Una città per due Nazioni, Český Těšín e Cieszyn: metà ceca e metà polacca

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di Eloisa De Felice

L’eccezione – Che luogo unico. Veramente incredibile. Una realtà che però definirla solamente “strana” è farle un vero torto. Divise da un confine naturale, quale il bacino del fiume Olza ma collegate dalla mano dell’uomo, tramite un ponte. Oggi di cemento, ma distrutto e ricostruito più volte, sia in tempo di pace sia in tempo di guerra. Una città che ha due nomi: Český Těšín, per la sua parte che si trova in terra ceca, e Cieszyn, per l’altra parte che si trova, invece, in terra polacca.

Storicamente nota per la diversità nazionale e culturale, oggi è un vero e proprio crogiolo di umanità. Accattivante. Stupefacente. Fredda nel clima, caldissima nei colori dei suoi palazzi. Localizzata nella Regione di Moravia-Slesia, nel nord-est della Repubblica Ceca o, se volete, in Polonia meridionale. Per chi crede che non possa esistere mai e poi mai una città divisa tra due Nazioni, la vera eccezione che conferma la regola.

Così, mentre in Český Těšín sembrano pesare grevi gli anni del passato socialista, in Cieszyn si respira area d’Europa. Quindi: se ti occorre il treno è necessario andare a Český Těšín, ma se la meta sono negozi e movida Cieszyn è la destinazione. Distanti per tutto, ma poi mixate incredibilmente, in una cosa sola. E poi ridivise e poi rifuse. Prima, completamente incuranti delle loro storiche differente, un secondo dopo, estremamente distanti. È proprio il caso di dirlo: a volte come acqua e vino, a volte come acqua e olio! A dir poco divertente appare, così, nel suo palese anacronismo, la linea grigia che si incrocia passando sul ponte: questo è l’unico, vero, confine, anche se solo geografico e fisico, delle due città e delle due Nazioni.

Camminando per le sinuose strade, le domande si moltiplicano. Due città o una sola? Due Nazioni o una sola? Due culture o una sola? Due popoli o uno solo? E chi può dirlo con certezza! A tratti, veramente difficile se non impossibile tentare di capire. Come altrettanto ardua risulta l’impresa di trovare qualcuno disposto a parlare di questa “specie unica di convivenza”. Ma alcune cose certe ci sono. E sono ben due. Primo: lingue ufficiali: polacco e ceco sono entrambe ammesse, assolutamente ovunque. Secondo: monete ufficiali: corone o sloti, non importa, basta che siano sonanti.

La storia – Hanno vissuto, qui, più o meno in pace a seconda le epoche, comunità polacche, ceche, tedesche e persino ebree. Luogo d’interesse storico, a Cieszyn, il 13 maggio 1779, Maria Teresa d’Austria e Federico II di Prussia firmarono il Trattato di Teschen che pose fine alla guerra di successione bavarese.

Storicamente, Cieszyn fu la capitale del Ducato di Cieszyn, dal quale dipese quasi tutta la sua storia. La città combina caratteristiche sia polacche che austriache, sia nello stile sia nelle architetture. Per questo è anche nota come la “Piccola Vienna”. Dell’antico castello, purtroppo, resta solo una sparuta torre quadrata, risalente al X-XII secolo, con una cappella romanica.

In anni più recenti, agli albori della seconda guerra mondiale, la Polonia costrinse la Cecoslovacchia a cedere Český Těšín. Le truppe polacche entrarono nella zona che venne così annessa alla Polonia. Sotto il controllo della Germania nazista durante la guerra, nel 1945 venne divisa seguendo il confine del 1920. Quindi, il governo comunista della Polonia restituì l’area contesa alla Cecoslovacchia, ovvero il quartiere di Saska Kępa che divenne quella che è oggi Český Těšín, in Repubblica Ceca.

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