Green economy: un Piano per le regioni e gli enti locali
di Tiziano Aceti
In attesa degli Stati Generali della Green economy (promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico) che si terrà a Rimini il 6 e il 7 novembre prossimi, si sono svolti i lavori preparatori di avvicinamento all’evento. “Regioni e Enti locali per la green economy” questo il tema dell’ultima Assemblea Programmatica Nazionale.
Secondo il “Documento introduttivo per l’Assemblea Programmatica” sono 360 mila le imprese industriali e terziarie (il 23,6% delle imprese italiane più innovative) che hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green nel periodo che va dal 2009 al 2012, incidendo in questo modo anche sull’occupazione. Infatti, oltre 240 mila posti di lavoro sono stati creati da imprese che hanno deciso di investire nel settore dell’ economia verde. A conferma dell’importanza degli investimenti nella green economy i dati sostengono come le imprese che hanno investito nell’economia verde sono anche quelle che esportano maggiormente, risultando di fatto più competitive nei mercati globali (nel corso del 2011 il 37% delle imprese che hanno investito nella green economy ha esportato, a differenza del 22% delle imprese che non hanno investito).
Dunque i dati sembrano incoraggiare gli investimenti. Per sostenere lo sviluppo dell’economia verde le regioni e gli enti locali hanno stilato un piano, nel quale sono stati individuati alcuni importanti punti volti a rappresentare, in sostanza, cinque campi sui quali le regioni e gli enti pongono l’accento in quanto a importanza d’intervento: programmazioni dei fondi strutturali; mercati verdi pubblici e privati; credito e fiscalità ambientale; sviluppo di partnership pubblico-privato; tutela e valorizzazione dei territori.
L’importanza della green economy come impatto positivo sull’ economia mondiale è supportata dai dati ma per un cambiamento di paradigma basato su un’economia verde, su un modello di sviluppo sostenibile è fondamentale un mutamento dei modelli culturali dominanti. È forse questa la sfida più difficile che si trova a fronteggiare chi si occupa di temi ambientali a vari livelli.