Formula 1: Vettel re incontrastato anche in Corea e ormai ad un passo dal mondiale, Alonso sesto e a -77
Sulla vittoria del mondiale non c’erano dubbi neanche alla vigilia del gran premio della Corea del Sud, ma ora, dopo l’ennesimo dominio, la quarta vittoria consecutiva, l’ottava in stagione su 14 gare disputate, Sebastian Vettel fa calare definitivamente il sipario sul campionato 2013 e prenota il suo quarto titolo consecutivo.
Il ragazzo della Red Bull può festeggiare matematicamente l’iride già domenica prossima in Giappone, ma sono comunque solamente dettagli aritmetici, perchè la Formula 1 ha il suo padrone, un diamante purissimo che continua nella sua marcia inarrestabile: a 26 anni ha già incamerato 3 campionati del mondo (diciamo pure 3 e mezzo), 42 pole position, 32 vittorie, solo in questa stagione ha ottenuto 6 pole e 8 vittorie, roba da Michael Schumacher insomma. Gli avversari, ammesso che si possano chiamare così, proseguono nell’augurarsi disgrazie, sciagure e jelle varie per il pilota della Red Bull, ma questo non fa che dimostrare l’impotenza dei rivali e, ammesso e non concesso che tali inconvenienti si verificassero sulla lattina numero 1, la vittoria finale non sarebbe comunque in discussione, anzi, se Vettel non fosse rimasto a piedi a Silverstone in un gran premio che stava dominando, sarebbe campione del mondo già oggi.
Sulla gara in Corea c’è poco da dire: Vettel è partito in pole, è scattato bene e nessuno l’ha più visto fino alla bandiera a scacchi, se non durante i due ingressi della Safety Car che non hanno comunque modificato nulla. Alle spalle del quasi quadricampione si piazzano le due Lotus con Raikkonen prima di Grosjean al termine di una combattuta lotta colorata di giallonero. Risultato di tutto rispetto per il finlandese che partiva dalla nona casella dello schieramento. Quarto posto per un eccezionale Niko Hulkenberg che ha piazzato la sua piccola Sauber davanti ai mostri sacri Hamilton (5°), Alonso (6°) e Rosberg (7°). Delusi tutti, sia in casa Mercedes, dove le qualifiche avevano fatto sperare in un gp alla pari di Vettel o quasi e dove invece si è dovuto fare i conti nuovamente con l’eccessiva usura delle gomme e con una sosta per Hamilton ritardata ai limiti dell’assurdo e che ha fatto imbestialire il pilota inglese, sia in casa Ferrari dove Alonso ha offerto una prestazione malinconicamente anonima, senza la possibilità di attaccare il podio e con il rischio di essere eliminato al via quando Massa è andato in testacoda ed ha sfiorato la collisione col compagno di squadra. I punti di ritardo da Vettel sono ora 77 per lo spagnolo, ormai rassegnato a rimandare al 2014 i propositi di lottare per il titolo. Solita assurda malasorte per Mark Webber, invece, di umore sempre inversamente proporzionale al compagno di box: stavolta l’australiano, qualificatosi terzo in prova ma costretto a partire dieci posizioni indietro per la penalità inflittagli al termine del gran premio di Singapore, aveva rimontato sino alle pendici del podio, ma è stato abbattuto dalla Force India di Di Resta che non solo lo ha messo fuorigioco, ma ha anche mandato a fuoco la Red Bull numero 2, bruciando i sogni del povero Mark. Felipe Massa ha chiuso al nono posto dopo la paura iniziale ed una gara tutta in salita.
Fra sette giorni il gran premio del Giappone, primo match ball per Sebastian Vettel, ancora una settimana e sarà di nuovo Formula 1.
di Marco Milan