Frida Kahlo in mostra alle Scuderie del Quirinale. L’artista messicana torna ad incantare i visitatori

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di Valentina Verdini 

“Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te”.

Rivoluzionaria nell’arte e nella vita. Un concentrato di energia, amore e dolore. Bizzarra e difettosa, come lei stessa si definisce. Questa volta è Roma ad ospitare una delle artiste più apprezzate del Novecento, Frida Kahlo. Una donna, prima di essere un’icona dell’arte, che continua ad affascinare e allo stesso tempo stupire i visitatori con dipinti ricchi di significato, in cui vicende personali si alternano alle trasformazioni sociali e politiche del suo paese, il Messico.

L’esposizione, in mostra alle Scuderie del Quirinale dal 20 marzo fino al 31 agosto 2014, raccoglie più di 40 dipinti provenienti da Stati Uniti, Messico, Europa. Non solo capolavori come “Autoritratto con collana di spine e colibrì”, per la prima volta esposto in Italia, “Autoritratto con scimmie”, “La sposa che si spaventa vedendo la vita aperta”, ma anche fotografie scattate da Nickolas Murray che ritraggono Frida in attimi di vita quotidiana. Presenti anche quadri del marito Diego Rivera e di alcuni artisti attivi in quel periodo come José Clemente Orozco, José David Alfaro Siqueiros, Maria Izquierdo.

Frida Kahlo- Nata nel 1907 a Coyoacàn, un villaggio di Città del Messico, Frida forma la sua cultura artistica in maniera autodidatta, osservando l’arte che le è attorno. Prima suo padre Guillermo, fotografo di professione, al quale presta il suo pennello per ritocchi fotografici. Contemporaneamente, Frida guarda con entusiasmo all’arte rivoluzionaria dello Stridentismo, corrente artistica diffusasi in Messico che faceva proprio il messaggio dei movimenti futuristi europei: demolire l’arte accademica. In questo senso, non solo le opere, ma anche il suo stile di vita, riflettono la necessità di riabilitare il passato indigeno e le tradizioni folkloristiche. I suoi dipinti sono ricchi di immagini, simboli e colori della cultura messicana.  Protagoniste non sono solo ricche donne che commissionano quadri come in “Ritratto di Jean Wight”, ma anche donne umili come le cameriere ritratte in abiti popolari in “Due donne, Herminia e Salvadora”.

Frida è un mix di correnti artistiche che si intrecciano tra di loro dando origine a dipinti sorprendenti: non solo, Stridentismo ma anche Surrealismo. È André Breton, teorico del Surrealismo, a riconoscere nelle opere della Kahlo una forma peculiare della corrente artistica nata a Parigi. Esempio è il quadro in mostra a Roma dal titolo “Autoritratto con collana di spine e colibrì” in cui l’artista cerca di rappresentare l’amore infinito e doloroso provato dopo il divorzio da Diego Rivera e allo stesso tempo il desiderio di rinascere più forte di prima.

La niña e il rospo- L’amore indiscusso nei confronti di Diego Rivera è al centro di numerosi quadri in esposizione alle Scuderie del Quirinale. Diego è ovunque: in “Ritratto di Diego Rivera” e in “Autoritratto come Tehuana (o Diego nei miei pensieri)”. Per Frida, l’amore assume anche forme trascendentali, cosmiche: in “L’abbraccio amorevole dell’Universo, la Terra (il Messico), Diego, io e il signor Xolotl”, la Kahlo rappresenta il desiderio di riconciliare in un’unità cosmica l’opposizione creatasi tra lei e Rivera.

“Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita: il primo quando un tram mi mise al tappeto, l’altro è Diego”: un amore tormentato, doloroso e allo stesso tempo indissolubile quello tra la Kahlo e Rivera. Quando si conoscono nel 1922, Diego è già il pittore “rivoluzionario” più famoso del Messico. Frida è una ragazzina, giovane ma determinata. È subito scontro, amore, devozione. Dopo 7 anni, i due si sposano ma l’infedeltà di Diego fa da sfondo a tutto il matrimonio, tanto da separarsi nel 1939 dopo il tradimento di quest’ultimo con la sorella di Frida. Anche la Kahlo non nasconde le sue avventure: tra i suoi amanti vi sono Lev Trotsky, Tina Modotti, il fotograto Nickolas Muray. Frida è al fianco di Diego anche negli Stati Uniti, quando l’artista messicano viene chiamato a dipingere il murale nel Rockefeller Center di New York: un soggiorno burrascoso, durante il quale Frida subisce un aborto e Rivera viene licenziato bruscamente dal committente per aver rappresentato nel grande dipinto il volto di Lenin.

Il dolore- Presente in quasi tutte le sue opere, è il dolore e la malattia. Un sentimento reale causato dal grave incidente in bus subito all’età di 17 anni. Frida è costretta a restare immobile in un letto per moltissimo tempo e in quell’occasione comincia a dipingere, specialmente autoritratti grazie ad uno specchio posizionato sul soffitto che le permette di osservarsi e ritrarsi. Quel dolore fisico la accompagnerà per tutta la vita. Ad esso si sommerà l’impossibilità di avere figli e tre aborti naturali. Esposto a Roma è il Bozzetto per “Henry Ford Hospital” del 1932, il famoso corsetto in gesso che Frida indossa negli ultimi anni della sua malattia e che decora con una serie di simboli.

Lo stile di Frida cambia quando la sofferenza diventa una condanna. Comincia a dipingere nature morte come in “La sposa che si spaventa nel vedere la vita aperta” in cui la frutta matura e gli animali sono un riferimento alla sua condizione di donna.

Al suo fianco, fino al giorno della sua morte nel 1954, c’è sempre Diego. Un amore che supera la gelosia, il dolore, i tradimenti e che diventa devozione e cura. Frida nel frattempo è diventata una delle artiste più apprezzate non solo in Messico, ma anche all’estero. Ma accanto a sé, ha Diego. Il rospo e la “bellissima ragazzina” sono ancora assieme.

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