Roma, la magistratura dichiara guerra alle occupazioni: “è sodalizio criminale”

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di Irene Salvi

Tre sgomberi, più di quaranta famiglie fuori casa, decine di persone indagate, un pasticcio politico in Comune. All’alba di mercoledì scorso un’imponente operazione condotta dalla Digos si è conclusa con il sequestro di tre immobili: l’Angelo Mai Altrove Occupato in via delle terme di Caracalla e due palazzine occupate a scopo abitativo, entrambe ex scuole, a Centocelle e nel quartiere Tuscolano – tutti nell’area del Comitato popolare di lotta per la casa. I sequestri sono stati ordinati nell’ambito di un’inchiesta per associazione a delinquere condotta dal pm Luca Tescaroli, che ipotizza l’esistenza di un “sodalizio criminale” volto a estorcere denaro alle famiglie alloggiate negli stabili occupati.

Non è la prima volta che la magistratura si interessa ai movimenti romani per il diritto all’abitare, anche se stavolta le accuse sono gravissime. A lasciare perplessi è che nell’inchiesta sia coinvolto uno spazio come l’Angelo Mai, luogo di produzione culturale saldamente radicato nella scena artistica cittadina (che, fra le altre accuse, dovrà affrontare anche quella di “eser­ci­zio ricet­tivo abu­sivo” per le atti­vità del bar e dell’osteria). Nato nel 2004 con l’occupazione di un ex convitto nel cuore del Rione Monti, l’Angelo Mai viene da dieci anni di vita avventurosa: dopo un primo sgombero e tre anni di attività itineranti, nel 2009 il collettivo ottiene l’assegnazione dello spazio a Caracalla grazie alla delibera n. 26/95 del Comune di Roma, provvedimento dell’amministrazione Rutelli che sancisce per la prima volta la possibilità di assegnare immobili di proprietà comunale a chi li occupa con finalità culturali e artistiche, purché adotti la forma dell’associazione culturale. Nel 2012, proprio quando stanno per terminare i complessi lavori necessari a trasformare uno stabile fatiscente in uno spazio artistico polifunzionale, arriva un nuovo stop alle attività per la messa sotto sequestro del bar, cui mancano i permessi per la vendita di alcolici. Esasperato, il collettivo decide di tornare a occupare e proseguire le proprie attività, che comprendono laboratori teatrali, produzioni musicali indipendenti e spettacoli di artisti di fama internazionale; e le porta avanti con successo fino allo scorso mercoledì, quando dieci blindati della polizia si sono presentati ai cancelli.

Nel comunicato immediatamente successivo allo sgombero, il collettivo ha dichiarato: «Crediamo che questo attacco denunci la fragilità di una politica non in grado di comprendere la complessità del contemporaneo, che si esprime in luoghi di cultura e formazione indipendenti». Questa interpretazione sembra confermata dalla successiva nota in cui il Sindaco Marino, dopo aver ribadito di considerare l’Angelo “un importante presidio culturale cittadino”, afferma di essere “stupito e preoccupato” per gli sgomberi, sui quali il Comune “non era stato informato” dalla Procura: una mancanza di comunicazione che, se non stupisce, indubbiamente preoccupa. Mentre per le due occupazioni abitative di Centocelle e Tuscolana si è trovata una soluzione il giorno stesso, con la sospensione provvisoria del sequestro che ha permesso alle famiglie di rientrare a dormire, l’Angelo Mai resta sigillato: il cortocircuito fra gli organi competenti potrebbe comportare tempi di attesa lunghissimi, come sembra emergere dall’incontro di venerdì in cui il vicesindaco Nieri, ricevendo una delegazione degli occupanti, avrebbe chiesto loro di “portare pazienza”.

Non stupisce che il collettivo del Teatro Valle Occupato sia stato sin dalle prime ore al fianco dell’Angelo Mai, così come i numerosi artisti e cittadini che hanno partecipato all’assemblea convocata mercoledì pomeriggio nel parco di San Sebastiano. Lì si è parlato di emergenza abitativa,  riappropriazione degli spazi pubblici e cultura partecipata, del Teatro Mediterraneo a Palermo, anch’esso occupato da un gruppo di artisti e sgomberato martedì scorso, e di tutti gli spazi che nell’illegalità cercano risposte a un vuoto – quello tra cittadinanza e governo dei territori – che sembra allargarsi sempre di più.

Non si sa quali saranno le prossime mosse del collettivo dell’Angelo Mai. Probabilmente, saranno ispirate alla citazione di Pasolini che campeggia sullo striscione al suo ingresso: «l’unica dimostrazione di buona volontà reale è quella che si basa sull’azione comune: anche, e tanto più se scandalosa».

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