Il calcio piange Tito Vilanova, l’eroe umile

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Foto_Vilanovadi Marco Milan

Ha avuto poco tempo per dimostrare al mondo di non essere solo un vice fidato e un grandissimo tattico, ma anche un bravo allenatore. Tito Vilanova ha avuto poco tempo in generale, troppo pochi 45 anni per lasciare un mondo che sembrava avergli dato tutto.

Una carriera da calciatore non brillantissima, ma che aveva regalato a Vilanova un’eredità da sfruttare una volta appesi gli scarpini al chiodo: l’intelligenza tattica. Allena piccole squadre spagnole, distinguendosi per saggezza ed acume, qualità che lo portano a diventare l’aiuto più stretto di Pep Guardiola, prima nel Barcellona B, poi in prima squadra. Il supporto tattico di Tito è fondamentale per Guardiola che il 27 aprile 2012, dopo aver annunciato che a fine stagione avrebbe lasciato la guida dei blaugrana, indica proprio nel suo vice il prossimo tecnico della super squadra catalana, fresca di scudetti a ripetizione e due Coppe dei Campioni piazzate in bacheca. Il DS del Barça, l’ex portiere della società spagnola e della nazionale iberica, Andoni Zubizarreta, presenta il nuovo allenatore con una frase destinata a rimanere nella storia: “Abbiamo scelto Tito Vilanova perché lui è il Barcellona e lo rappresenta in tutto e per tutto”. Ma l’avventura di Tito si apre e si chiude nel giro di un anno: a dicembre viene colpito da una ricaduta del tumore alla ghiandola parotide che lo aveva minato poco più di dodici mesi prima. Vilanova lascia momentanemente la guida della squadra, si cura e sembra aver vinto la sua battaglia col maligno avversario. Torna in panchina giusto in tempo per godersi da protagonista lo scudetto del Barça. Poi l’ennesima ricaduta che lo costringe ad abbandonare definitivamente la panchina e qualsiasi altro tipo di incarico: Tito lotta, ma non basta. Il rivale è troppo più forte, soprattutto troppo più vile.

Se ne va presto Tito, lasciando il mondo con un senso di impotenza e di ingiustizia, scatenando forse la retorica e la banalità, ma del resto cosa si può dire in certi casi? Resta l’immagine di un personaggio intelligente, di un vincitore, ma non dell’uomo che non deve chiedere mai come Mourinho o dell’elegantissimo ed affascinante Guardiola, resta un vincitore umile, sorridente, educato fin quasi all’eccesso, risultando schivo, lasciando la passerella illuminata ai fenomeni che sono andati in campo. Solo un anno fa ci lasciava Carmelo Imbriani, a neanche quarant’anni. Oggi piangiamo un altro eroe troppo giovane per smettere di correre. Fa male. E l’esempio di coraggio che questi sfortunati eroi ci lasciano, in questo momento, purtroppo, non basta a farceli ricordare senza commozione e rimpianto.

Foto: LicenzaAttribuzione Alcuni diritti riservati a calciostreaming

 

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