Serie A. Qui Roma: ancora una rivoluzione. Lamela pronto a salutare alla vigilia del debutto con il Livorno

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“Non saper rimediare ad una sconfitta, è peggiore della sconfitta stessa”. Così i 25.000 tifosi della Roma presenti il 21 agosto all’Open day hanno accolto Garcia e la squadra. Segno lampante di come il 26 maggio non è assolutamente nel dimenticatoio, e giugno e agosto non sono serviti ad alleviare la rabbia e la delusione.

Mercato – E’ d’obbligo parlare del mercato giallorosso perché il giorno prima del debutto a Livorno la squadra è di nuovo sulla soglia dell’ennesima rivoluzione (la terza in tre anni). Alla corte del nuovo allenatore è arrivato Gervinho, suo pupillo, Maicon, fenomeno dal passato glorioso ma dal futuro quantomeno incerto, De Sanctis, il giovanissimo Jedvaj, Kevin Strootman, l’unico che ha messo tutti d’accordo e Benatia, centrale di sicura affidabilità. Ma quello che più incuriosisce è la politica delle cessioni. Accettata da tutta la piazza, come necessaria anche se dolorosa, la cessione di Marquinhos; capita, e da molti anche augurata, quella del fumantino Osvaldo; sostanzialmente inaspettata e dolorosa quella probabile di Erik Lamela. In conferenza stampa l’ha spiegato anche Garcia: “certe volte gli aspetti economici sono più importanti”. Ma quello che spiazza la tifoseria è che un gruzzolo con le cessioni di Marcos e Osvaldo era stato già fatto, a fronte degli acquisti onerosi dei soli Strootman (20 milioni), Gervinho (circa 8 milioni d’euro) e Benatia (10 milioni cash più le comproprietà di Verre e Lopez). La politica della nuova Roma è quindi ormai chiaramente diversa da quella che si era affacciata a Trigoria 3 anni fa, la strada dei giovani ha lasciato il posto a un ibrido, peccato che nella stessa estate siano partiti due (dando ovviamente per certa la cessione non ancora ufficiale di Lamela) dei migliori talenti del panorama internazionale; sì c’è stata plusvalenza e valorizzazione dei ragazzi ma in campo praticamente la Roma non ha beneficiato del potenziale solo intravisto di Lamela e soprattutto di Marcos (ventina di gol in 2 anni dell’argentino a parte). La conseguenza è che alla vigilia del campionato la Roma si trova ancora incompleta in attacco, la rosa da puntellare dovendo sfruttare fino all’ultimo minuto disponibile e, cosa ancora più grave, con le idee poco chiare su cosa fare. Tanti i nomi da Ljajic a Demba Ba, ma nessuno che entusiasma una piazza ancora sotto scacco. Il malumore regna sovrano in città e le tante parole spese questa volta non potranno bastare.

Totti – A rendere ancora più difficile questo inizio di stagione c’è, anzi ancora non c’è, il rinnovo di Francesco Totti. Il capitano all’indomani della sua 20esima stagione con la Roma è senza contratto, non certo il modo più giusto di cominciare per il capitano di mille battaglie; la situazione del capitano si aggiunge a quella di Daniele De Rossi. Il centrocampista di Ostia, quello che davvero sembrava lontano da Trigoria, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, alla fine dovrebbe restare, con il compito di ricucire a suon di prestazioni il rapporto con la sua gente.

In campo – Se le mosse societarie non sono il massimo della chiarezza, la Roma in campo per lo meno sembra muoversi bene. Il precampionato è andato in cascina con buone prestazioni, si è vista una buona personalità e una via di mezzo tra l’orizzontale stancate di Luis Enrique e la verticalizzazione esasperata della Roma di Zeman. Ottimi segnali dall’olandese Strootman, autore anche di due gol prima dell’infortunio nell’ultima uscita a Terni. Dopo il 9 a 1 nella prima uscita a Brunico, è arrivato il pareggio per 1 a 1 contro il Bursaspor, la vittoria contro l’Aris per 2-1. Poi la tournée a casa di Pallotta: vittoria contro l’Alls Stars e contro il Toronto. È arrivata poi la sconfitta contro il Chelsea, una sconfitta per niente dolorosa vista la buona prestazione. L’ultima uscita a Terni contro la Ternana  vinta per 2 a 1.

Voto precampionato: 6,5

Obiettivo: Tornare in Europa

di Cristiano Checchi 

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