Inaugura a Bologna il primo locale d’Italia per non vedenti

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di Sabrina Ferri

Spesso per un non vedente la vita può essere davvero difficile e anche solo mettere piede fuori casa può rivelarsi complicato. Dopotutto i luoghi, le città e persino la natura sembrano essere stati concepiti per appagare la vista. Il mondo è fatto di colori, la società di volti e di sguardi. E così, talvolta, chi non può vedere preferisce chiudersi nella propria abitazione, rifugiarsi, evitare il disagio. Ma in un piccolo angolo della nostra Italia, nel cuore di Bologna, c’è uno spazio che nasce per offrire a queste persone la possibilità di uscire e trascorrere piacevoli serate. Si chiama L’Altro Spazio ed è il primo locale costruito a misura di persone cieche e sordo-cieche.

Entrando all’interno della struttura, ai non vedenti verrà consegnata una mappa tattile che li aiuterà ad orientarsi e a muoversi senza troppe difficoltà. Su ciascun tavolo gli ospiti avranno inoltre a loro disposizione delle etichette in Braille con indicazioni precise in relazione alla disposizione di acqua, bicchieri, posate e pane.  Il menu sarà sia in italiano che in Braille e permetterà di scegliere tra una vasta selezione di piatti preparati accuratamente e con ingredienti freschi e genuini. Ci saranno anche giochi in scatola in versione tattile, come la dama e gli scacchi, corsi e incontri di sensibilizzazione sul linguaggio, concerti, cene e aperitivi al buio.

L’Altro Spazio si trasforma così in una dimensione altra, un luogo speciale pensato per chi, purtroppo, è costretto a vivere una vita senza colori. L’iniziativa è stata promossa e voluta dall’associazione culturale Farm che, dopo aver aperto il Senza Nome, ossia il primo bar d’Italia gestito da ragazzi sordi, ha pensato di creare un ambiente dedicato ai non vedenti e ai sordo-ciechi. «Dopo i sordi, ho pensato che non avevo mai visto in giro gruppi di ragazzi ciechi, anche solo per una birra o un caffè. Da qui, L’Altro Spazio» ha spiegato Nunzia Vannuccini, presidente dell’associazione.

«Abbiamo scelto di puntare sul concetto di ‘altro’, uno dei primi che si impara a scuola da bambini e che gli adulti dimenticano forse troppo facilmente. Ma la lettera ’A’, quei sei puntini nel logo del locale, tradotta in Braille sta a rappresentare anche l’inizio della comunicazione, l’inizio di un alfabeto traducibile in tutte le lingue» ha proseguito la Vannuccini.

E così L’Altro Spazio diventa un piccolo mondo straordinario dove anche le persone non vedenti potranno sentirsi davvero loro stesse, senza paure o disagi, semplicemente con un sorriso dipinto sulle labbra.

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