Le fonti storiche utilizzate per la costruzione di iNakba (che ha impegnato gli ideatori per due anni), coincidono con le opere dello storico palestinese Walid Al-Khalidi, dell’accademico Salman Abu Sitta e del ricercatore Noga Kadman.

L’app è stata resa disponibile su iTunes in una data specifica, quella che celebra l’Indipendenza di Israele, la Nakba palestinese invece viene ricordata dal suo popolo il 15 maggio.

Zochrot. La ONG ha chiaramente previsto una non ottima accoglienza dell’applicazione da parte degli ebrei israeliani, ma la scomodità sembra essere una caratteristica ben precisa del movimento. Spesso etichettata come organizzazione di estrema sinistra, non gode di largo consenso: nel 2012 ai membri di Zochrot è stato impedito di commemorare la Nakba per le strade di Tel Aviv, dichiarando che la loro intenzione di distribuire “materiale d’incitamento”, (nella fattispecie volantini informativi), avrebbe disturbato la quiete pubblica. La ONG ha dichiarato che non sarà sorpresa se i Nakba provocherà reazioni di rabbia e dissenso, consci che il cercare di salvare il paesaggio che Israele ha cambiato e sta cambiando, sia un onere gravoso.

Zochrot nel frattemposta sviluppando una versione Android dell’app e spera che in futuro possano avvenire dei tour organizzati nei circa 500 villaggi palestinesi distrutti.

A sessantasei anni dalla diaspora palestinese una app per smartphone aiuterà gli esuli a identificare le loro terre, i loro paesi, le loro case. L’iniziativa di Zochrot arriva all’indomani della pace tra Hamas e Fatah (http://www.mediapolitika.com/?p=14567), in un periodo in cui Netanyahu lavora per la definizione di una nuova legge Fondamentale che identifichi Israele come “Stato Nazionale del popolo ebraico” e in cui l’ala ultranazionalista opera violentemente contro la minoranza araba. La condizione storica è come al solito delicata e in in equilibrio precario, ma la scelta di Zochrot è ormai stata presa da tempo, non si può abbandonare la promozione della coscienza storica palestinese per il timore di infrangere una stabilità solo apparente e decisa e gestita in maniera impari.

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